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Il Manifesto Rassegna Stampa
05.08.2004 Il quotidiano comunista non rinuncia alla propaganda antiisraeliana
neanche quando deve scusarsi con i lettori per la sua cieca faziosità

Testata: Il Manifesto
Data: 05 agosto 2004
Pagina: 6
Autore: la redazione
Titolo: «Una distruzione diseguale»
Costretto a rettificare la didascalia falsa pubblicata lo 03-08-2004 (vedi l'articolo di Informazione Corretta,"Le vittime israeliane diventano palestinesi", pubblicato lo stesso giorno), il Manifesto di oggi 05-08-04, non rinuncia alla propaganda antiisraeliana. Ripubblica la fotografia della bambina israeliana tra le macerie della sua casa a Sderot affiancandole quella di una donna palestinese tra quelle della sua a Khan Younis. Con la seguente didascalia:
Una distruzione diseguale

Bimba israeliana (foto ap), tra le macerie della sua casa a Sderot colpita dai rudimentali razzi Khassam che hanno causato finora nella città due morti e la distruzione di 28 case. A destra (foto ap) quel che resta delle case palestinesi a Khan Younis, dopo la campagna di demolizioni - più di mille le case palestinesi distrutte e 1.100 i palestinesi uccisi solo nella Striscia - che dura da quattro anni insieme allo sradicamento sistematico delle coltivazioni. Arrivano a centinaia in redazione le foto di macerie palestinesi. Così martedì i lettori hanno letto, erroneamente, per la foto stavolta israeliana una didascalia palestinese,perfino datata Khan Younis. Ce ne scusiamo, consapevoli dell'eguale dolore dei civili, israeliani e palestinesi, ma anche della diseguale distruzione.
Da parte nostra ci limitiamo ad osservare che:

1) Il quotidiano comunista compara dati evidentemente non comparabili, ovvero quelli dei morti e dei danni causati dai razzi Khassam lanciati da Gaza da circa un anno a questa parte, con precisione crescente, e quelli dei morti e dei danni subiti dai palestinesi della Striscia di Gaza in quattro anni di guerra israeliana al terrorismo.
Quattro anni in cui Israele ha avuto più di mille morti e diecimila mutilati, il 75% dei quali civili (le proporzioni tra civili disarmati e uomini armati tra i palestinesi sono invertite).
2)I razzi Khassam vengono lanciati deliberatamente contro la popolazione civile israeliana. Le demolizioni delle case e lo sradicamento delle coltivazioni:
a)non hanno lasciato in piedi soltanto le pareti visibili nella fotografia, come si evincerebbe da una interpretazione letterale della didascalia
b) non causano di per sè la morte di nessuno, essendo precedute dall'evacuazione degli edifici che saranno abbattutti
c)sono stati e sono effettuati da Israele solo in casi di abusivismo o per precise necessità militari: eliminare i tunnel attraverso i quali avviene il contrabbando di armi, i rifugi dai quali sparano i cecchini, dissuadere gli aspiranti terroristi suicidi abbattendo le case dei parenti di quelli che già hanno compiuto un attentato (ma solo se quei parenti erano a conoscenza del proposito criminale, costruire la barriera difensiva che ha ridotto del 90% gli attentati suicidi.
Lo scriviamo "consapevoli dell'eguale dolore dei civili, israeliani e palestinesi", ma anche della differenza morale, che sfugge totalmente al quotidiano comunista, tra l'aggressione e l'autodifesa e tra la violenza indiscriminata dello stragismo palestinese e quella selettiva, nei limiti del possibile, della risposta militare israeliana.
3)La giustificazione della falsa didascalia non convince del tutto, e non soddisfa per niente. Da dove i redattori del Manifesto hanno tratto la convinzione che l'mmagine venisse da Khan Younis? A spiegare questo non bastano, ci pare, le "centinaia di foto di macerie palestinesi" che arrivano in redazione.
Inoltre la foto della bambina israeliana prova che in redazione arrivano anche foto di diverso genere, che non vengono pubblicate.
Non vengono pubblicate le foto delle distruzioni a Sderot, così come quelle delle vittime del terrorismo suicida, o quelle dei bambini palestinesi indottrinati al "martirio", o dei collaborazionisti uccisi. Non vengono pubblicate e non vengono cercate, tra le molte disponibili. Tanto che, quando capitano sotto gli occhi possono essere scambiate per l'ennesima foto utile a suscitare indignazione e condanna verso Israele.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del Manifesto. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


redazione@ilmanifesto.it

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