Igor Man conta sulla poca memoria dei lettori ma noi provvediamo a rinfrescarla
Testata: La Stampa Data: 27 giugno 2004 Pagina: 11 Autore: Igor Man Titolo: «Wael Zuaiter, vero martire palestinese»
Su "Specchio", supplemento del sabato della STAMPA, è uscito l'articolo di Igor Man "Wael Zuaiter, vero martire palestinese" che riproduciamo. Invitiamo i nostri lettori a leggerlo attentamente. La «Causa Palestinese»? Distratta dal mortifero afflusso di notizie non notizie in caotico arrivo dall'Iraq, immeschinita da infausti «conti della serva» per sbarcare il lunario, la gente, la brava gente con tre G ha perso ogni contatto sentimentale (o ideale) con la «causa palestinese».
Già monopolio della Sinistra e dei politici più seri, già cruccio dei giusti, la tragedia del Vicino Levante scorre fra un «quadro» e l'altro: ritiro da Gaza di Sharon, fra il niet dei coloni e il «Poi?» dei pacifisti israeliani e no; costruzione del muro; occupazione militare della Cisgiordania; crisi economica in Israele; disoccupazione che porta al pauperismo nei territori occupati. E, infine, il destino di Arafat: bandiera, ancorché logora, del nazionalismo palestinese, padre della Patria che non c'è, venerato dai giovani che lo chiamano il Padre (al Walid), insidiato dai cinquantenni alla scalata d'un potere immaginato anziché reale, nemico numero uno della Destra sionista, Mandela in versione medionentale eccetera.
«Abbiamo camminato tanto, a piedi scalzi, percorrendo una lunga strada lastricata di innocenti martiri (come Wael Zuaiter) ma ora siamo stanchi: basta con questo genocidio a rate: giustizia o morte»: è questo il più recente «messaggio» di Arafat «agli amici, al nemico: di fronte alla Storia». Enfasi retorica a parte, le parole del vecchio fedayn odiato da Sharon e, in ogni caso, in perdita di velocità, sono state ampliate drammaticamente da una «cerimonia», svoltasi a Massa Carrara, in memoria di Wael Zuaiter.
UCCISO PER LE SUE PAROLE
Ma chi era Wael Zuaiter? Un intellettuale palestinese, nato a Nablus (la Napoli cisgiordana) che dopo lungo peregrinare approda in Italia. Cultore di Goethe e di Leopardi, splendido traduttore delle Mille e una notte, protagonista-vittima del Settembre Nero, da Amman raggiunge Roma e presto diventa il portavoce dell'Olp. Senza stipendio, Wael non sa sparare, il suo mestiere è scrivere, ragionare. Decide che il «suo posto» sia l'Italia, che il suo ruolo fosse quello di «combattere l'ignoranza e i pregiudizi degli italiani nei confronti dei palestinesi», come scriverà alla carissima sorella Naila.
Mite, sognatore, eternamente povero per pura scelta, innamorato della sua gente, sentimentalmente legato a una pittrice di particolare talento,JanetVenn-Brown, amico di Moravia e di Rafael Alberti, diceva che «la parola fa più danni del cannone» e questo spiega perché egli fosse fiero oppositore del terrorismo. Ciononostante figurava nella lista nera di Servizi israeliani: lo ammazzarono, in Roma, il 16 di ottobre del 1972.
Evidentemente la continua, articolata denuncia della condizione amara dei suoi compatrioti della Palestina occupata, le sue parole, davano fastidio a qualcuno. «Le parole sono pietre» e dunque fanno male. Assai. Ecco perché l' ammazzarono, come un capretto. I suoi amici, chi lo amò spiegano che la «cerimonia» di Massa Carrara non è stata soltanto «un atto d'amore quanto un (piccolo) tentativo di scuotere l'apatia dell'opinione pubblica italiana».
In verità, non ci potremo aspettare pace e normalità in tutto il Grande Medio Oriente, senza che la questione palestinese venga finalmente risolta: con la «pace possibile», ora, in attesa di quella vera; fra una o due generazioni».
Il 5 settembre 1972 è una data tragica nella storia di Israele e del mondo civile. Un commando di palestinesi, durante le Olimpiadi di Monaco, fa strage di atleti israeliani. (Per chi volesse approfondire l'argomento rinviamo al testo di Fausto Coen "Israele 50 anni di speranza" ed.Marietti.) Golda Meir, allora capo del governo, grida al mondo intero che gli autori e gli organizzatori della strage verranno scovati da Israele ed eliminati, visto che la Germania non ha potuto (voluto?) intervenire per catturarli. La promessa viene mantenuta. Fra gli organizzatori, e tra i più spietati, vi era Adel Zu-Aiter, il Wael Zuaiter, la cui biografia edulcurata, rivista e corretta, abbiamo appena letto nell'articolo di Igor Man. Che viene, appunto, ucciso a Roma dove faceva parte della delegazione dell'OLP. Gli autori rimarranno ignoti, mentre tutt'altro che ignota, per la sua attività terroristica, era la vittima. Eppure, a distanza di più di trent'anni, quella storia viene completamente reinterpretata, l'organizzatore di stragi viene presentato con un poeta sognatore, tanto la memoria degli italiani è labile, massì, l'operazione si può fare. Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore della STAMPA Marcello Sorgi, per ricordargli che non tutti i suoi lettori hanno dimenticato quanto è accaduto, e che l'operazione di trasformare il terrorista in un martire-santo operata da Igor Man non è altro che un inganno ai danni dei lettori della STAMPA. Cliccare sulla e-mail sottostanta per scrivere al quotidiano torinese.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.