Libertà, benessere crescente, insicurezza: cinque donne raccontano l'Iraq del dopo Saddam e delineano un quadro lontano dai catastrofismi
Testata: Avvenire Data: 10 settembre 2004 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «Voci dall'Iraq»
Avvenire di oggi, 10-09-04, pubblica a pagina 3 le testimonianze di cinque donne irachene, riprese dal sito della BBC. Ne emerge un quadro in chiaro- scuro del dopo Saddam, in ogni caso lontano dalle visioni catastrofiche di certa stampa italiana e ancor più dalle descrizioni di un popolo iracheno pronto all'insurrezione generale contro ggli "occupanti" occidentali, o fautore di una repubblica islamica. Ecco il pezzo: Noura, impiegata 22 anni Dopo la guerra gli stipendi dei dipendenti pubblici sono stati aumentati, ma la situazione economica dei miei genitori, imprenditore e infermiera, è peggiorata. La sicurezza rimane il primo problema: non si può certo andare dove si vuole, attraversare alcune aree di Baghdad è pericolosissimo. Un nuovo fenomeno è dato dalle intimidazioni alle donne da parte del clero. Alcuni saloni di bellezza per donne che impiegano uomini hanno persino subito pesanti minacce.
Essra, studentessa 18 anni Il più importante risultato del dopoguerra è la libertà. Non c’era libertà di pensiero sotto Saddam, eravamo isolati. Adesso possiamo acceder ai moderni mezzi di comunicazione, dalla televisione satellitare al computer. Non dobbiamo più temere il Mukhabarat (la polizia segreta del regime). In più, grazie al salario più alto di mio padre, posso comprarmi quasi tutto ciò che voglio, vestiti compresi, senza difficoltà. I giovani devono unirsi per ricostruire il paese e dargli più sicurezza.
Samira, ingegnere 31 anni Non si può fare una guerra senza conseguenze. Abbiamo sofferto per l’invasione del Kuwait a causa delle sanzioni economiche, più pesanti della guerra con l’Iran. La classe media è stata la più colpita dall’embargo occidentale. Il peso dell’invasione americana è stato minore. Le difficoltà attuali, a mio parere provengono dal cambio di regime. C’era chi appoggiava Saddam e chi lo avversava. La situazione attuale è sotto gli occhi di tutti. Ci vorrà tempo, ma la situazione migliorerà.
Fawzia, insegnante 36 anni
L’occupazione americana ha avuto effetti positivi e negativi. Trai primi, la crescita economica, l’aumento dei salari e il miglioramento delle infrastrutture scolastiche. Tra i secondi invece, la mancanza di sicurezza, i saccheggi delle opere d’arte e al crescita del fondamentalismo islamico, che ora vuole mettere limiti alla libertà delle donne. Ma, in generale, la libertà di espressione e di critica è cresciuta. Serve più impegno per i bambini: molti non vanno più a scuola.
Um Samir, casalinga 51 anni L’eletricità spesso manca e la situazione della sicurezza è difficile. Tuttavia le nostre condizioni materiali sono in grande progresso. Lo stipendio di mio figlio è cresciuto: abbiamo potuto rimpiazzare molti ogetti per la casa, comprare un nuovo televisore per sostituire l’apparecchio in bianco enero che avevamo da 25 anni. Ec i siamo potuti permettere un’auto, con la quale siamo andati nel nord del paese, una zona bellissima e vietata per noi sotto il rais. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Avvenire. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.