sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Manifesto Rassegna Stampa
05.10.2004 Vagheggiare accordi impossibili per attacare Israele
una cronaca faziosa

Testata: Il Manifesto
Data: 05 ottobre 2004
Pagina: 2
Autore: Stefano Chiarini
Titolo: «Gaza sotto il fuoco: oltre 80 le vittime. Il mondo tace»
A pagina 2 del Manifesto di oggi, 05-10-04, Stefano Chiarini firma l'articolo "Gaza sotto il fuoco: oltre 80 le vittime. Il mondo tace"
Ecco il pezzo:

L'asilo del quartiere di Tal al Zatar nel campo di Jabalya (Gaza) che sino alla scorsa settimana ospitava 400 bambini e bambine, è da ieri un cumulo di rovine impastate di colori, giocattoli e stracciati manifesti di Topolino e Donald Duck. Stessa sorte è toccata a due fabbriche e a decine di case. Interi campi coltivati sono stati spazzati via, così come come ogni traccia delle coltivazioni di fragole e di fiori di cui andava fiera la parte settentrionale della striscia di Gaza. Trentacinque carri armati sono avanzati domenica nel quartiere di Tal al Zatar (significativamente intitolato all'altro campo profughi palestinese di Beirut est distrutto nel 1976 dai falangisti alleati di Israele dopo un assedio di oltre 52 giorni al termine del quale si contarono almeno 4.000 morti)
Peccato che allora i Falangisti non fossero alleati di Israele, ma della Siria. Si veda: Fausto Coen,Israele 50 anni di speranza, pag.156.
".....I falangisti libanesi, appoggiati dai siriani,compiranno una vera e propria strage nel campo palestinese di Tal el Zatar, sulla quale nessunom leverà proteste".

mentre altri duecento blindati e bulldozer corazzati continuano da una settimana ad assediare e a distruggere le parti più esterne del campo di Jabalya e dei vicini centri abitati per una profondità di nove chilometri dal confine israeliano. Come nel 1982 Sharon, con la scusa di voler «difendere» il nord di Israele dalle deboli punture di spillo (rispetto ai quotidiani bombardamenti israeliani)
Bombardamenti mirati che ovviamente non avrebbero avuto luogo senza le "punture di spillo" (incursioni di efferata brutalità, oltre che lanci di razzi) del terrorrismo.
dell'Olp ma in realtà per distruggere i campi profughi e qualsiasi volontà di resistenza del popolo palestinese, spinse l'esercito di Tel Aviv nell'avventura libanese così, in queste ore, il premier israeliano ha lanciato i carri armati a schiacciare le baracche di Jabalya con la scusa di voler fermare il lancio dei missili «al Qassam» lanciati da Hamas contro la cittadina israeliana di Sderot. Ovviamente basterebbe aprire una trattativa con Arafat e con Hamas per arrivare ad un accordo sulla base del quale le due parti si impegnano a non colpire le rispettive popolazioni civili ma non è questo l'obiettivo di Sharon.
"Ovviamente", scrive Chiarini, "basterebbe aprire una trattativa con Arafat e con Hamas per arrivare ad un accordo sulla base del quale le due parti si impegnano a non colpire le rispettive popolazioni civili". Ridicolo: nulla lascia intendere che Hamas e Arafat accetterebbero un accordo simile, nè che, avendolo per ipotesi accettato, eviterebbero di nascondere i loro "miliziani" tra la popolazione civile dopo attacchi a soldati israeliani (occorre infatti ricordare che , mentre i terrorristi colpiscono indiscriminatamente i civili, Israele cerca di colpire solo bersagli legittimi, che però si fanno scudo di innocenti). Degno di nota comunque è che secondo una agenzia Agi/Reuters di questa mattina colloqui tra Israele e Anp per porre fine all'offensiva sarebbero in corso. Ovvio che, se fallissero, osservatori seri non potrebbero darne automaticamente la reponsabilità ad Israele, come certamente farebbe Chiarini.
Il pregio del ragionamento di Chiarini è però che deve presupporre quello che tutti sanno, ma che in molti ancora negano (e Il Manifesto è tra questi): la responsabilità di Arafat nel terrorismo stragista anti-israeliano.

E così, nel silenzio del mondo, ieri sono stati uccisi altri nove palestinesi e il numero totale delle vittime è salito a oltre ottanta. La situazione del campo di Jabalya, asediato, senza acqua, senza viveri, con gli ospedali ormai senza ossigeno e medicazioni è ogni giorno più tragica. I cecchini israeliani e gli aerei senza pilota aprono il fuoco su ogni cosa si muova e nessuno può uscire di casa, pena la morte. Non c'è neppure spazio per seppellire i morti e a tal fine si utilizza ogni possibile fazzoletto di terra.
Affermazioni non provate, fatte senza citare le fonti.
Tra le vittime di ieri vi sarebbero quattro combattenti della resistenza islamica palestinese,
Vale a dire Hamas e Jihad islamica...
altri due uomini e una ragazza di sedici anni uccisi dai cecchini, .
Ancora un'affermazione non provata, senza la citazione delle fonti.
sempre a jabalya e un bambino di quattro anni ucciso con un colpo alla testa da un soldato nel villaggio di Khuzaa.
Falso, si è trattato di un proiettile vagante, e non israeliano, secondo l'IDF.
Tra le fila israeliane, dall'inizio dell'operazione «giorni di pentimento», si registrano due soldati caduti e una colona uccisa. Altri due soldati sono stati feriti ieri quando un razzo anticarro ha centrato un bulldozer con il quale stavano distruggendo alcune case. E' il secondo mezzo di questo tipo ad essere colpito e messo fuori uso dalla resistenza palestinese. L'Autorità nazionale palestinese ha lanciato un appello per una riunione urgente dei paesi firmatari della Convenzione di Ginevra sulla protezione delle popolazioni civili nei territori occupati mentre dei crimini di guerra israeliani a Gaza si è parlato ieri al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Gli Stati uniti hanno però già fatto sapere che sono pronti a usare il diritto di veto nel caso dovesse essere presentata una mozione di condanna delle violazioni israeliane della Convenzione di Ginevra. Intanto l'illusorietà di una soluzione militare della crisi è stata confermata ieri dall'arrivo su Sderot di due missili portatili «Qassam» che hanno provocato due feriti leggeri. Continua, assordante, il silenzio internazionale su quanto sta succedendo a Gaza.
Anche in Italia. Unica eccezione la convocazione per il prossimo tredici novembre di una manifestazione nazionale per la Palestina, contro il muro di Sharon e per il ritiro delle truppe dall'Iraq, indetta da un vasto arco di comitati di solidarietà, comunità palestinesi, forze politiche e sociali
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del Manifesto. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.






























redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT