Testata: Il Foglio Data: 10 giugno 2004 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «I tre del veto alla prova del debito»
L'editoriale di oggi indica nella disponibilità di Francia, Germania e Russia a condonare al nuovo Iraq i debiti di Saddam Hussein, il test decisivo della loro volontà di contribuire alla stabilizzazione del paese e della sincerità delle motivazioni umanitarie da loro invocate contro la guerra al precedente regime.
Il G8 ha affrontato il problema del debito del governo iracheno. L’amministrazione Bush farà pressioni sugli altri "sette grandi" perché riducano drasticamente i loro crediti verso l’Iraq, il cui debito (che peraltro è notevole soprattutto verso il Kuwait e l’Iran, per danni di guerra) ammonta a 120 miliardidi dollari. Sin qui del problema si era discusso in sordina, in quanto, non esistendo legalmente un governo iracheno, non c’era il debitore a cui rivolgersi, per la riscossione degli interessi relativi all’ammortamento. Poiché Saddam aveva nazionalizzato tutto, ne consegue che anche il debito ex privato iracheno è ora dello Stato. Che non sarebbe in grado di pagare, nemmeno se, fra interessi ed ammortamenti, l’esborso fosse limitato a 10 miliardi annui, con estinzione del capitale in 15-20 anni. L’Iraq, infatti, può esportare al massimo due milioni di barili di greggio al giorno, pari a 120 milioni di tonnellate annue. Al prezzo di 28 dollari, si tratta di 56 milioni di dollari al giorno, cioè di un incasso teorico di 20 miliardi di dollari l’anno. Ora l’autorità petrolifera irachena – altro ente, che ora avrà la sua personalità giuridica – reclama per sé un sessanta per cento almeno dell’incasso del greggio, che, secondo le norme vigenti, le appartiene. Ciò per pagare i costi di esercizio, le manutenzioni straordinarie e i nuovi investimenti, da aggiungere a quelli internazionali, per la valorizzazione delle riserve di petrolio e gas e per costruire nuovi impianti di raffinazione e di produzione dei derivati (fertilizzanti, plastica ) per i bisogni locali. Anche riducendo le richieste dell’ente statale a 10 miliardi di dollari, l’economia irachena sarebbe completamente strozzata se tutto il resto di questa valuta dovesse essere destinata al pagamento dei debiti. Secondo il Fondo monetario, dunque, la ristrutturazione del debito non basta. Occorre una "forgiveness", un condono, a favore del nuovo governo democratico. Fra i maggiori creditori del G8 ci sono la Francia, la Russia e la Germania. Le quali hanno sempre sostenuto che volevano l’autogoverno dell’Iraq, per il bene degli iracheni. E non per avere di fronte un debitore, con tutti i titoli necessari per essere messo all’angolo. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.