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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
04.05.2004 Il grande paradosso del quotidiano della Confindustria
anche senza firma si riconosce lo zampone di Tramballi

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 04 maggio 2004
Pagina: 8
Autore: un giornalista
Titolo: «I tre paradossi di Sharon»
Da Sole 24 Ore di oggi:

"Il primo paradosso, dopo la bocciatura del referendum all'interno del Likud per lo smantellamento di 21 colonie a Gaza e quattro in Cisgiordania, è che Israele ha un leader senza un partito. Il secondo è che questo leader, Sharon, con un partito a pezzi, continua ad avere una coalizione di governo e, per ora, a superare indenne le mozioni parlamentari di sfiducia. Il terzo paradosso è che il "no" alla referendum ha avuto una ripercussione immediata più sul pianto internazionale che non su quello interno: il presidente americano Bush si ritrova sbilanciato, pochi giorni dopo essersi esposto con importanti concessioni nei confronti di Sharon partendo dal presupposto che il primo ministro sarebbe stata in grado di attuare il piano di disimpegno da Gaza.
Vale la pena ricordare che tra le concessioni di Bush c'era il benestare dell'amministrazione americana a considerare decaduta l'ultima linea di confine internazionalmente riconosciuta, quella del 1967, e priva di valore la rivendicazione dei palestinesi al diritto al ritorno. Cioè il contenuto sostanziale di alcune soluzioni di quelle Nazioni Unite che ora si vorrebbe recuperare per raddrizzare la barca in Iraq.
Sharon è in bilico, ma anche Bush ha fatto un altro passo falso in Medioriente. Da questa situazione gli avversari dei due leader potrebbero ricavare una certa soddisfazione. Ma si tratterebbe davvero di poca cosa e di una visione miope del Medioriente.
Il clima di incertezza che oggi regna in Israele non sembra quello ideale per tornare al tavolo delle trattative: un governo debole o poco credibile avrà molte difficoltà sia d'attuare un ritiro unilaterale da Gaza che a riesaminare il percorso della Road Map per cui oggi si riunisce il quartetto costituito da Stati Uniti, Onu, Russia e Unione Europea.
In questa situazione, dove la corsa al massacro degli innocenti non si ferma, non resta che sperare ancora una volta nella democrazia israeliana e in un ricorso rapido alle urne che apra la strada a un esecutivo più forte e convinto di intraprendere nuove prospettive di pace.
Per noi, l'unico paradosso è che si possa scrivere un articolo cervellotico del genere, su un quotidiano così autorevole come quello di Confindustria.
L'autore vorrebbe rappresentare una realtà che, invece, non corrisponde al vero: Sharon ha voluto sottoporre in modo democratico l'intenzione del governo al suo partito, ha avuto esito negativo, ma non per questo il likud è a pezzi, oppure che Sharon ne esca delegittimato.
Sono scelte molto importanti per la vita dello stato d'Israele, quindi le consultazioni sono necessarie.
Il riferimento alle risoluzioni delle Nazioni Unite, (celeri nel condannare Israele, assenti quando si tratta di censurare le stragi dei fascisti islamici), è fuori luogo, in quanto gli sviluppi degli ultimi anni nella zona, ne hanno cambiato totalmente i presupposti.
Inoltre, non è "il clima di incertezza che regna in Israele" ad impedire le trattative per una soluzione alla crisi, ma i continui attacchi e allarmi attentati dei palestinesi e la totale assenza dell'Autorità Palestinese in materia di sicurezza e prevenzione del terrorismo.

Infine una chicca: si spera nella democrazia israeliana per fare che? La democrazia israeliana è già stata consultata per mezzo del referendum nel Likud (ma il Sole, al posto di rimarcarlo, fa finta di niente parlando di partito a pezzi, leader senza partito e amenità del genere), oppure per cambiare un governo pienamente legittimo e forte, ma che non piace alla redazione; un governo che, nonostante le stravaganze lette in questo editoriale, è alla costante ricerca di una pace sicura e duratura per Israele?
Secondo noi, dietro questo editoriale, c'è lo zampino di Tramballi, non potrebbe essere altrimenti....

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