Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Non informare i propri lettori una scelta editoriale del settimanale cattolico
Testata: Famiglia Cristiana Data: 28 maggio 2004 Pagina: 17 Autore: Guglielmo Sasinini Titolo: «Troppi passi falsi, Sharon rimane solo»
Dal numero di Famiglia Cristiana del 30 maggio '04:
La fotografia che illustra l'articolo è un'"anticipazione" di quanto contenuto nell'articolo stesso: un bambino di due o tre anni solo, triste, dallo sguardo sperduto davanti ad una distesa di terra e la didascalia che recita: "Il campo profughi palestinese di Rafah dopo l'attacco dei carri armati israeliani".
Non è solo l'attacco a Sharon che lascia stupefatti, non è solo la palese propaganda filopalestinese che disturba ma è soprattutto la mancata informazione sui fatti, su quello che è veramente accaduto e sul motivo che ha indotto l'esercito israeliano ad intrapprendere l'Operazione Arcobaleno. Le stragi di civili palestinesi, tra cui donne e bambini, non fanno che aumentare l'odio e alimentare il numero dei potenziali terroristi suicidi.
La morte di otto civili palestinesi, non intenzionale e per la quale il governo israeliano ha mostrato profondo rincrescimento, non può essere definita strage. Il termine strage è invece molto più appropriato per le decine di civili inermi israeliani che i terroristi suicidi fanno a pezzi sugli autobus, è ancor più appropriato per definire la morte atroce di dodici soldati israeliani uccisi con un missile antitank e i cui corpi sono stati fatti a pezzi e mostrati come trofei. Ma queste morti al giornalista non interessano. I buldozer che a Rafah, nel sud di Gaza, hanno spianato le case di coloro che avevano perso i loro figli e fratelli in scontri con i militari rendono incomprensibile la politica di Ariel Sharon: impartendo ai militari ordini di questo genere, il premier non solo non placa la rabbia dei coloni, che continuano a essergli ostili, ma non conquista nemmeno simpatie nell'opposizione laburista, che sostiene il ritiro da Gaza ma non può accettare le punizioni collettive inflitte alla popolazione palestinese. I buldozer radono al suolo case che spesso sono già vuote perchè le famiglie sono state costrette ad andarsene dai terroristi oppure come è capitato recentemente abitate dai parenti dei kamikaze che hanno nascosto e protetto i loro familiari.
Sharon sembra contraddire sè stesso. Aveva sostenuto il Governo palestinese di Abu Mazen, ma non lo ha aiutato.
In realtà è stato Arafat che ha impedito ogni azione politica di Abu Mazen in direzione della pace; ma anche questa è un'occasione che il giornalista sfrutta per gettare ogni responsabilità sul primo ministro israeliano.
La demolizione delle case di Rafah e le stragi di civili per i quali c'è stato il "rincrescimento" dei vertici dell'esercito, hanno provocato irritazione nell'Unione Europea e messo in grave imbarazzo l'alleato di sempre: gli Stati Uniti, che solo poche settimane fa, per voce di Bush, avevano riconosciuto che Israele potrebbe annettere gli insediamenti più popolati della Cisgiordania. L'articolo termina senza che il giornalista abbia fatto il minimo cenno ai 90 passaggi che l'esercito ha scoperto e che erano impiegati per far entrare dall'Egitto armi leggere e pesanti, armi micidiali utilizzate contro le città israeliane. Era necessario bloccare questo fiume di armi destinate a fare a pezzi centinaia di civili inermi. E per proteggere la vita di israeliani innocenti altri giovani soldati sono stati fatti a pezzi, sono stati portati come trofeo, simbolo di un odio che alimenta la maggior parte del mondo palestinese. Famiglia Cristiana sceglie di non informare i suoi lettori. Non è propaganda questa? Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Famiglia Cristiana. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.