L'indignazione di Michele Giorgio non è per la strage di Taba ma solo per la risposta israeliana al terrorrismo
Testata: Il Manifesto Data: 08 ottobre 2004 Pagina: 6 Autore: Michele Giorgio Titolo: «Gaza, non si placa l'offensiva israeliana - Strage a Taba. Fuoco in Egitto contro Israele»
A pagina 6 del Manifesto di oggi, 08-10-04, Michele Giorgio firma l'articolo: "Gaza, non si placa l'offensiva israeliana". Si segnala questo passaggio dell'articolo: Silman Abu Foul e Raed Abu Zeid, entrambi di 14 anni, sono stati fatti a pezzi ieri mattina da un obice sparato da un carro armato mentre giocavano fra le rovine di un centro giovanile distrutto due giorni fa dall'esercito. Il portavoce militare israeliano ha invece detto che i due adolescenti sono stati colpiti mortalmente quando un elicottero Apache ha sparato un missile contro alcuni palestinesi armati che stavano per lanciare un razzo Qassam I due adolescenti "sono stati fatti a pezzi", "invece" il portavoce militare israeliano "ha detto" che l'obiettivo erano terroristi intenti a lanciare un razzo Qassam. Da una parte, suggerisce Giorgio, la realtà oggettiva, dall'alttra le parole, false a priori, del portavoce militare. (Guido Olimpio, sull'edizione on-line del Corriere della Sera, riporta ancora un'altra versione dell'episodio: i ragazzi, inquadrati da un aereo spia stavano giocando con un tubo metallico, scambiato per un razzo Qassam dagli israeliani) Degna di nota anche l'espressione: lo stress al quale sono sottoposti i bambini israeliani di Sderot come anche quest'altro passaggio: Il movimento islamico Hamas ha peraltro ribadito che continuerà ad usare tutte le armi a sua disposizione per rispondere all'offensiva israeliana. iniziata dopo l'assassinio di due bambini israeliani a Sderot, per mezzo dei Qassam "I Qassam sono armi legittime che usiamo per respingere le forze di occuoazione", ha affermato Said Siam, uno dei leader della organizzazione islamica.
I Qassam, per quanto "stressanti" per i bambini israeliani di Sderot sono per il "movimento" o "l'organizzazione" islamica Hamas un'"arma legittima" e Giorgio non ha nulla da eccepire a questa definizione.
Sul sito internet del quotidiano comunista Giorgio firma un articolo sulla strage in Egitto: "Strage a Taba, fuoco in Egitto contro Israele". L'articolo si segnala per il tono distaccato con il quale riferisce del massacro, in contrasto con la forte partecipazione emotiva che traspare dagli articoli di Giorgio quando le vittime sono palestinesi. Una lunga digressione è dedicata a spiegare la convenienza dell'albergo di Taba rispetto a quelli israeliani e a spiegare che "Il complesso dell'albergo Hilton di Taba è molto popolare tra gli israeliani. Per molti anni dopo gli accordi di Camp David rimase sotto il controllo dello Stato ebraico e ancora oggi continua ad avere un'amministrazione israeliana nonostante una decina di anni fa sia stato restituito definitivamente all'Egitto", cosa, quest'ultima che , pare di capire da quell'inappropriato "nonostante", potrebbe forse essere ritenuto un "soppruso" o magari un perdurare, sotto altre forme dell'occupazione. Sebbene "l'organizzazione islamica" Hamas abbia promesso vendetta contro Israele per l'"assassinio" (ecco che ricompare il pathos di Giorgio) a Damasco di un suo "dirigente in esilio", molti elementi, si affanna a spiegare Giorgio escludono la sua responsabilità. Con questo l'articolo, che di seguito riproduciamo, è finito, e Giorgio ha detto quello che aveva da dire sulla strage,: che secondo lui la "resistenza" islamica palestinese non è stata, quella uccide gli israeliani solo in patria. Ecco il pezzo: Strage in riva al Mar Rosso. Almeno 30 morti, in prevalenza israeliani, e un numero imprecisato di feriti è il bilancio, diffuso la scorsa notte dalle autorità egiziane e israeliane, delle tre esplosioni - la prima intorno alle 22, le altre due poco prima delle 24 - che hanno parzialmente distrutto l'hotel Hilton a Taba, nota stazione balneare egiziana sul Mar Rosso al confine con Israele, e gettato nel panico altre due località turistiche nella penisola del Sinai. La tesi dell'attentato a Taba è rimasta incerta per lungo tempo. Ad un certo punto si era anche fatta strada la pista della fuga di gas. La televisione egiziana ha sostenuto questa tesi per oltre un'ora. Le altre due esplosioni avvenute rispettivamente a Nueiba, per la precisione nella caffetteria della Faraon Island (nel centro del Golfo di Aqaba) e in un campeggio a Ras Al-Shitan (dove sono morte almeno due persone), hanno tuttavia fornito una conferma della pista degli attacchi con bombe. Testimoni hanno riferito che il tetto sopra la hall principale e la facciata dell'hotel sono crollati e una parte dell'albergo ha anche preso fuoco. «Ho sentito una enorme esplosione, il muro accanto a me è crollato e la gente ha cominciato a correre, c'era molta gente a terra», ha raccontato alla radio militare israeliana Yigal, uno dei clienti dell'albergo.
L'Egitto ha subito autorizzato i soccorritori israeliani a varcare il confine e poi a riportare i feriti, molte decine, nell'ospedale Yusef-Tal di Eilat e in quello di Bersheeva. Il sito internet delgiornale Haaretz, citando fonti della sicurezza israeliana, ha riferito che l'esplosione è stata causata da un'autobomba. C'e' tuttavia anche la testimonianza di una donna rimasta ferita che ha parlato di due kamikaze. Il presidente egiziano Hosni Mubarak la scorsa notte ha telefonato al premier israeliano Ariel Sharon per esprimere il cordoglio del suo paese e perassicurare che verrà fatto il possibile per fare piena luce sull'accaduto.
Il complesso dell'albergo Hilton di Taba è molto popolare tra gli israeliani. Per molti anni dopo gli accordi di Camp David rimase sotto il controllo dello Stato ebraico e ancora oggi continua ad avere un'amministrazione israeliana nonostante una decina di anni fa sia stato restituito definitivamente all'Egitto. Situato sulla frontiera, in riva al Mar Rosso, appena pochi metri all'interno del territorio egiziano, è una meta ideale per chi vuole trascorrere qualche giorno di vacanza in un albergo di lusso spendendo poco. Il suo successo è dovuto ai prezzi molto bassi se paragonati ai grandi hotel di Eilat, distanti appena poche centinaia di metri, ma con tariffe ben più alte. Durante le principali festività ebraiche l'Hilton di Taba quindi si riempie di israeliani. Per questa ragione ieri sera centinaia di cittadini dello Stato ebraico affollavano le sue ampie sale a conclusionedel Sukkot, la Festa dei Tabernacoli. Una presenza massiccia - migliaia di persone in tutto il Sinai - nonostante gli avvertimenti lanciati dai servizi di sicurezza, che nelle scorse settimane, avevano riferito di un allarme attentati in quella regione. Non è facile fare ipotesi sui responsabili dei possibili attentati. Subito dopo le esplosioni una emittente araba ha riferito di una rivendicazione del movimento islamico palestinese Hamas, che nei giorni scorsi aveva giurato di vendicare Mohammed SheikhKhalil, uno dei suoi dirigenti in esilio assassinato a Damasco, con una bomba sistemata nella sua automobile, dal Mossad, il servizio segreto israeliano. Hamas però aveva successivamente escluso di voler colpire obiettivi israeliani all'estero e riaffermato la sua linea di proseguimento della lotta armata e quindi anche gli attentati «solo all'interno della Palestina», cioè in Israele e Territori occupati. Il movimento islamico palestinese peraltro mantiene buoni rapporti con le autorità egiziane e pertanto è improbabile che abbia scelto di portare a termine un attentato rischiando di compromettere le sue relazioni con il Cairo. Più concreta appare invece la pista di un attacco compiuto da militanti del Jamaa Islamiyya, il gruppo armato egiziano già responsabile negli anni passati di attentati nelle località turistiche del paese. Dai suoi ranghi peraltro sono usciti non pochi attivisti che sisono poi successivamente uniti alla cosiddetta rete di Al-Qaeda.
Jamaa Al-Islamiyya da alcuni anni rispetta una tregua ma negli ultimi tempi sono circolate voci su una spaccatura all'interno della organizzazione tra sostenitori del cessate il fuoco e fautori di una tregua a tempo indeterminato. L'egiziano Ayman Zawahry, numero due di Al-Qaeda, in un video-messaggio trasmesso nelle scorse settimane, aveva preannunciato attacchi controgli israeliani. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del Manifesto. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.