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La Repubblica Rassegna Stampa
07.10.2004 Lo scandalo delle tangenti che Saddam passava all'Onu
ecco perché l'ONU faceva melina

Testata: La Repubblica
Data: 07 ottobre 2004
Pagina: 14
Autore: un giornalista
Titolo: «"Tangenti di Saddam a funzionari Onu"»
La REPUBBLICA di oggi, 07-10-04, riprende in un breve articolo (forse troppo breve, in considerazione dell'importanza della vicenda) l'inchiesta del Wall Street Journal sullo scandalo delle tangenti pagate da Saddam Hussein ai funzionari dell'Onu impiegati nel programma "oil for food". Scandalo che, sulla base di un rapporto confidenziale del governo iracheno ha ora raggiunto Benon Sevan, capo del programma.
(a cura della redazione di Informazione Corretta)
Ecco l'articolo:

NEW YORK - Il capo del programma Oil for food delle Nazioni Unite Benon Sevan ricevette dal regime di Saddam Hussein una tangente da 1.2 milioni di dollari per consentire al governo di esportare petrolio in violazione dell´embargo Onu. L´accusa arriva da un rapporto confidenziale del governo iracheno ed è stata riportata ieri dal quotidiano Wall Street Journal: secondo il documento, il nome di "Banun Sifan" era nella lista di persone che avrebbero ricevuto soldi dal regime. Accanto al nome figurava la carica "Capo del programma Oil for food".
Benon Sevan, il direttore del programma lanciato nel 1996 per alleviare le conseguenze delle sanzioni economiche contro Baghdad, avrebbe dunque permesso al regime di Saddam di usare le misure Onu per acquistare «influenza politica» in cambio di petrolio a costi inferiori a quelli di mercato. Sevan non avrebbe ricevuto denaro dagli iracheni, ma 9,3 milioni di barili di petrolio che avrebbe venduto guadagnandoci l´equivalente di 670mila sterline: il tutto per chiudere un occhio sui commerci illegali che violavano l´embargo.
La rivelazione ha riportato al centro dello scandalo il programma Onu, che sin da gennaio era nel mirino, grazie all´inchiesta di un giornale iracheno poi ripresa dalla stampa internazionale. Il giornale iracheno aveva elencato aziende e singoli individui che avrebbero ricevuto contributi illegali di petrolio: tra i 46 russi, l´ex ambasciatore a Bagdad e un membro del Parlamento di Mosca. Coinvolto anche il figlio del segretario generale Onu Kofi Annan.
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