I giudici assolvono Sharon due quotidiani lo condannano
Testata:Il Sole 24 Ore - Il Mattino Autore: la redazione Titolo: «Scandali per un premier - Israele, Sharon se la cava: non sarà incriminato»
Ariel Sharon non subirà alcun processo, in quanto il procuratore generale, Mazuz, lo ha scagionato dal procedimento che lo riguardava. Ma per IlSole24ore, è colpevole.
A pag.5 infatti, il quotidiano di Confindustria pubblica un articolo firmato dalla redazione esteri, dal titolo "Sharon, accuse archiviate. Vicina l'intesa con Peres", sostanzialmente di cronaca, riportando i fatti. Caduta di stile però, quando Sharon viene definito "premier bulldozer", sarebbe interessante se il direttore Guido Gentili ci spiegasse il perchè. Quello che ci fa capire che per Il Sole, Sharon è colpevole, è un box inserito nell'articolo citato, che riportiamo: Nel gennaio scorso l'imprenditore David Appel venne accusato di tentata corruzione nei confronti di Ariel Sharon. Nel 1999 Appel si era affidato al figlio del premier Gilad per l'acquisto di un isola greca, pagando grosse somme per ottenere l'appoggio del premier nell'affare.
Nel dicembre 2002 alcuni membri del comitato centrale del Likud vennero accusati di chiedere denaro in cambio di voti nella scelta dei membri del parlamento per le elezioni del gennaio 2003. Sharon negò ogni coinvolgimento.
Nel gennaio 2003 venne avviata un inchiesta sulla campagna di Sharon del 1999 per la leadership del partito. La polizia ritiene che i due figli del premier abbiano usato un prestito di un imprenditore sudafricano come collaterale per ripagare contributi illeciti alla campagna. In Israele è illegale l'uso di finanziamenti stranieri per campagne politiche. Quindi non basta per IlSole24ore, che il procuratore generale abbia scagionato Sharon, no. Bisogna in qualche modo infangare il premier tirando fuori da qualche soffitta, vecchie e non provate accuse, nella perfetta influenza tramballiana. Evidentemente, quando al Sole si scrive di Israele, Gentili dorme; e se non dorme, fa finta di dormire.
Anche Michele Giorgio su IL MATTINO non rinuncia a criticare la decisione del procuratore. Sharon deve essere per forza colpevole. Gerusalemme. Il premier israeliano Ariel Sharon non verrà processato per il caso dell’isola greca e per le attività illecite del costruttore David Appel nelle quali la polizia invece lo riteneva pesantemente coinvolto. La decisione è stata presa ieri dal procuratore capo Menachem Mazuz e rappresenta di fatto un via libera al piano di disimpegno da Gaza che il premier intende portare avanti in collaborazione con i laburisti di Shimon Peres pronti ad entrare nel governo. Mazuz ha scagionato Sharon e suo figlio Ghilad da qualsiasi sospetto di corruzione per una vicenda iniziata sei anni fa, quando Appel progettò di costruire una città sull’isola greca di Patroclos, nonostante i rigidi vincoli ambientali. Appel cercò l'appoggio di dirigenti del Likud tra cui Sharon. L’imprenditore sperava di impressionare i dirigenti greci ostentando rapporti stretti con importanti esponenti politici israeliani. Ieri il procuratore ha smontato la teoria secondo cui Appel avrebbe assunto Ghilad Sharon con uno stipendio principesco allo scopo di ingraziarsi Sharon. Mazuz (politicamente vicino al Likud) ha criticato inoltre l'operato del capo della pubblica accusa Edna Arbel che a marzo gli aveva consigliato l’incriminazione degli Sharon, padre e figlio. Mazuz infine non ha trovato niente da rimproverare al premier sui legami tra mondo degli affari e politica, denunciato dai media. Per Sharon la decisione di Mazuz è un semaforo verde all’avvio di contatti con i laburisti, allo scopo di dar vita a un governo che realizzi il ritiro da Gaza. Ieri sera Peres ha detto di essere pronto a trattative con il Likud. L’unico punto che potrebbe impedire l’intesa è la politica economica del ministro delle Finanze Netanyahu, particolarmente contrastata dalle correnti sindacaliste vicine ai laburisti. Non sembrano invece esserci ostacoli rispetto al ritiro da Gaza che i laburisti sostengono apertamente. Determinante sarà anche l’assegnazione dei ministeri. E Peres punta a quello degli Esteri.
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