Accordo fra Italia e Israele su energia rinnovabile e qualità dell'aria
Testata: Libero Data: 01 luglio 2004 Pagina: 13 Autore: Mario Prignano Titolo: «Italia- Israele, patto per l'ambiente»
LIBERO di oggi dedica un interessante articolo all'accordo tra Italia e Israele in tema di politica ambientale. Ecco il pezzo: GERUSALEMME - C'è stata molta politica ambientale, ci sono state firme di documenti congiunti, foto ufficiali, strette di mano, promesse di collaborazione tra ministeri. Ma c'è stato anche dell'altro nella giornata che ieri ha trascorso a Gerusalemme Altero Matteoli, il quarto ministro di An a varcare i confini di Israele, ad incontrare i suoi uomini politici più rappresentativi, a raccogliersi davanti alla fiammella ardente nella sala della Rimembranza al museo dell'Olocausto; a sentirsi ripetere che l'Italia è un "grande Paese amico". Del resto, basta scorrere l'elenco delle visite di Stato compiute in Israele nell'ultimo decennio per concludere che le buone relazioni che l'esecutivo di Berlusconi ha instaurato con questo spicchio di democrazia mediorientale non hanno precedenti in alcun governo italiano. L'incontro politicamente più rilevante è stato forse quello che il titolare dell'Ambiente ha avuto con Ehud Olmert, vicepremier del governo di Ariel Sharon e ministro dell'Industria. Di sicuro, Olmert è stato il più esplicito nel ricordare che «l'Italia è il miglior partner europeo di Israele» grazie alla «linea molto chiara tracciata da Silvio Berlusconi». Nessun accenno, nel colloquio tra i due, alla sentenza della Corte suprema israeliana che proprio ieri ha accolto alcuni ricorsi contro la costruzione del muro che separa Gerusalemme Nord dalla zona abitata dai palestinesi: legittimo anche ritenere che non ce ne sia stato il tempo, visto che l'incontro si è svolto alle otto di mattina, poco prima che la notizia della sentenza venisse resa nota. Quel che è certo è che Olmert, l'uomo che dicono potrebbe assumere l'eredità politica di Sharon, con Matteoli ha molto battuto sui tasti della "sicurezza" e della "pace", affidando un enorme valore a quel piano di cessione della striscia di Gaza che, insieme alle critiche degli ultranazionalisti, ha suscitato l'attenzione politica di ampi settori dell'opposizione, cominciando dai laburisti di Shimon Peres. Non è un caso quindi che proprio Peres sia stato l'altro importante politico che Matteoli ha incontrato più tardi, in una saletta riservata della Knesset, il Parlamento israeliano, a cavallo tra la firma di un protocollo sull'ambiente e la visita allo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto. Il leader laburista aveva chiesto di vedere il ministro italiano per perorare la causa di un progetto di forestazione che la sua fondazione vorrebbe realizzare nella West bank e per un convegno sulla cultura e l'ambiente del Mediterraneo che potrebbe realizzarsi a Napoli; ma il nocciolo del colloquio si è svolto inevitabilmente attorno ai temi di attualità. «Noi siamo contro questo governo», ha premesso il presidente dei laburisti rispondendo a Matteoli che gli chiedeva di un loro eventuale ingresso nell'esecutivo, «ma siamo per la pace. E se la cessione di Gaza è un passo verso la pace noi siamo pronti a sostenerla». L'appuntamento è per ottobre, quando la Knesset dovrà decidere se appoggiare o meno quel piano dal quale dipende buona parte del futuro politico di Ariel Sharon. Intrecciati con l'agenda più politica del viaggio di Matteoli (che tra le altre cose ha ottenuto la promessa di un appoggio da parte del governo israeliano alla candidatura di Trieste per l'Expo 2008, contro la spagnola Saragozza), gli incontri ufficiali connessi alle questioni ambientali hanno avuto il loro culmine nella firma di un accordo italo-israeliano in tema di energie rinnovabili, di qualità dell'aria e di gestione dei rifiuti che troverà esecuzione anche grazie ad una commissione mista incaricata di agevolare lo scambio di know-how e la ricerca di soluzioni comuni. Matteoli, che stamane visiterà un impianto all'avanguardia nel trattamento dei rifiuti solidi, si è augurato che proprio in questo settore si arrivi presto ad una collaborazione fattiva con Israele, visto che «nessun Paese al mondo ha eliminato il problema fino in fondo, e solo una visione allargata della questione può aiutare a risolverla nel rispetto dell'ambiente e della qualità della vita delle persone». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.