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Il Manifesto Rassegna Stampa
14.10.2004 Un titolo ingannevole annuncia: Israele come il Sudafrica dell'aparthaid
ma l'articolo dà tutt'altra notizia

Testata: Il Manifesto
Data: 14 ottobre 2004
Pagina: 7
Autore: Michel Giorgio - la redazione
Titolo: «Gaza, senza freni l'offensiva israeliana - Israele. Come il Sudafrica dell'aparthaid»
Sul MANIFESTO di oggi,14-10-04, a pagina 7, mentre Michele Giorgio, nella "cronaca" "Gaza , senza freni l'offensiva israeliana", scrive che "in serata, a Rafah colpi sparati da soldati israeliani hanno ferito mortalmente un ragazzo di 16 anni che stava gicando a pallone. Un bambino di 7 anni, che si trovava con lui, è rimasto ferito in modo leggero", senza precisare che erano in corso scontri a fuoco,il titolo di un trafiletto annuncia: "Israele. Come il Sudafrica dell'aparthaid".
La notizia, però, riguarda in realtà un rapporto del ministero degli esteri israeliano, anticipato dalla radio militare, per il quale Israele potrebbe apparire simile al Sudafrica all'opinione pubblica europea, con il protrarsi del conflitto con i palestinesi. "Apparire", non "essere". Una differenza che, maliziosamente, viene a cadere nel titolo.
Ecco il pezzo:

L'immagine di Israele nel mondo, in particolare in Europa, rischia talmente di deteriorarsi nei prossimi anni che lo Stato ebraico potrebbe essere assimilato al Sudafrica dell'apartheid. Lo afferma un rapporto del ministero degli esteri israeliano. Alcune anticipazioni del testo sono state divulgate ieri da Galei Tzahal, la radio militare israeliana.
Il rapporto, dal titolo «La scena internazionale nel prossimo decennio», avverte che la prosecuzione del conflitto con i palestinesi (gli autori non parlano di «occupazione») rischia di portare Israele in rotta di collisione con l'Unione europea, uno sviluppo definito molto preoccupante che avrebbe gravi ripercussioni sia politiche sia economiche. Le relazioni con l'Ue, prosegue il documento, sono state troppo a lungo trascurate (a vantaggio dei rapporti con gli Usa, ndr).
Altri avvertimenti riguardano il futuro dei contatti con la Russia e con l'Asia, in particolare con paesi come la Cina, il Giappone e l'India che potrebbero sviluppare «tendenze» filo-arabe nei prossimi anni.
Il direttore generale del ministero degli esteri Ron Prossor, da parte sua ha detto che il rapporto è troppo pessimistico. «La situazione non è facile. Ma stiamo compiendo uno sforzo, particolarmente in Europa, che è molto importante per tutti noi», ha affermato. Il leader laburista Shimon Peres invece ha messo in guardia Israele da un «crollo» della sua immagine estera. «E' giunto il momento di prendere gli affari di stato dalle mani del Likud, altrimenti le conseguenze potrebbero essere gravi», ha detto.
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