AVVENIRE di oggi, 04-11-04, dedica 3 articoli alle reazioni del mondo arabo e islamico alla vittoria di George W. Bush nelle elezioni americane. «I media arabi puntavano sul "male minore"» di Camile Eid riporta acriticamente le reazioni di quotidiani come Al Hayat, finanziato dalla democratica Arabia Saudita, per il quale il verdetto delle urne dimostra che "gli anticorpi" della democrazia americana hanno fallito e preludono a un buio periodo durante il quale "i neo-conservatori non mollerano la preda americana prima di averla ridotta a un cadavere". Si notino gli strani concetti di democrazia e di cittadinanza americana, per i quali l'esito di una consultazione democratica può essere la dimostrazione che un paese non è più democratico (sarà per non correre il rischio che in Arabia Saudita non ci sono elezione realmente pluraliste), e i neoconservatori non sono americani, ma occupanti stranieri (qualcuno ha un idea della "nazionalità" che "Al Hayat" attribuisce a questi "invasori", secondo ? Indovinare, ci pare, non è difficile.) Barbara Schiavulli, nell'articolo "C'è delusione nella Little Usa dei Territori: «Con Bush ora temiamo una nuova guerra»" riporta acriticamente le reazioni degli abitanti americano-palestinesi del villaggio di Dir Dibwan, per i quali a George W. Bush e a Sharon, e non alla disastrosa politica di Yasser Arafat, neppure nominata, va la responsabilità del fallimento del processo di pace e della frustrazione delle aspirazioni nazionali palestinesi. Aristide Malnati intervista al Tayyb, rettore dell'università Al Azhar, nell'articolo "Adesso crescerà l'unilateralismo" senza ricordare la sua approvazione degli attentati suicidi palestinesi contro i civili israeliani.
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