La barbarie terrorista e la speranza della democrazia cosa insegnano Taba e Afghanistan
Testata: L'Unione Sarda Data: 11 ottobre 2004 Pagina: 1 Autore: Carlo Lo Re Titolo: «Il terrore sulle elezioni»
In prima pagina su L'Unione Sarda di oggi, 11-10-04, Carlo Lo Re firma l'editoriale "Il terrore sulle elezioni", che di seguito riproduciamo: Lo sapevamo già da tempo, ma l’attentato all’Hotel Hilton di Taba ce lo ha drammaticamente confermato. Nell’era del terrorismo globale nessun luogo è sicuro. Nemmeno un classico paradiso delle vacanze come il Mar Rosso, meta di turisti da tutto il mondo, molti anche italiani, come le povere Jessica e Sabrina Rinaudo, morte nel crollo dell’albergo nel quale alloggiavano. I resti delle nostre due sventurate connazionali sono stati rinvenuti ieri ed identificati tramite i campioni di dna forniti dalla famiglia. Le due ragazze erano in vacanza, alla sacrosanta ricerca di qualche giorno di pace e serenità. Al pari dei tantissimi israeliani che vanno in Egitto qualche settimana l’anno per rilassarsi e fuggire temporaneamente dal clima di terrore che si respira entro i confini dello Stato ebraico. E proprio i turisti israeliani erano l’obiettivo dell’infame aggressione, a voler ribadire una sorta di condanna senza scampo: ovunque sarete non potrete mai stare in pace, non potrete mai considerarvi al sicuro. In maniera patetica il governo egiziano cerca ora di negare l’evidenza. Secondo le autorità del Cairo, non si tratterebbe di un attentato di al-Qaeda, ma di un’azione palestinese. Come all’indomani del massacro di Luxor, nel 1998, Hosni Mubarak deve necessariamente esorcizzare lo spettro del crollo dell’industria vacanziera locale, unica seria fonte di reddito per il Paese. Se l’Egitto venisse associato all’inferno degli usuali scenari di guerra sarebbe la fine per la sua disastrata economia. Ma l’attentato di Taba, a nostro avviso, è da leggersi all’interno di un quadro più amplio di quello mediorientale. In poche ore gli attacchi si sono succeduti senza tregua. Taba e Ras Shitan nel Sinai, ma anche Parigi, Baghdad, Jakarta, Kabul e altre località dell’Afghanistan sono state scosse da una serie di esplosioni che evidentemente hanno una loro logica. Con questo tragico week end di sangue, al- Qaeda, per mano delle tante sigle, anche palestinesi, che ormai formano un vero e proprio network del terrore in franchising, ha voluto dire la sua sulle elezioni presidenziali in Afghanistan. Nonostante il clima surreale in tutto il Paese, gli attentati e le accuse di brogli, le Nazioni Unite hanno però avallato le consultazioni di sabato ed Hamid Karzai - uomo della Casa Bianca e della multinazionale petrolifera Unocal, ma anche l’unica figura pubblica moderna e competente in un panorama complessivo a dir poco medievale - è finalmente divenuto presidente a tutti gli effetti. L’instabilità ancora regna sovrana in Afghanistan, ma la conferma di Karzai quale leader del martoriato Paese non può che rappresentare un positivo passo avanti nella difficile strada verso la pacificazione. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione dell'Unione Sarda. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.