Informazioni e articoli scomodi: le omissioni del settimanale la barriera: non separazione ma difesa
Testata: Internazionale Data: 21 luglio 2004 Pagina: 11 Autore: la redazione Titolo: «Varie da Israele - 16/07/04»
Internazionale del 16-07-04 A pag. 11 pubblica un editoriale tratto da Ha'aretz dal titolo:
Il muro tra Israele e l'Aja.
Il quotidiano israeliano, orientato a sinistra, paragona la sentenza della Corte Internazionale dell'Aja (non riconosciuta da Israele e dagli Usa), con quella dell'Alta corte israeliana. Mentre nel primo caso, all'Aja, si mette in discussione l'intera costruzione della barriera di sicurezza (ricordiamolo, 97% reticolato, 3% barriera di cemento), non citando se non molto vagamente il problema che ne ha causato la costruzione, ovvero il terrorismo palestinese, nel caso della corte israeliana si legittima pienamente la barriera ed i motivi per i quali è stata concepita, imponendo però al governo Sharon, di modificarne un tratto, per accogliere le esigenze di alcuni palestinesi interessati dal suo passaggio. Per Ha'aretz quindi, la corte dell'Aja avrebbe dovuto mettere in evidenza le cause che hanno indotto il governo israeliano a progettare e costruire una barriera che nulla ha a che vedere con muri di separazione. A pag.19, dalla cronaca da Gerusalemme Israele - La Corte dell'Onu dichiara illegale il muro
Il 9 luglio la Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, ha dichiarato che il muro eretto dal governo israeliano nei Territori palestinesi è illegale e deve essere smantellato. La Corte ha chiesto anche risarcimenti per i palestinesi danneggiati dalla costruzione della barriera. Il premier israeliano Ariel Sharon ha respinto il parere del tribunale, sollecitato dall'assemblea generale dell'Onu, e ha ordinato il proseguimento dei lavori di costruzione del muro. Due giorni dopo il pronunciamento della Corte, un kamikaze palestinese si è fatto saltare in aria a una fermata d'autobus a Tel Aviv: una soldatessa israeliana è morta e 20 persone sono rimaste ferite. Sharon ha dichiarato che questo attentato, il primo a Tel Aviv dopo quattro mesi, è stato compiuto "con il patrocinio della Corte internazionale e del suo parere sul muro, costruito per impedire l'entrata di terroristi in Israele". L'attacco è stato rivendicato dalle Brigate dei martiri di al Aqsa. Come al solito Internazionale ci ricama, evitando di scrivere che la Corte dell'Aja non è riconosciuta universalmente (ad esempio non da Israele e Usa), anche perchè adotta una norma razzista che esclude giudici di nazionalità israeliana, e che, soprattutto, quello chiesto dall'Onu non è una sentenza esecutiva, ma solo ed esclusivamente un parere non vincolante. Politica - Laburisti nel governo
Il Partito laburista israeliano ha dato il via libera all'apertura di negoziati con il Likud, il partito del premier Ariel Sharon, in vista della formazione di un governo di unità nazionale. Dal giorno dell'adozione da parte del governo israeliano di un piano unilaterale di separazione dai palestinesi, Sharon virtualmente non ha più la maggioranza in parlamento. I laburisti di Shimon Peres sostengono l'iniziativa e sono disposti a entrare nel governo. Il piano di Sharon prevede il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza, l'evacuazione di 21 colonie ebraiche della zona e di altri quattro insediamenti nel nord della Cisgiordania. Molti deputati del Likud, favorevoli al progetto, sono però contrari all'ingresso dei laburisti nell'esecutivo. Secondo un sondaggio del quotidiano israeliano Maariv, due israeliani su tre sostengono invece la creazione di un governo di unità nazionale. L'inchiesta di Maariv rivela anche che, in caso di elezioni anticipate, la destra e Sharon resterebbero comunque al potere. Oltre che sondaggi i cui risultati sono pubblicati in modo davvero troppo sintetico, per farsene un'opinione fondata sarebbe interessante leggere, ogni tanto, anche qualche articolo che fosse tratto dal Ma'ariv, vero Sig. De Mauro?
Attesa - Confine chiuso a Rafah
L'11 luglio l'esercito israeliano ha chiuso per motivi di sicurezza il confine tra Egitto e Territori palestinesi a Rafah. Da allora oltre 1.200 palestinesi aspettano dalla parte egiziana che sia riaperta. Venticinque camion di merci e prodotti egiziani sono in fila in attesa della riapertura del terminal. Le operazioni dell'esercito israeliano a Rafah sono servite per stroncare traffici d'armi tra Egitto e Gaza, attraverso tunnel sotterranei. E' evidente che andrà prestata massima attenzione anche ai confini. Se ogni tanto, Internazionale scrivesse anche i motivi che possano spiegare le decisioni dell'esercito di Gerusalemme, saremmo tutti più soddisfatti e informati.
A pag.21, in un box, sono pubblicati dei brevi riassunti e commenti tratti dai quotidiani arabi Al Hayat, Al Ahram, e Al Quds Al Arabi, riguardo la presunta azione dei servizi segreti israeliani all'interno del Kurdistan iracheno. I commenti ovviamente sono a senso unico, ovvero l'unico responsabile della destabilizzazione dell'intera area mediorientale chi sarebbe? Ma Israele of course!
A pag. 22 un articolo tratto dal New York Times Magazine, dal titolo: Pericolo nucleare in riferimento all'Iran. Ecco uno dei motivi per i quali Israele non si disferà mai del proprio, prezioso, bagaglio di armi nucleari, deterrente che faccia da scudo contro regimi dittatoriali che mirano alla distruzione dello stato ebraico. Questo alla faccia di filosofi, intellettuali e scribacchini "de sinistra" e non solo, che, forse, ne sarebbe contenti.
A pag.57 è pubblicato un riassunto di un articolo tratto dal The Jerusalem Report che testimonia, con dati alla mano, come, dalla costruzione della barriera anti-terrore, gli attentati suicidi palestinesi in Israele siano nettamente diminuiti. Apprezziamo lo sforzo, ma, proprio contemporanemante alla pubblicazione del parere non vincolante della corte dell'Aja sulla barriera, forse sarebbe stato meglio pubblicare un articolo intero, magari negli editoriali, che ne testimoniasse l'efficacia.
Neanche una riga sulle notizie riguardanti bambini palestinesi addestrati alle armi, precisamente ai Kalashnikov.
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