Gli "esteri" sono pregati di informarsi meglio al quotidiano torinese i delatori diventano eroi
Testata: La Stampa Data: 12 maggio 2004 Pagina: 7 Autore: la redazione Titolo: «Quattro anni fa il linciaggio dei due riservisti a Ramallah»
Un pezzo redazionale ma tutto pieno di errori, quello della Stampa di oggi. Il 24 ottobre del 2000 vennero massacrati due riservisti israeliani che avevano sbagliato strada ed erano finiti a Ramallah. Ma il corrispondente Rai di allora, Riccardo Cristiano (Riccardo, non Roberto) non è stato vittima di una aggressione, come scrive la Stampa. Fu invece protagonista di una ben più squallida vicenda, per la quale fu richiamato in Italia. Forse i nostri lettori la ricordano. Per chi non la sapesse la racconteremo di nuovo tutta la settimana prossima. Al tribunale di Roma ci sarà infatti il 24 maggio prossimo l'ultima udienza del processo che un gruppo di cittadini hanno intentato contro Cristiano per il suo vergognoso coinvolgimento con il terrorismo palestinese.Invece di raccontare quanto era accaduto, si guardò bene dal riprendere la carneficina. Di più scrisse una lettera ad un amico giornalista palestinese per dirgli che nè lui nè la Rai "avrebbero mai contravvenuto al patto che esiteva con l'OLP". Peccato per Cristiano che l'amicio giornalista, convinto di fargli un piacere, abbia pubblicato la sua lettera su di un quotidiano arabo di Gerusalemme. Da questo "errore" si scoprì come esercitava la sua "professione" in Israele. Riportiamo il pezzetto della Stampa, a riprova di come agli esteri di quel giornale fatti gravi come il "caso Cristiano" siano ormai passati in cavalleria e che la storia di ciò che è realmente accaduto possa venire cancellata e sostituita. Invitiamo i nostri lettori a scrivere alla Stampa per chiedere come sia possibile stravolgere la realtà fino a questo punto. E se La Stampa intende seguire il processo a Riccardo Cristiano il prossimo 24 maggio a Roma. Lo scempio dei resti degli israeliani uccisi ieri a Gaza, portati per le strade come un trofeo, ha un triste precedente nel linciaggio di due militari riservisti dello stato ebraico, avvenuto il 24 ottobre del 2000. Una vicenda che allora, oltre all’orrore per le immagini trasmesse da tutte le tv del mondo, scatenò una lunga polemica che coinvolse le principali televisioni italiane: Rai e Mediaset. In piena Intifada, i due riservisti erano entrati per errore a in auto Ramallah ed erano stati bloccati e arrestati da agenti palestinesi che li avevano portati nella più vicina stazione di polizia. Almeno questa era la versione palestinese. La notizia si diffonde subito tra la folla inferocita che prende d’assalto il commissariato, s’impadronisce dei prigionieri e compie un furibondo linciaggio. Sul campo c’è un cameraman che filma tutto e vende la immagini a a Rete 4 che poi le passera anche alla Rai. Filma momenti di terribile crudezza che sembrerebbero provare la connivenza degli agenti con la folla. Si vede anche il momento orripilante in cui , gettati dalla finestra, i corpi arrivano nella mani della calca in strada, con quel che segue. Le immagini mostrano individui che dalla finestra agitano le mani piene di sangue e fanno il segno di vittoria. Durante il pestaggio è squillato il telefono di una delle due vittime, era la moglie impensierita. Uno dei palestinesi le ha risposto in ebraico: «Signora, le abbiamo appena sgozzato il marito». Il primo ministro israeliano di allora dirà parole sentite tante altre volte: «La pagheranno. Ciascuno degli agenti e dei civili palestinesi che hanno preso parte a questo sconvolgente linciaggio, la pagherà personalmente». E la giostra dell violenza infinita continuò a girare in Palestina. Si alzarono gli elicotteri Apache, colpiscono Gaza e la Cisgiordania. La vicenda ebbe una coda polemica che coinvolse le tv italiane che avevano trasmesso le immagini. I accusarono accusarono le nostre emittenti di aver trasmesso le immagini alla polizia israeliana perché individuasse i colpevoli, il corrispondente della Rai Roberto Cristiano fui anche aggredito. Si trattò in parte di un equivoco perché le immagini furono girate per una tv israeliana, Rti, e l’acronimo fu scambiato per quello della tv italiana. I corrispondenti italiani delle tv furono richiamati temporaneamente in Italia. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.