Il portavoce di Sharon non ha detto che il governo non vuole la soluzione del conflitto israelo-palestinese come tenta di farci credere Alberto Stabile
Testata: La Repubblica Data: 12 ottobre 2004 Pagina: 15 Autore: Alberto Stabile Titolo: «Gaza, il parlamento boccia Sharon»
A pagina 13 di LA REPUBBLICA di oggi, 12-10-04, Alberto Stabile firma l'articolo "Gaza, il parlamento boccia Sharon" nel quale le dichiarazioni del portavoce di Sharon Dov Weisglass vengono interpretate come mmanifestazione della volontà di "rinviare sine die la soluzione delle questioni fondamentali del conflitto israelo-palestinese". In realtà Weisglass si era soltanto riferito all'impossibilità di attuare la Road Map o di veder nascere uno Stato palestinese finchè continua il terrorrismo e l'anarchia dei gruppi armati nei Territori. La domanda è se per Stabile il terrorismo è o no una "delle questioni fondamentali del conflitto israelo-palestinese". Se lo è infatti chiederne la fine non è un modo di rimandare la soluzione del conflitto, ma è un tentativo di risolverlo.
( a cura della redazione di Informazione Corretta) Il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha subito ieri una bruciante sconfitta alla Knesset, dove il suo programma politico - basato sul disimpegno dai palestinesi e sul ritiro da Gaza - ha raccolto solo 44 voti a favore e 53 pareri contrari. Sharon, che guida un governo di minoranza di 59 deputati su 120, è stato vittima della defezione di diversi deputati del Likud (che si oppongono al ritiro da Gaza) e del Partito nazional-religioso. A sorpresa, anche i laburisti di Shimon Peres - che pure sostengono in linea di principio la necessità di un ritiro da Gaza e lo smantellamento di una ventina di colonie - hanno votato contro Sharon. Peres, in una riunione del gruppo laburista, aveva proposto l´astensione, ma i suoi compagni più radicali hanno imposto il voto contrario. La loro irritazione era dovuta ad una intervista rilasciata giorni fa al quotidiano Haaretz da un collaboratore di Sharon, Dov Weisglass, in cui questi affermava che il ritiro da Gaza era stato concepito per «mettere il processo di pace sotto formalina». Ossia per rinviare "sine die´ la soluzione delle questioni fondamentali del conflitto israelo-palestinese. Rivolgendosi idealmente all´opposizione laburista, Sharon aveva ribadito di essere intenzionato a procedere a tappe forzate verso il ritiro da Gaza, «che sarà sottoposto alla Knesset già il 25 ottobre». Una scadenza che adesso rischia forzatamente di slittare. L´intervento di Sharon ha posto i laburisti in una situazione difficile. Da un lato resta anche oggi la volontà di agevolare il ritiro da Gaza. Ma all´indomani della intervista di Weisglass si è aggiunto il timore di essere «manovrati» da Sharon allo scopo di congelare ogni sviluppo diplomatico nella zona, ed estendere nel frattempo gli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Il governo è comunque riuscito a sopravvivere a due voti di sfiducia sulla politica economica e sulla politica verso i cittadini arabo-israeliani. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla direzione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.