Poco cemento, molto reticolato ma al quotidiano torinese non se ne accorgono
Testata: La Stampa Data: 10 giugno 2004 Pagina: 9 Autore: la redazione Titolo: «Denuncia palestinese: 52 mila posti di lavoro a rischio per il Muro»
In un trafiletto è riportata la denuncia palestinese dei danni economici che la barriera difensiva israeliana provocherebbe agli abitanti della Cisgiordania. Si tratta di proiezioni e congetture. E' un fatto,invece, che rriera salva vite umane. Così come è un fatto che finora non ha danneggiato economicamente i palestinese: due inchieste, una pubblicata ad aprile sul periodico americano Forward, l'altra il 4 giugno sul Jerusalem Post dimostrano che dopo la costruzione della barriera le condizioni economiche di Jenin sono migliorate: la maggiore sicurezza degli israeliani porta anche a una maggiore libertà di movimento a maggiri possibilità di guadagno dei palestinesi. Molto fuorviante è anche la fotografia a fianco del pezzo, che rappresenta un tratto in muratura della barriera, con la didascalia: "Il muro di divisione tra israeliani e palestinesi". Della barriera, che è in gran arte una recinzione metallica, la redazione esteri della Stampa mostra sempre una parte che in realtà supera di poco gli 8 chilometri. Come mai?
Almeno 52 mila palestinesi potrebbero perdere il lavoro a causa del muro di separazione israeliano in costruzione in Cisgiordania secondo gli esperti economici dell'Autorità Nazionale Palestinese. Le sezioni già costruite hanno danneggiato l'economia palestinese rendendo difficile per migliaia di persone raggiungere scuole e posti di lavoro. I palestinesi disoccupati sono almeno 277mila su una forza lavoro di 792mila unità, secondo dati delle Nazioni Unite e il 62& della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.