Una sintesi del pregiudizio in poche righe in un articolo sul movimento Chabad Lubavitch
Testata: La Repubblica delle donne Data: 25 ottobre 2004 Pagina: 172 Autore: Arturo Zampaglione Titolo: «Il sorriso degli ortodossi»
A pag.172 di "D-La Repubblica delle Donne" di sabato 23/10/2004, Arturo Zampaglione firma un articolo dal titolo "Il sorriso degli ortodossi" L'articolo di Arturo Zampaglione non sembra dedicare particolare attenzione ad Israele: si occupa, infatti, di offrire un ritratto del movimento "Chabad Lubavitch" e dei suoi aderenti nel quartiere newyorchese di Crown Heights. Il Medioriente, tuttavia,sembra suggerire l'Autore, non è mai troppo distante quando si tratta di ebrei. Ecco il passo in questione: Lui Schneerson (rabbino Lubavitch), non era mai stato nella Terra Promessa, ma bastava una sua sola parola per far tremare il governo e la Knesset, il parlamento israeliano. Alla fine degli anni '80, per esempio, decise di stroncare, l'esperimento laburista di Shimon Peres, "colpevole" di voler dare la terra agli arabi in cambio della pace. Telefonò dal suop villino in mattoni rossi di Ocean Parkway ai due fedelissimi deputati del partito "Agudat Israel"le cui immediate dimissioni fecero fallire i tentativi di Peres"
Un pregio, queste poche righe, ce l'hanno: riescono a sintetizzare tutti gli elementi che caratterizzano ogni pregiudiziale ostilità ad Israele. Dal tono si può presumere che Israele sia uno stato confessionale (la parola di un rabbino fa tremare il Governo e la Knesset), soggetto ai diktat delle autorità religiose. Che esista un 'Internazionale sionista (le telefonate da Ocean Parkway agli yesmen di "Agudat Israel") e che tale Internazionale sia responsabile di un conflitto in cui gli arabi sono esclusivamente le vittime. Una strategia del cliché che fa davvero tremare.
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