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La Stampa Rassegna Stampa
27.08.2004 Ucciso l'ostaggio italiano
una tragedia che illustra il vero volto del terrorismo.

Testata: La Stampa
Data: 27 agosto 2004
Pagina: 1
Autore: Federico Geremicca
Titolo: «La follia di una guerra senza regole»
Enzo Baldoni è stato ucciso dai terroristi che lo avevano sequestrato. Un fatto tragico, che dovrebbere indurci a meglio comprendere la natura del terrorismo che stiamo combattendo. Che certo non uccide,nel caso di Baldoni come in quello di Quattrocchi e dei carabinieri a Nassirya, per difendere i popoli islamici da qualche inesistente proposito di sopraffazione da parte dell'Occidente. Ma, al contrario, per realizzare il suo proposito di sopraffazione. Trattando gli uomini ala stregua di mezzi per la realizzazione di questo disegno. Siano essi agenti di sicurezza privati, militari o giornalisti; iracheni o occidentali; israeliani o palestinesi.
Da La Stampa di oggi, 27-08-04, pubblichiamo l'articolo di Federico Geremicca "La follia di una guerra senza regole".

La stupidità. L’odio che annebbia, acceca e intontisce fino a portare alla più completa stupidità. Lo si è detto e scritto cento volte di fronte a vittime innocenti del terrorismo, prima nostrano e poi islamico: ma forse mai come per l’assassinio di Enzo Baldoni la stupidità e l’assenza di pietà dei killer ferisce e balza agli occhi. «E’ in Iraq come uomo di pace - aveva provato a spiegare ai sequestratori la figlia Gabriella nell’appello tv di due giorni fa -. Tentava di salvare vite umane, aiutava la Croce Rossa». Enzo Baldoni non era un militare e non era una spia, non era un «falco» sostenitore delle ragioni della guerra in Iraq e non era nemmeno lì a difendere gli interessi di questa o di quella grande azienda del petrolio. Ma era un italiano: e tanto è bastato ai killer del terrorismo islamico per decretarne l’uccisione.
E’ la logica terribile di una guerra senza regole, che ha sostituito alle convenzioni ed al rispetto dei prigionieri la mannaia del ricatto e della rappresaglia. E’ la logica non più controllabile di una guerra combattuta non tra due eserciti nemici ma tra un esercito e bande criminali che si oppongono alla pacificazione dell’Iraq e alimentano il terrore con decapitazioni, colpi alla nuca e autobombe che falcidiano innocenti. E’ la logica, per dirla con una parola, di una guerra non convenzionale: eppure sempre più dura e sempre guerra.
Forse è proprio l’aver perduto di vista per un momento tutto questo ad aver determinato l’ottimismo che si era diffuso ieri in Italia intorno alla sorte di Enzo Baldoni. E deve essere stata l’idea che il suo impegno pacifista e la sua faccia perbene potessero contare qualcosa per la banda dei sequestratori, ad aver animato la fiducia della sua famiglia. Così non è stato, purtroppo. E così non poteva essere, del resto. La logica del terrorismo, infatti, è cieca e stupida, e per alimentarsi ha bisogno di rimuovere la realtà. Solo questo può aver trasformato Enzo Baldoni in un nemico da assassinare. L’Italia lo ricorderà, assieme a Fabrizio Quattrocchi ed ai carabinieri di Nassiriya, come un nuovo martire di una guerra senza quartiere: la guerra infinita contro la follia omicida del terrorismo.
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