Ridicoli tentativi di negare le ruberie di Arafat. sul quotidiano napoletano
Testata: Il Mattino Data: 17 novembre 2004 Pagina: 7 Autore: un giornalista Titolo: «Rivelazioni su una indagine svolta dagli 007 di Israele»
A pagina 7 IL MATTINO di oggi, 17/11/2004, pubblica l'articolo "Rivelazioni su una indagine svolta dagli 007 di Israele", che di seguito riproduciamo: Tel Aviv. È sempre mistero fitto sulle cause della morte del presidente palestinese Yasser Arafat, spirato dopo una settimana di coma profondo giovedì scorso all'ospedale militare francese di Clamart. Il premier palestinese Abu Ala ha indicato di avere chiesto al governo francese di comunicare alla dirigenza dell'Anp il rapporto dei medici militari sulle cause del decesso del rais. Nei territori palestinesi e nel mondo arabo, nonostante le numerose smentite, continua a diffondersi la voce di un possibile avvelenamento di Arafat da parte di Israele. Un'ipotesi però che secondo il ministro degli Esteri Nabil Shaat i medici francesi hanno scartato, cosi come non credono che la leucemia possa avere causato la morte del rais. Fra le mille voci, anche fantasiose, che circolano sulla morte spunta ora anche l'ipotesi Aids. Questa - ha scritto il quotidiano di Tel Aviv Maariv - è una delle ipotesi principali investigate dall'intelligence di Israele per cercare di stabilire le cause della scomparsa del rais. Finora questa ipotesi era stata avanzata solo da alcuni siti israeliani di estrema destra e da una radio falangista libanese. In realtà l'ipotesi (smentita dal comunicato con il quale le autorità mediche francesi e Suha Arafat attribuisono la morte del raìs a una cirrosi epatica) era già apparsa in siti internet di tutto il mondo, spesso del tutto apolitici. Adesso Maariv ha invece appreso che viene presa «molto sul serio» dall'intelligence israeliana. Secondo il quotidiano i servizi «stanno cercando di determinare le cause della morte di Arafat, discutendone con medici specializzati e facendo ricerche su materiale di intelligence». «Stando agli esperti - afferma Maariv - l'Aids potrebbe essere una delle opzioni». Al momento, tuttavia, la sola persona in grado di dare una risposta agli interrogativi che ancora circondano la morte del rais sembra essere la sua vedova, Suha Arafat, cui la legge francese sulla tutela degli interessi degli ammalati riserva il diritto di essere informata dai medici sul decorso della malattia e sulle sue cause. La famiglia di Yasser Arafat ha poi «la libertà di fare quello che vuole» del segreto medico protetto dalla legge, ha precisato il ministro degli Esteri francese Michel Barnier, osservando che «questa regola protegge tutti i cittadini, i più celebri come gli anonimi». Il dossier medico di Arafat - ha spiegato - «sarà trasmesso, conformemente alle legge e alle regole, agli aventi diritto che lo chiederanno». Spetterà quindi a Suha decidere se richiederlo - se non lo ha già fatto - e poi se comunicarlo alla dirigenza palestinese. Circa le voci di un possibile avvelenamento, Barnier ha sottolineato di aver sentito il ministro palestinese Nabil Shaath «dire in modo molto netto che questa ipotesi dell'avvelenamento non reggeva». Una netta smentita, intanto, riguarda il «tesoro» accumulato da Arafat. La Banca centrale bulgara (Bnb) ha definito priva di fondamento la notizia apparsa su alcuni siti Internet arabi, secondo i quali il defunto leader palestinese sarebbe stato proprietario di quote in una banca bulgara privatizzata nel 1996. La Bnb ha aggiunto di essere disponibile a mettere a disposizione delle autorità palestinesi tutte le informazioni utili circa le transazioni delle banche bulgare a partire da quell'anno in poi. Una "netta smentita" che non rigurda tutto il tesoro di Arafat e che viene da una fonte direttamente interessata alla vicenda.
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