Rassegna mondiale delle bufale anti-israeliane sul settimanle diretto da Giovanni De Mauro
Testata: Internazionale Data: 25 novembre 2004 Pagina: 6 Autore: la redazione Titolo: «Varie da Israele»
Dal numero di Internazionale del 19 novembre 2004. A pag.6 è pubblicata una foto su due pagine che ritrae l'arrivo della salma di Arafat a Ramallah, per la sepoltura. Ecco la didascalìa dal titolo:
Veleni su Arafat
Due elicotteri egiziani trasportano la salma di Arafat a Ramallah, dove la folla lo attende per rendergli omaggio. Nel mondo arabo si moltiplicano le voci di un possibile avvelenamento del presidente palestinese. I medici di Parigi che lo hanno curato non fanno commenti, vincolati alla riservatezza, mentre il governo francese ha smentito implicitamente quest'ipotesi. La stampa francese ha dato ampio rilievo alla notizia, e un deputato della maggioranza ha chiesto al premier Raffarin di fare chiarezza sulla vicenda. La cartella clinica di Arafat è stata consegnata ai familiari, che hanno potuto così appurare l'infondatezza di quest'ipotesi; oltretutto non è vero che il governo francese ha smentito implicitamente l'accusa di avvelenamento ad opera di Israele, ma esplicitamente, con tanto di dichiarazioni. Non appena in qualche angolo del pianeta, si dovesse spargere una bufala anti-israeliana, state tranquilli che la leggereste prima possibile su Internazionale. Se all'epoca della pubblicazione dei famigerati ed aberranti protocolli dei Savi di Sion, Internazionale fosse esistito, il buon Giovanni De Mauro l'avrebbe pubblicato in edizione straordinaria.
Da segnalare comunque, il solito numerillo anti-americano. Per commentare i fatti di Fallujia, le operazioni che l'esercito americano ha compiuto per neutralizzare la guerriglia irakena, Internazionale ha pensato bene di affidarne il commento a due articoli; uno del quotidiano inglese di sinistra The Independent, e l'altro al quotidiano libanese "The Daily Star", per la serie, viva l'obiettività.....
Nel pezzo dell'Independent c'è una notevole incongruenza, leggete qui: nella prima parte, a pag.22 è riportato: (...) Attraversando la città in auto si vedono palazzi di cemento armato rasi al suolo, moschee distrutte, pali del telegrafo abbattuti, linee elettriche e cavi telefonici penzolanti, strade deserte disseminate di rovine e di cadaveri (...)
Capito? Linee elettriche e cavi telefonici penzolanti. Ora leggete alla pagina seguente:
(...) Chi è rimasto intrappolato nella città ha vissuto una situazione disperata: "non abbiamo nè cibo nè acqua", ha raccontato Abu Mustafa, contattato per telefono ad Hay al Dubat, un quartiere centrale di Fallujia (...).
Ma come?? I cavi del telefono non erano penzolanti, e i pali abbattuti? Considerando che la rete Gsm in Iraq è in fase embrionale e gli unici telefoni che funzionano sono quelli satellitari (che hanno solo le autorità, gli addetti, i giornalisti e le forze militari), evidentemente quella contenuta nell'articolo è propaganda che ci fa pensare male anche di tutta la restante descrizione. Questa è la propaganda che piace a De Mauro.
A pag. 60 è pubblicato un servizio fotografico (di H. Ross), dal titolo: "Le ceneri di Lodz", riguardante gli oltre 160mila ebrei che vivevano nel secondo ghetto più grande della Polonia. Il fotografo lì immortalò, nella loro vita quotidiana, prima di venire sterminati dai nazisti.
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