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La Stampa Rassegna Stampa
29.09.2004 Marocco e Giordania: l'asse del male secondo Igor Man
Iran, Siria e Anp saranno invece l'asse del bene?

Testata: La Stampa
Data: 29 settembre 2004
Pagina: 1
Autore: Igor Man
Titolo: «E' una luce in mezzo alla barbarie»
Igor Man, in prima pagina sulla Stampa di oggi, 29 settembre 2004, non usa mezzi termini: i "raîss che coniugano potere temporale e potere spirituale" devono "ora, subito sconfessare i tagliatori di teste altrimenti dovremo accusarli di ipocrisia o, peggio, di viltà, se non di complicità orale coi persecutori di innocenti". In realtà essi sono "miserevoli vigliacchi, a ben vedere: allhuf: maiali. Per i quali non manca una maledizione coranica: "Chi da Dio viene lasciato traviare non trova altra guida" (Corano XIII, 33-44).
La presa di posizione di Man sembrerebbe nettissima, una sferzata alle ambiguità dell'islam cosiddetto "moderato".
Qualche nome però non ci sarebbe stato male, in tanta foga. Chi sono i "raîss che coniugano potere temporale e potere spirituale"? I nomi il nostro "artigiano" (come si definisce) non li fa, ma un'indicazione ai suoi lettori la fornisce: sono i "discendenti in linea diretta del Profeta Maometto", qualificazione che restringe il campo a due capi di stato musulmani: Mohammed VI re del Marocco e Abdallah II, re di Giordania.
A questo punto, siamo perplessi: il mondo islamico pullula di leader religiosi, stipendiati in genere dai governi, da quello saudita a quello egiziano, disposti a legittimare con le loro fatwe qualunque abominio. La teocrazia iraniana e il nazionalsocialismo siriano sponsorizzano il terrorrismo (iracheno, di Hezbollah e di Hamas) e perseguono programmi di armamento nucleare, con dichiarati propositi genocidi nei confronti di Israele.
Per non parlare dell'Autorità nazionale palestinese, dalla cui televisione "leader religiosi" invocano lo sterminio degli ebrei, che ha messo in piedi un sistema educativo volto alla produzione di attentatori suicidi e finazia comprovatamente i gruppi terroristi di Hamas e al Fatah. Piuttosto che prendersela con costoro, Man preferisce puntare l'indice contro stati filo-occidentali che, fino a prova contraria, il terrorrismo non lo promuovono. Sapendo benissimo, per giunta, che l'essere discendenti di Maometto non assicura affatto un'autorità spirituale indiscussa nell'Islam.
Ecco il pezzo:

Sollievo, gioia, persino, allagano i nostri cuori: Simona & Simona sono state restituite ai loro cari. Stremate epperò vive. L’incubo è finito. Ma a turbare la festa irrompono nei nostri pensieri le persone senza peccato straziate sino alla morte da invasati carnefici d’occasione. L’avventuroso genovese Fabrizio Quattrocchi, il giornalista (davvero) libero, il freelance Enzo Baldoni anch’egli venuto a Baghdad per «dare una mano» alle vittime innocenti di questa guerra inutile: agli iracheni passati da una dittatura infame a una catastrofe «senza fine mai» come il più feroce degli ergastoli; tale perché comminato a creature senza colpa. I bambini, le donne, i vecchi che Simona & Simona, generose missionarie laiche-laiciste, assistevano oramai da anni, già prima dell’infelice «guerra preventiva» contro il nuovo Impero del Male: il terrorismo senza frontiere che ha sfrattato il comunismo sovietico con la violenza dei folli.
Chi scrive ha vissuto buona parte della sua vicenda artigianale (che altro è il giornalismo se non artigianato?) in quello che chiamiamo il mondo islamico. Dalla interminabile tragedia della Palestina (dove si scontrano due diritti sacrosanti: il diritto alla patria dei palestinesi; il diritto degli israeliani a uno Stato entro frontiere riconosciute, sicure) alla guerra civile del Libano alla rivoluzione a mani nude di Khomeini eccetera. Ha vissuto accadimenti ferigni ma mai, dico mai, s’è sentito, come adesso, schiacciato dalla terribilità dell’odio, dell’omicidio (premeditato) eseguito con sadismo, condito dalla bestemmia estrema «in nome di Dio clemente e misericordioso». Nella vasta Umma, la rissosa famiglia islamica, ci sono raîss che coniugano potere temporale e potere spirituale perché discendenti in linea diretta del Profeta Maometto, Amir al-mu’minin. Bene: è gran tempo che codesti raîss dicano basta. E’ gran tempo che sconfessino con dura voce il terrorismo islamista filiazione del demonio. Anziché biascicare «condanne» ambigue, assicurando genericamente «solidarietà» eccetera, si decidano, loro, i discendenti del Profeta, a ricordare ai tristi manipolatori del Corano che li attende l’inferno, la gehenna. Debbono, ora, subito sconfessare i tagliatori di teste altrimenti dovremo accusarli di ipocrisia o, peggio, di viltà, se non di complicità orale coi persecutori degli innocenti. Miserevoli vigliacchi, a ben vedere: allhuf: maiali. «Chi da Dio viene lasciato traviare non trova altra guida» (Corano: XIII, 33-34).
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