martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
31.08.2004 L'Egitto media in Iraq e a Gaza. Pronto il piano del ritiro israeliano dalla Striscia
presentato oggi da Sharon il calendario

Testata: Il Foglio
Data: 31 agosto 2004
Pagina: 1
Autore: un giornalista - la redazione
Titolo: «I consigli del Faraone - La giornata nel mondo»
Il Foglio di oggi, 31-08-04 a pagina 1 pubblica l'articolo "I consigli del Faraone", sul ruolo di mediazione dell'Egitto nella vicenda dei due ostaggi francesi e in vista del ritiro israeliano da Gaza.
Ecco il pezzo:

Roma. L’intricata situazione internazionale
mette sempre di più l’Egitto nella posizione
di mediatore globale, interlocutore
privilegiato per muoversi nel fumoso panorama
politico mediorientale. A rivolgersi al
Cairo questa volta è la Francia, compressa
nell’angoscia dell’inaspettato sequestro di
due suoi giornalisti in Iraq a opera, secondo
il video ricevuto da al Jazeera, dell’Esercito
islamico (lo stesso del rapimento
dell’italiano Enzo Baldoni), che chiede a Parigi
di revocare la legge sul bando del velo
islamico nei luoghi pubblici. Ricatto cui la
Francia ha deciso di non cedere.
Michel Barnier, ministro degli Esteri
francese, è arrivato al Cairo ieri mattina, la
prima tappa di un viaggio in medio oriente
che non esclude, come lui stesso ha detto,
una sua visita in Iraq, dove nel frattempo la
Francia ha già inviato alcuni funzionari (il
Qatar potrebbe essere la prossima meta del
tour). In Egitto Barnier cerca contatti e appoggi
che possano portare alla liberazione
dei due reporter. Il capo della diplomazia di
Jacques Chirac ha incontrato Amr
Moussa, segretario generale della
Lega araba. "Invito tutti a risolvere
questo caso il prima
possibile per evitare conseguenze
di cui faremmo volentieri
a meno", ha detto l’ex
ministro degli Esteri egiziano,
che proprio grazie al suo passato
nel governo di Hosni Mubarak
e al suo attuale ruolo ha
contatti in tutto il mondo arabo
e conosce bene la realtà irachena, avendo
già stretto relazioni con l’esecutivo di Iyyad
Allawi e avendo più volte incontrato il ministro
degli Esteri, Hoshyer Zebari. Nell’agenda
di Barnier anche un faccia a faccia
con il capo della diplomazia egiziana,
Ahmad Abu al Ghait. Ma l’incontro
che potrebbe rivelarsi più proficuo
per Parigi è quello organizzato,
secondo fonti locali, con
Omar Suleiman, capo dei servizi segreti del
Cairo, la persona cui Mubarak ha affidato il
delicato dossier israelo-palestinese e che
guida l’Egitto nella nuova avventura di mediatore
in vista di un ritiro israeliano dalla
Striscia di Gaza. L’uomo dell’ombra e delle
missioni impossibili, che qualcuno in occidente
ha persino messo nella lista dei possibili
candidati presidenti nel dopo Mubarak,
avrebbe anche sotto controllo la situazione
irachena. Barnier non ha scelto a caso.
Diversi cittadini egiziani sono stati sequestrati
e poi liberati in Iraq. Tra loro un
diplomatico, Mohamed Mamdouh Kotb, che,
prima di essere catturato, avrebbe ottenuto
la liberazione di diversi concittadini, grazie
alla sua conoscenza dei gruppi operanti sul
territorio.
Nel suo appello ai rapitori, dall’ambasciata
francese al Cairo, Barnier ha sottolineato
"l’imparzialità della Repubblica francese
nei confronti della religione", aspetto
che "fa parte della nostra identità" e ha
chiarito che "la Francia ha sempre rifiutato
una visione di scontro tra occidente e
islam". Parole che riecheggiano quelle di
Chirac, e che insistono sulla neutralità del
paese nel conflitto iracheno: la Francia "assicura
l’uguaglianza, il rispetto e la protezione
del libero esercizio di tutte le religioni
nel quadro della nostra legge comune".
"Questi valori hanno ispirato la politica della
Francia in Iraq". Parigi non ha mancato
di far notare l’opposizione della comunità
islamica francese – la più vasta d’Europa –
al ricatto dei sequestratori. Usa quindi l’arma
della sua ospitalità e l’ostentazione della
sua politica estera pro-araba: conta infatti
sui suoi buoni rapporti anche con le frange
più estremiste della politica mediorientale.
Dominique de Villepin infatti osteggiò
l’idea dell’Ue di mettere Hamas nella lista
nera delle organizzazioni terroristiche: "E’
nel nostro interesse avere interlocutori tra
i palestinesi", disse nel 2003 l’allora ministro
degli Esteri francese. Lo stesso fece
Chirac durante una visita dell’allora capo
della diplomazia israeliana, Shimon Peres,
con Hezbollah, sottolineando le importanti
funzioni sociali del gruppo in Libano (anche
se oggi la Francia è in trattative con al Manar,
televisione satellitare di Hezbollah, minacciata
d’oscuramento).
La corte (affollata) di Mubarak
La corte di Mubarak è molto affollata in
questo inizio settimana. Ieri infatti è arrivato
anche il premier palestinese Ahmed Qorei
(alias Abu Ala), per un incontro con il
presidente egiziano, che si terrà oggi. In
agenda il proseguimento del dialogo tra le
fazioni palestinesi. Ieri al Cairo era attesa
una delegazione del partito di Yasser Arafat,
Fatah, mai arrivata. Mubarak, secondo
il quotidiano arabo al Shark al Awsat, non
avrebbe gradito il fatto che il gruppo non ha
rispettato gli impegni presi in materia di
riforme. Ma l’Egitto spera di organizzare
una conferenza per il dialogo palestinese al
Cairo il prossimo mese e il ministro degli
Esteri, Abu al Ghait, partirà presto per una
missione in medio oriente. Suleiman incontrerà
invece Arafat la settimana prossima a
Ramallah. La mediazione egiziana in vista
di un ritiro israeliano da Gaza avrebbe portato
il rais a pianificare un lifting del suo
partito, considerando la possibilità di affidare
un ruolo da ministro a Mohammed
Dahlan, ex capo della Sicurezza a Gaza, e all’ex
premier Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
Sempre a pagina 1, una breve informa sulla presentazione, oggi, del calendario del piano di disimpegno da Gaza.
Ecco il pezzo:

Sharon presenta oggi il calendario del piano
di disimpegno da Gaza. Il piano, messo a
punto dal ministro della Difesa Mofaz, prevedeva
un’evacuazione dagli insediamenti
in un’unica soluzione, ma il gabinetto politico-
militare, cui il governo ha sottoposto la
questione, ha deciso per un ritiro a tappe.
Oggi Sharon presenta al suo partito, il
Likud, la tabella di marcia che poi sarà votata
dal governo e dalla Knesset
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT