Sei bambini israeliani feriti sul suo sito il quotidiano napoletano non dà la notizia
Testata: Il Mattino Data: 26 luglio 2004 Pagina: 5 Autore: Giorgio Raccah - un giornalista Titolo: «Ritiro da Gaza - Tulkarem, sei morti»
Due articoli dalla versione on-line del Mattino: Ritiro da Gaza
Gerusalemme. I nazionalisti israeliani, laici e religiosi, hanno lanciato ieri un nuovo altolà al piano di ritiro dalla striscia di Gaza e da alcune aree cisgiordane del premier Ariel Sharon creando una gigantesca catena umana, soprattutto di coloni, che per 90 chilometri ha collegato gli insediamenti di Gaza col Muro del Pianto a Gerusalemme, il sito più sacro agli ebrei. Contro la realizzazione di questo piano gravano pure, secondo i servizi di sicurezza, le minacce provenienti da frange dell' estremismo religioso ebraico che vorrebbero attaccare la Spianata delle Moschee, terzo Luogo Santo islamico, con l' intento di arrestare il ritiro, di silurare ogni possibilità di pace col mondo musulmano e di provocare un conflitto apocalittico nella convinzione di sollecitare così l' arrivo del Messia. Organizzata come un'operazione militare, che ha comportato l'impiego di oltre 800 autobus, la catena umana ha visto la partecipazione di diverse decine di migliaia di persone di tutte le età, almeno 100.000 secondo gli organizzatori, tutte unite al grido «No al ritiro da Gaza». In un comunicato emesso prima della manifestazione i promotori dell'iniziativa hanno affermato che «sotto ogni aspetto l' espulsione degli ebrei (circa 8.000 coloni in 21 insediamenti) da Gaza colpirebbe la società israeliana nella sua spina dorsale». Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente della Knesset Rubi Rivlin e una trentina di deputati di formazioni politiche diverse, incluso il Likud, il partito del premier Ariel Sharon il cui piano è contestato da un nutrito numero di membri del comitato centrale mentre nel paese, stando ai sondaggi, gode di una forte maggioranza. Ma tra tutte le diverse forme di resistenza al ritiro, quella che più preoccupa i responsabili della sicurezza è la minaccia di attaccare la Spianata delle moschee che viene dalle frange ultranazionaliste. L' avvertimento lanciato dal ministro della sicurezza interna Tzahi Hanegbi secondo il quale «c'è il pericolo che estremisti vogliano colpire uno dei siti più esplosivi nella speranza di provocare una reazione a catena che distruggerebbe il processo di pace», ha avuto ampia eco nel paese. In seno allo Shin-Bet, il servizio segreto interno -, secondo i media, si teme che terroristi ebrei stiano considerando la possibilità sia di attaccare la Spianata facendo cadere sulle due Moschee e su una folla di fedeli musulmani in preghiera un aereo imbottito di esplosivi, sia di assassinare un leader religioso musulmano appartenente al Waqf, la Custodia responsabile del sito.
Tulkarem, 6 morti. Uccisi leader delle Brigate dei Martiri
Sono sei i palestinesi, tra cui due dirigenti delle «Brigate martiri di Al Aqsa», uccisi ieri da colpi sparati da soldati israeliani durante un'operazione condotta a Tulkarem nel nord della Cisgiordania. Lo hanno reso noto fonti militari israeliane. Tra i palestinesi uccisi figurano Hany Awiba, capo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, un gruppo armato legato a Fatah, il movimento del leader palestinese Yasser Arafat, hanno aggiunto le fonti. Alcuni membri di un'unità speciale israeliana hanno accerchiato un'abitazione di Tulkarem aprendo il fuoco, hanno riferito le stesse fonti. Con le sei vittime palestinesi sale a 4.196 il numero di persone uccise dall'inizio della nuova Intifada fine settembre 2000, tra cui 3,199 palestinesi e 926 israeliani. Secondo testimoni, le truppe israeliane hanno aspettato l'oscurità per compiere l'operazione e tendere un'imboscata ad un gruppo di otto militanti palestinesi. Due sono riusciti a fuggire. Fonti militari israeliani, che hanno confermato il conflitto a fuoco ma non hanno fornito particolari, gli otto palestinesi armati stavano per commettere un attacco anti-israeliano. In serata si è registrato un nuovo raid israeliano a Gaza. - Il Mattino, nel suo sito online, non pubblica la notizia dell'ennesimo razzo sparato da terroristi palestinesi che ha causato il ferimento di 6 bambini israeliani (uno gravemente). Pietro Gargano non aveva assicurato i suoi lettori che il suo giornale non avrebbe fatto differenze tra bambini israeliani e palestinesi?
- il contenuto della prima metà del primo articolo è identico, salvo qualche periodo, ad un servizio di ieri sera, 24-07-04 su RaiNews24. Usa proprio le stesse parole!
- anche Il Mattino finalmente ha usato la parola "terroristi". Forse per i palestinesi che compiono e pianificano gli attentati contro i civili? No, per estremisti ebrei che, stando alle parole del ministro israeliano per la Sicurezza Interna, potrebbero compiere tali azioni. Evidentemente, per Il Mattino, chi è sospettato della possibile pianificazione di un attentato è un terrorista; chi invece appartiene ai quei gruppi palestinesi, che pianificano, compiono e rivendicano azioni terroristiche è tutto (miliziani, estremisti, attaccanti, ecc.) ma non un terrorista. Basta leggere il secondo articolo: si parla delle "brigate al-aqsa" definendole "gruppo armato" e dei terroristi uccisi come dei semplici "militanti" o "dirigenti". Tutto molto logico.
-a leggere il primo articolo, basterebbe un solo attentato contro i palestinesi per seppellire ogni speranza di pace e causare, a quanto pare, la terza guerra mondiale. Strano però: in questi ultimi tre anni, a parti invertite (migliaia di attentati palestinesi contro civili israeliani), analoghe considerazioni non le abbiamo mai lette ed ascoltate. Ma si sa, le azioni degli israeliani hanno sempre qualcosa di "speciale".
-Raccah, a proposito della manifestazione di ieri, 25-07- 04 dimentica di scrivere che è stata esemplare per il modo, pacifico e democratico, con cui i manifestanti hanno espresso il proprio dissenso. Per lui, invece, è stata organizzata come un'"operazione militare". Non entriamo nella valuazione politica della manifestazione, ma definirla "operazione militare" ci sembra davvero troppo.
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