Una cronaca corretta, dal titolo fuorviante sul quotidiano cattolico
Testata: Avvenire Data: 05 ottobre 2004 Pagina: 16 Autore: Graziano Motta Titolo: «Offensiva nei territori: bimbo fra le 8 vittime»
A pagina 16 di Avvenire di oggi, 05-10-04, una corretta cronaca delle operazioni militari israeliane a Gaza, firmata da Graziano Motta. Il titolo "Offensiva nei territori: bimbo fra le 8 vittime" induce però a credere che il bambino morto sia stato certamente ucciso, forse deliberatamente, dagli israeliani. In realtà, come Motta spiega, le cose non stanno così, perchè la vittima è stata colpita da un proiettile vagante e perchè gli israeliani negano siano stati loro a sparare. Ecco l'articolo: Non si intravede la fine della grande operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. E che finisca lo chiede la lega Araba, che ha portato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, tramite l'Algeria, una pesante denuncia formulata dall'Autorità palestinese, dove si parla di «guerra di sterminio»; lo chiede Kofi Annan, il segretario generale delle Nazioni Unite, che però nello stesso tempo sollecita la guerriglia palestinese a cessare i lanci di missili Qassam sul territorio israeliano; lo chiede anche un esponente di Hamas, Ismail Haniyeh, voce fuori dal coro che propone una tregua concordata, mentre gli altri miliziani sono determinati a continuare la lotta. Ieri, a conferma di ciò, hanno lanciato altri razzi su Sderot: uno è arrivato proprio nel centro della cittadina e due nella zona industriale ferendo due persone. Un attivista del movimento fondamentalista islamico ha spiegato che questi lanci sono stati fatti per «dimostrare» l'inefficacia dell'operazione militare israeliana a Jabaliya. Riferendosi proprio alle divergenze in seno ad Hamas, il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz ha detto di non poter accogliere i «frammenti di proposte fatte da quadri palestinesi di basso rango», proposte basate sul principio che «cesserebbero di sparare razzi Qassam a condizione che noi abbandoniamo il terreno». In precedenza, il primo ministro Sharon aveva affermato che «occorre estendere il campo di azione militare a Gaza per impedire che i lanci di missili raggiungano il territorio nazionale e gli insediamenti dei coloni». Ieri le forze israeliane hanno rafforzato le posizioni nella zona cuscinetto nel nord della Striscia, lungo il confine. Adesso sono impegnate a evitare che si realizzino le minacce di Hamas di usare Qassam di una gittata superiore, di circa venti chilometri, in grado di raggiungere la città di Asqelon e, nel Negev, il ranch del primo ministro Sharon: un obiettivo, questo, che se colpito farebbe certamente scalpore. In mattinata a Beit Lahya il missile lanciato da un elicottero ha ucciso quattro guerriglieri di Hamas (uno di essi era Fares al-Masri, fratello di Muasher, portavoce del movimento) che stavano piazzando un ordigno esplosivo. Altri due miliziani e un ragazzo di 14 anni sono morti a Jabaliya nel corso di aspri combattimenti, nei quali anche due soldati israeliani sono stati feriti da un missile anticarro. Nel sud della Striscia, a Khan Yunis, un bambino di quattro anni è stato colpito a morte da una pallottola vagante: fonti palestinesi hanno indicato che il piccolo è stato colpito da un proiettile israeliano, ma il portavoce militare ha respinto le accuse di responsabilità. Prosegue intanto la polemica tra Israele e l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi, il cui commissario generale, il danese Peter Hansen, ha respinto le accuse sul possibile utilizzo di un'ambulanza per il trasporto di missili Qassam. Hansen ha chiesto le scuse ufficiali di Gerusalemme. Ha però aggiunto di «essere sicuro» che fra il personale dell'Unrwa ci siano «membri di Hamas», ma di non ritenere che questo sia un crimine: «Domandiamo al nostro personale - ha spiegato - qualunque siano le convinzioni politiche, di rispettare gli ideali dell'Onu e le norme di neutralità». Nel trafiletto "L'Iran fomenta l'odio degli arabi "Avvenire" riporta le accuse di Sharon al regime degli ayatollah, che, secondo il premier israeliano, "non esita ad agire fra glia arabi israeliani attraverso il Movimento islamico", un leader del quale è in attesa di processo, accusato di aver finanziato Hamas.
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