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Il Manifesto Rassegna Stampa
28.09.2004 Michele Giorgio si preoccupa per la povera Hamas
e spaccia la solita disinformazione

Testata: Il Manifesto
Data: 28 settembre 2004
Pagina: 11
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Un anniversario di sangue a Gaza»
A pagina 11 de Il manifesto del 28 Settembre 2004, Michele Giorgio firma un articolo intitolato "Un anniversario di sangue a Gaza"


Si è bagnato di sangue il quarto anniversario dell'Intifada contro l'occupazione israeliana.
Ieri sette palestinesi sono stati uccisi in una giornata che in Cisgiordania e Gaza è stata segnata da una massiccia incursione di mezzi corazzati israeliani a Jenin, da raid militari a Nablus e attacchi aerei a Gaza. Un bilancio di morti, feriti, distruzioni, al quale si aggiunge il sequestro a Gaza di Riad Ali, un druso-israeliano producer ed interprete della Cnn. Il rapimento è avvenuto nei pressi di Gaza city quando tre automobili hanno affiancato il furgoncino della Cnn. Un uomo armato ha chiesto: «Chi è Riad». Il producer a quel punto è stato obbligato a a seguirli. Il corrispondente della Cnn Ben Wedeman ha detto che la televisione finora è stata accolta in maniera amichevole a Gaza.


Dal che apprendiamo che anche i terroristi di Hamas considerano "amica" la CNN.


Sui motivi del sequestro si fanno varie ipotesi: per alcuni si tratterebbe di un regolamento di conti, altri indicano la pista politica e sottolineano che il producer druso per anni era stato l'inviato nei Territori occupati del servizio in arabo della televisione israeliana


Vien da chiedersi cosa c’entri. Ed ecco la risposta, pudicamente messa tra parentesi:


(i giornalisti palestinesi che lavorano per le emittenti radiotelevisive israeliane non sono ben visti in Cisgiordania e Gaza). Ieri sera Said Ali, padre del producer sequestrato, ha rivolto un appello ai rapitori affinché non facciano del male al figlio. La famiglia spera che anche in questo caso, come per i sequestri di persona avvenuti a Gaza negli ultimi mesi, il producer venga liberato subito. Sei palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano, tra cui un insegnante, Said Al Madhun, 45 anni, colpito da un proiettile davanti alla propria scolaresca, a KhanYunis. Un altro, un tassista, è stato ammazzato da un colono israeliano nei pressi dell'insediamento ebraico Elon Moreh (Nablus). Il colono ha raccontato alla polizia che il palestinese «aveva tentato di speronarlo e farlo uscire di strada» e, quindi, ha sparato per difendersi. Una versione smentita da testimoni secondo i quali l'israeliano avrebbe aperto il fuoco per banali motivi di viabilità. A Nablus, poco prima, due militanti delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi in un agguato dei soldati. Sempre ieri, nel nord della Striscia di Gaza, due militanti dei Comitati di resistenza popolare (Crp) sono stati ammazzati mentre cercavano di deporre una bomba su una strada usata dalle pattuglie militari. Un terzo combattente dei Crp è stato ucciso nel pomeriggio a Khan Yunis da un missile sparato da un elicottero israeliano.




tra cui un insegnante, Said Al Madhun, 45 anni, colpito da un proiettile davanti alla propria scolaresca, a KhanYunis. Un altro, un tassista, è stato ammazzato da un colono israeliano nei pressi dell'insediamento ebraico Elon Moreh (Nablus). Il colono ha raccontato alla polizia che il palestinese «aveva tentato di speronarlo e farlo uscire di strada» e, quindi, ha sparato per difendersi. Una versione smentita da testimoni secondo i quali l'israeliano avrebbe aperto il fuoco per banali motivi di viabilità. A Nablus, poco prima, due militanti delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi in un agguato dei soldati. Sempre ieri, nel nord della Striscia di Gaza, due militanti dei Comitati di resistenza popolare (Crp) sono stati ammazzati mentre cercavano di deporre una bomba su una strada usata dalle pattuglie militari. Un terzo combattente dei Crp è stato ucciso nel pomeriggio a Khan Yunis da un missile sparato da un elicottero israeliano.

C’è proprio da immaginarsi i perfidi giudei in divisa che tendono un agguato ai "militanti" di un movimento che ha lo scopo dichiarato di cancellare lo Stato di Israele dalla carta geografica; ed è davvero un atto efferato, quello di ammazzare due militanti "mentre cercavano di deporre una bomba". Per non dire di quale Olocausto è, l’uccidere un "combattente".

L'esercito israeliano inoltre ha effettuato un'incursione nel campo profughi di Jenin con una settantina di mezzi corazzati, alla ricerca del capo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, Zakaria Zubeidi. Diversi abitanti sono stati arrestati, otto sono rimasti feriti.
Tremila palestinesi hanno partecipato a Damasco ai funerali del leader del movimento islamico Hamas, ucciso domenica in un attentato nella capitale siriana compiuto dal Mossad, il servizio segreto di Israele.

Eh beh, se Michele Giorgio accusa il mossad ci deve essere qualcosa di vero; non si sa con precisione a quanto ammonta il numero delle vittime palestinese, ma il colpevole è sempre certo (e soprattutto, sempre ebreo)

Il corpo dell'uomo, Ezzedin Sheikh Khalil, è stato seppellito nel campo profughi di Yarmuk, alla presenza di un alto esponente dell'ufficio politico della organizzazione, Musa Abu Marzuk. La folla ha scandito slogan, chiedendo al braccio armato di Hamas di vendicare Khalil, dilaniato dall'esplosione di una bomba collocata nella sua auto.

E nessun membro del governo siriano era presente… Hamas sta diventando sgradita al regime siriano ?

Hamas cerca adesso di individuare chi possa aver aiutato gli agenti del Mossad che, peraltro, hanno agito sotto agli occhi dei servizi segreti siriani. Alti esponenti del movimento islamico stanno verificando il fondamento della notizia apparsa giorni fa sul quotidiano arabo Al-Hayat secondo cui informazioni sulle abitudini della leadership di Hamas a Damasco sono state fornite al Mossad da un imprecisato servizio segreto arabo. Non si fanno nomi ma ieri a Gaza si sussurravano i nomi della Giordania e di vari paesi del Golfo.
Ancora più allarmante per Hamas è la possibilità che ai vertici della organizzazione si siano infiltrate spie israeliane. Il movimento islamico nel frattempo minaccia la rappresaglia ma ripete che avverrà nella «arena palestinese»: ossia in Israele o nei Territori occupati. A Damasco intanto il governo e il presidente Bashar Assad hanno accusato il duro colpo subito. Ieri qualche palestinese faceva notare che i potenti servizi segreti siriani che pure controllano ogni millimetro del paese e la vita degli abitanti, non sono stati in grado di accorgersi della presenza di agenti del Mossad.

Se davvero la Siria diventa inospitale per i terroristi di Hamas sarà un passo verso la fine di quel movimento terrorista, checché ne dicano quelli del manifesto. Ricordiamo che il regime siriano non è mai molto tenero con gli oppositori, ma non cercatene i dettagli sul manifesto.


C’è proprio da immaginarsi i perfidi giudei in divisa che tendono un agguato ai "militanti" di un movimento che ha lo scopo dichiarato di cancellare lo Stato di Israele dalla carta geografica; ed è davvero un atto efferato, quello di ammazzare due militanti "mentre cercavano di deporre una bomba". Per non dire di quale Olocausto è, l’uccidere un "combattente".
L'esercito israeliano inoltre ha effettuato un'incursione nel campo profughi di Jenin con una settantina di mezzi corazzati, alla ricerca del capo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, Zakaria Zubeidi. Diversi abitanti sono stati arrestati, otto sono rimasti feriti.
Tremila palestinesi hanno partecipato a Damasco ai funerali del leader del movimento islamico Hamas, ucciso domenica in un attentato nella capitale siriana compiuto dal Mossad, il servizio segreto di Israele.
Il corpo dell'uomo, Ezzedin Sheikh Khalil, è stato seppellito nel campo profughi di Yarmuk, alla presenza di un alto esponente dell'ufficio politico della organizzazione, Musa Abu Marzuk. La folla ha scandito slogan, chiedendo al braccio armato di Hamas di vendicare Khalil, dilaniato dall'esplosione di una bomba collocata nella sua auto.
Hamas cerca adesso di individuare chi possa aver aiutato gli agenti del Mossad che, peraltro, hanno agito sotto agli occhi dei servizi segreti siriani. Alti esponenti del movimento islamico stanno verificando il fondamento della notizia apparsa giorni fa sul quotidiano arabo Al-Hayat secondo cui informazioni sulle abitudini della leadership di Hamas a Damasco sono state fornite al Mossad da un imprecisato servizio segreto arabo. Non si fanno nomi ma ieri a Gaza si sussurravano i nomi della Giordania e di vari paesi del Golfo.
Ancora più allarmante per Hamas è la possibilità che ai vertici della organizzazione si siano infiltrate spie israeliane. Il movimento islamico nel frattempo minaccia la rappresaglia ma ripete che avverrà nella «arena palestinese»: ossia in Israele o nei Territori occupati. A Damasco intanto il governo e il presidente Bashar Assad hanno accusato il duro colpo subito. Ieri qualche palestinese faceva notare che i potenti servizi segreti siriani che pure controllano ogni millimetro del paese e la vita degli abitanti, non sono stati in grado di accorgersi della presenza di agenti del Mossad.
Ma per Giorgio la neutralizzazione di Hamas sarebbe un bene o un male? Da come riporta le "preoccupazioni" dei suoi dirigenti si direbbe che la giudicherebbe un male.

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