Il razzismo non è un'ovvietà, tanto meno un'opportunità: due lettere alla Stampa, giustamente indignate
Testata: La Stampa Data: 04 giugno 2004 Pagina: 28 Autore: due lettori Titolo: «Schacchi vietati per gli israeliani. Un esclusione razzista»
Forse in parte è anche merito nostro, sta di fatto che i lettori della Stampa si sono stufati dell'atteggiamento antiisraeliano di questo giornale e lo hanno dimostrato oggi con due lettere. L'oggetto della critica è l'articolo publicato ieri in prima pagina di Alberto Papuzzi sui campionati del mondo di scacchi che Informazione Corretta nell'edizione di ieri aveva già colto in fallo. Pubblichiamo le due lettere. Mi riferisco al servizio di Alberto Papuzzi sulla prima pagina di ieri della Stampa, inerente al prossimo campionato del mondo di scacchi che si terrà in Libia dal 18 giugno. La notizia è che Gheddafi jr, presidente del comitato olimpico libico, dopo aver prima assicurato (bontà sua) che non vi sarebbero state esclusioni, ora ha viceversa fatto sapere che al torneo non verranno ammessi israeliani. Contro questa inaccettabile esclusione sono arrivate «a raffica», come ricorda Papuzzi, le rinunce di altri scacchisti di diversi paesi. Ma la chiusura del servizio «magari a forza di rinunce potrebbe aprirsi lo spazio anche per un italiano» mi trova in forte disaccordo. Spero che nessuno scacchista italiano accetti un'eventuale partecipazione in queste condizioni. Mauro Ramoni, Arona
Sono indignato per il tono dell'articolo di Alberto Papuzzi sulla prima pagina de La Stampa di ieri, dedicato all'esclusione di Israele dai Mondiali di Scacchi in Libia. Una simile esclusione razzista ed antisemita avrebbe dovuto destare sdegno ed il ritiro della partecipazione dal campionato di tutte le delegazioni dei paesi civili che ripudiano l'antisemitismo, almeno nei fatti e non solo a parole. Invece, a leggere l'articolo, sembra che un simile diktat, che tanto sa di nazismo, sia una notizia curiosa, di poco conto, e che magari dall'esclusione degli israeliani e dal coraggioso ritiro dei partecipanti ebrei, possa anche scapparci una opportunità per l'Italia... in particolare la frase finale. Un po' di coraggio nel difendere gli Ebrei nel mondo, non chiedo altro. Stefano Marone
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