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Il Mattino Rassegna Stampa
04.07.2004 Ariel Sharon non vuole il ritiro da Gaza...
è quanto scrive Michele Giorgio

Testata: Il Mattino
Data: 04 luglio 2004
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Partita finale tra gli uomini vicini al presidente»
Dal Mattino del 18-07-04: Michele Giorgio non rinuncia mai ad attaccare Israele: si noti l'ultima frase del suo articolo che attribuisce a Sharon, in forma indiretta e generica, parole e concetti non riportati da nessun altro mezzo di informazione italiano.
Qualcuno ha mai letto che "Sharon mette in dubbio il ritiro da Gaza" ? Eppure per Michele Giorgio sembra che Sharon l'abbia dichiarato !

Ecco l'intero articolo:

Gerusalemme. Il caos regna a Gaza. Soprattutto la credibilità dell'Autorità nazionale palestinese è scesa al punto minimo dopo il venerdì dei sequestri lampo, tanto numerosi quanto misteriosi. Le dimissioni presentate dal premier Abu Ala e subito respinte dal presidente Arafat, sono un rituale ormai noto che non aiuta l'Anp ad uscire fuori dalla crisi in cui è precipitata.
Le speculazioni fioriscono in queste ore e non pochi si chiedono se l'accaduto non apra la strada all'uscita di scena di Arafat e al sopravvento del movimento radicale islamico Hamas che, ancora una volta, si è dimostrato agli occhi dei palestinesi l'unica forza stabile a Gaza e nei Territori occupati, in contrasto con il disfacimento dell'Anp. E il quadro si fa ancora più preoccupante se si tiene conto che l'Iraq ha forse offerto un «esempio» ai gruppi armati palestinesi indicando che i sequestri di persona sono la strada più facile per ottenere visibilità.
Il potere di Yasser Arafat tuttavia non appare intaccato, anche se il rais conserva oggi molto poco dell'enorme prestigio che aveva fino a qualche anno fa. La girandola di sostituzioni seguita ai gravi fatti di venerdì ha portato al comando delle forze di sicurezza dell'Anp alcuni fedelissimi del leader palestinese. Il sostituto del capo della polizia Ghazi Jabali - i rapitori (le Brigate dei Martiri di Jenin) avevano chiesto la sua rimozione immediata in cambio della liberazione - è il generale Saeb Al-Ajez, ritenuto vicino al presidente palestinese. Arafat ha inoltre nominato capo della Guardia Nazionale, al posto del dimissionario Abdel Razek Majaideh, il cugino, capo dell'intelligence militare, Musa Arafat. Il leader palestinese ha fatto in modo da garantirsi il controllo dei centri di comando promuovendo suoi stretti collaboratori in nome del «processo di riforme».
Le Brigate dei Martiri di Jenin - gruppo armato legato proprio ad Al-Fatah di Arafat - hanno replicato a queste mosse con ira e ieri rivolgendosi «con tutto il rispetto" al presidente gli hanno ricordato che l'Anp non può essere monopolio della sua famiglia. «La crisi di Al-Fatah è ampia e potrebbe avere conseguenze devastanti per la stabilità di ciò che rimane dell'Anp e per la coesione della società palestinese», ha affermato l'analista politico Mouin Rabbani, dell'International crisis group.
Il vero sconfitto dell'anarchia che regna a Gaza, è il primo ministro Ahmed Qurea (Abu Ala) non in grado di imporre ad Arafat la nomina di un ministro dell'interno con pieni poteri sui Servizi di Sicurezza. Incerti sono gli esiti del venerdì dei sequestri di persona anche per l'ex ministro ed «uomo forte» di Gaza, Mohamed Dahlan, ritenuto da molti tra i «potenti» che manovrano dietro le quinte per garantirsi il potere e giocare un ruolo chiave prima del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, previsto entro il 2005. I nuovi responsabili dei Servizi di Sicurezza scelti da Arafat sono conosciuti come suoi accaniti rivali. Nei mesi scorsi le rivalità esplose a Gaza sono sfociate in attacchi armati. Dahlan in particolare è stato accusato di aver organizzato un'aggressione ai danni di Ghazi Jabali e di aver fatto sparare un razzo anticarro contro l'abitazione di Musa Arafat. Arafat ha lasciato fare, sicuro che le rivalità interne avrebbero ridimensionato i pericoli per la sua leadership. Una scelta che, a detta di molti, ha contribuito in modo decisivo al caos che rischia di travolgere Gaza. Da parte sua il premier israeliano Ariel Sharon non ha perduto tempo ad affermare che la instabilità palestinese mette in dubbio il piano di ritiro da Gaza.
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