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Libero Rassegna Stampa
07.05.2004 Libri di testo palestinesi, educazione all'odio
con i soldi dell'Unione europea. E Prodi dov'era?

Testata: Libero
Data: 07 maggio 2004
Pagina: 7
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Così Prodi ha usato i soldi per i palestinesi»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa sul programma di studi all'interno delle scuole palestinesi e sui fondi Ue destinati all'Anp: ecco il retroscena di come i nostri soldi finanziano il terrorismo palestinese.
«Dopo questo scrupoloso esame, io dovrei dire alla commissione che noi non
abbiamo alcuna evidenza, io ripeto, noi non abbiamo trovato alcuna evidenza
di fondi Eu usati per scopi diversi da quelli concordati tra l'Europa e
l'Anp»
Era il 19 giugno 2002 quando Chris Patten, il commissario Ue preposto al
Medio Oriente da Prodi rispondeva così, seccamente, nella commissione esteri
del parlamento europeo, a Bruxelles, alle valanghe di interrogazioni in
materia presentate da svariati europarlamentari, tra cui gli otto della
lista Bonino che per primi raccolsero le firme. Oltre 170.
Erano le ultime parole famose di un commissario sempre critico e ostile nei
confronti di Israele e sempre magnanimo con la dirigenza palestinese.
Da quel giorno sono arrivati a valanghe i documenti prodotti dallo stato di
Israele e da varie organizzazioni umanitarie ebraiche e non relativi ai
finanziamenti al terrorismo, scoperti durante la famosa operazione di
polizia militare denominata muro difensivo "homat maghen").
Un quadro davvero sconfortante di cui finalmente, mercè le impudenti
affermazioni televisive dell¹eurodeputata di Rifondazione Luisa Morgantini a
"la Sette" mercoledì sera, si è accorto anche il Corriere della Sera. Che ieri ospitava un ben informato articolo di Galli della Loggia per confutare la difesa d'ufficio di Arafat effettuata dalla pasionaria delle "donne in nero".

TESTI SCOLASTICI ANTISEMITI
Per quello che riguarda l'utilizzo dei testi scolastici in chiave di
propaganda antisemita, i due studi più seri sono entrambi posteriori alle
impegnative parole del commissario Chris Patten. Uno è dell'ottobre 2002 a
cura del Center for Public policy dell'organizzazione ebraica B'nai B'rith, nota per il found raising e per l'opera di lobbying a favore delle comunità
ebraiche mondiali e si intitola "Palestinian children and the school of
hate". Un altro è quello citato dallo stesso Galli della Loggia, il Center
for monitoring the impact of peace, dove per pace si intende quella di Oslo,
rimasta solo sulla carta.
Fino all'anno scolastico 2000 - 2001 i testi usati dall'Autorità Palestinese
erano i libri giordani ed egiziani. Nel settembre 2000 il Ministero
dell'educazione palestinese ha pubblicato 14 nuovi testi per le classi prima
e sesta, scritte dal Centro per lo sviluppo dei programmi scolastici
palestinesi, un organismo sostenuto da finanziamenti Europei.

I testi insistono sempre sulla delegittimazione di Israele, che è definito
come straniero nel Medio Oriente, e come un paese colonialista, che ha
occupato la "Palestina" nel 1948, come aveva fatto l'Inghilterra nel 1917.
Nei testi si continua a non riconoscere l'esistenza di Israele, il cui nome
non viene mai citato e la cui espressione geografica è negata negli atlanti.
Un esempio dal libro per la seconda elementare "La nostra lingua araba".
A pagina 51 c'è la meditazione di una poesia sulla Palestina di Mahmoud al
Shalabi: "..per me la promessa del martirio è la mia canzone, da Gerusalemme, costruirò la mia scala verso l'eternità".

Ecco adesso qualche esempio tratto da esercizi di grammatica dello stesso
libro di testo ma per bambini di dieci anni. "Trasforma le seguenti frasi
dalla forma attiva a quella passiva: il nemico è stato ucciso, abbiamo
sacrificato martire dopo martire."
E ancora: "scrivi cinque frasi sulla virtù dei martiri e sul loro prestigio".
Seguono "domande per la comprensione del testo. Ecco la numero 4: "nominare
quattro gloriose battaglie che hanno avuto luogo sul suolo di Palestina", ed
ecco la numero 7: "perché dobbiamo combattere gli ebrei e buttarli fuori dal
nostro paese".

I FINANZIAMENTI UE AL TERRORISMO PALESTINESE
Quasi dieci miliardi di euro in dieci anni fa un miliardo l'anno. Eppure i
palestinesi vivono ancora come profughi. Che fine fanno i soldi? Forse
basterebbe chiederlo ad Arafat che mantiene moglie, figlia e suocera a
Parigi in una suite da mille dollari a notte al Ritz. Persino i francesi,
notoriamente filo arabi, hanno dovuto aprire un'inchiesta su questo scandalo
dopo che i giornali pubblicarono le foto del fastoso shopping delle tre
donne da Hermes e da Saint Laurent.
Sharon, portò a Bush pochi mesi prima dell'attacco all'Iraq l'ormai famoso
"Arafat file", documentando che i dirigenti dell'Anp gonfiavano di oltre il 55% le cifre che dovevano servire a pagare gli stipendi degli impiegati dello stato. Impiegati che tra parentesi usano il mitra, più che la penna, e che vengono stipendiati solo perchè lo stesso Arafat se li vuole tenere buoni.
Il rais ha raccontato al mondo e soprattutto all'Europa che a lui servirebbero 90 milioni di dollari al mese per pagare questi stipendi. Ma dalle carte sequestrate nel suo bunker nel marzo 2002, sono saltate fuori prove che attestano come al massimo 55 milioni di dollari siano destinati a questo scopo.
A partire dal giugno del 2001 l'UE ha sostenuto finanziariamente il bilancio
dell'ANP, in forma diretta, per mezzo della corresponsione di 10 milioni di
Euro mensili. Finalmente nel novembre 2002 circa 170 deputati europei riuscirono a mettersi insieme per chiedere questa benedetta commissione d'inchiesta sull'utilizzo dei fondi Ue da parte dell'Anp. Ci sono riusciti
dopo lunghissime battaglie procedurali e grazie alla tenace volontà dei
radicali transnazionali della Lista Bonino, guidati per questa operazione da
Maurizio Turco e Gianfranco Dell'Alba.
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