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Il Foglio Rassegna Stampa
09.07.2004 Arafat non inganna più nessuno
il Quartetto lo critica e una parte di Al Fatah vorrebbe sostituirlo

Testata: Il Foglio
Data: 09 luglio 2004
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «Arafat ha stancato perfino il Quartetto e una parte di al Fatah»
Su Il Foglio di oggi un'analisi sulla perdita di leadership e di credibilità internazionale di Yasser Arafat, ostile a qualsiasi riforma nell'ANP e ormai entrato in conflitto con la stessa Al Fatah. Una parte della quale è consapevole del fallimento della strategia terrorista e oltranzista adottata dal vecchio rais.
Roma. La road map del Quartetto (Onu, Usa, Ue e Russia)
non sembra essere l’unico piano per un processo di pace tra
israeliani e palestinesi. Kobi Michael, codirettore dell’unità
per gli Affari strategici del centro IPCRI (Israel Palestinian
Center for Reaserch and Informations), sta portando avanti
un progetto che include la partecipazione di 200 personalità,
accademici e professionisti israeliani e palestinesi, attraverso
finanziamenti europei, sia pubblici sia privati. L’idea
è quella di continuare sulla strada del piano di disimpegno
di Ariel Sharon e di cercare attraverso incontri e scambi
d’informazioni e analisi di arrivare a un ritiro dell’esercito
israeliano che non sia soltanto unilaterale, ma anche bilaterale.
A novembre è previsto a Gerusalemme un seminario internazionale,
che cercherà l’appoggio di mediatori americani,
europei e canadesi, dove si discuteranno temi come il
problema della sicurezza, affidato a ufficiali di Tshal, l’esercito
israeliano, e a membri della sicurezza palestinese. "I
partecipanti che vengono dai territori – dice al Foglio Michael
– sono molto motivati, credono nel piano e sperano che
abbiano presto luogo nuove elezioni politiche all’interno dell’Anp".
Secondo Haaretz, il movimento al Fatah sta procedendo
con le elezioni interne iniziate a Gaza il 26 maggio, nonostante
la forte opposizione da parte di Yasser Arafat, che
vede crescere sempre di più la popolarità del suo avversario
politico, Mohammed Dahlan, ex capo della sicurezza e uomo
della trattativa, soprattutto con il Cairo. Alle elezioni di domenica
hanno partecipato 1.060 membri di Fatah. Si calcola
che, da maggio, l’afflusso sia stato del 95 per cento. Secondo
fonti di al Fatah, Arafat ha imposto in questi giorni uno stop
alle elezioni in corso attraverso il capo delle forze generali
di sicurezza a Gaza, Abed Razik al Majada, ordinando di togliere
dalle liste gli appartenenti alle forze di sicurezza dell’Anp,
considerati come i vincitori più probabili. I risultati
parziali – scrive R. A. Segre sul Giornale – davano la vittoria
alla corrente riformista di Fatah, guidata da Dahlan. Secondo
Gershon Baskin, codirettore dell’IPCRI, fino a quando
Arafat sarà attivamente alla guida dell’Anp, non ci sarà nessuna
sfida per la leadership. Ci si chiede se, dopo questi risultati,
Dahlan andrà contro Arafat e prenderà il comando
di Gaza, facendo accordi separati con americani e israeliani
e isolando sempre di più il rais.
Dietro al congelamento delle elezioni ci sarebbe l’opera
della cosiddetta vecchia guardia, spiega al Foglio Nabil Amr,
membro del Consiglio legislativo palestinese, ex ministro
dell’Informazione e degli Affari parlamentari. "La vecchia
guardia è ovunque, non soltanto nel Fatah, ma anche nell’Autorità
nazionale e nell’Organizzazione per la liberazione
della Palestina. E’ contro le elezioni perché queste
cambierebbero
la direzione della politica interna e perché ha interesse
a mantenere intatto il regime per salvaguardare i propri
interessi". La manovra però preoccupa la corrente moderata
palestinese, mettendo in luce la frattura che lacera
dall’interno la politica e la leadership di Ramallah.
"Se le elezioni non dovessero andare avanti, sarebbe un
disastro, nulla cambierà e vincerebbero le fazioni più fanatiche.
Ma c’è una grande parte dei palestinesi che vuole che
il processo democratico continui. Dobbiamo iniziare una
campagna nei mass media e tra la popolazione perché possa
essere organizzato un altro tipo di elezione, non soltanto
per quanto riguarda Fatah, ma anche per i consigli locali e
il Parlamento". Secondo il World Net Daily, il Quartetto, che
ha riunito in questi giorni i suoi mediatori a Gerusalemme,
si è detto "stanco" del comportamento di Arafat, che non
porta a termine le riforme promesse: se non agirà subito, rischia
di perdere ancora di più l’appoggio internazionale. Gli
inviati si sarebbero rifiutati di incontrarsi con il rais. Lo stesso
appello arriva dall’Egitto. Arafat non indispettisce soltanto
possibili interlocutori sul piano internazionale. L’ultima
manovra del congelamento del voto aggrava infatti la
frattura politica interna all’Autorità. "Arafat cercherà di
mantenere una posizione mediana, anche se penso che sia
lui ad avere il potere di bloccare le elezioni", dice Amr.
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