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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
30.04.2004 Israele al centro della ricerca scientifica mondiale
Il nano robot contro i tumori

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 30 aprile 2004
Pagina: 11
Autore: G. Caravita
Titolo: «Oncologia, in azione il nano robot»
Sul Sole 24 Ore di ieri, a pag.11, è pubblicato un articolo, firmato da G. Caravita, relativo ad un progetto di ricerca scientifica israeliano molto interessante.
Ennesima dimostrazione dell'attivismo e della validità della ricerca scientifica israeliana a livello mondiale.

Il più piccolo kit medico mai concepito. Grande come un millesimo di miliardesimo di una goccia d'acqua. In pratica poche molecole capaci di funzionare come un computer biologico, programmate per leggere le informazioni genetiche dalle cellule (l’Rna), scoprire se è difettoso, se vi è sospetto di cancro. E, in questo caso, produrre le molecole killer per uccidere la cellula malata.
Questo strabiliante robot biologico opera oggi nelle provette del Weizmann Institute di Rehovot, Israele. Artefice è un gruppo di scienziati guidato da Ehud Shapiro, del Dipartimento di computer sciences, matematica applicata e chimica biologica dell'istituto. All'onore delle pagine della prestigiosa rivista "Nature", nell'edizione di oggi, il nano ospedale del Weizmann è solo l'ultima versione di una serie piuttosto lunga di infinitesimi nano-computer sperimentali già prodotti dal gruppo di Shapiro, autorità mondiale in materia.

L'approccio degli scienziati israeliani è quello di seguire, il più fedelmente possibile, il funzionamento delle cellule naturali. Il software di questo computer sono le sequenze di Dna, mentre i suoi sensori fisici sono enzimi, in grado di manipolare, (tagliare, riconoscere), le sequenze dello stesso Dna.

Se la cellula malata ha un certo tipo di tumore, allora produce in quantità anomale (troppe o troppo poche), alcune molecole particolari di Rna (il messaggero del Dna) e il computer biologico è in grado di sentire queste concentrazioni sbagliate, fino a determinare una sua diagnosi, basandosi su calcoli statistici.

A quel punto il nano ospedale attiva la sua parte di emissione, che avvia la produzione di una particolare doppia elica di Dna, conosciuta per la sua capacità di interferire con la cellula tumorale, fino all'autodistruzione della stessa.

Finora il gruppo ha condotto alcuni esperimenti in laboratorio, ma con un certo successo. Il nano ospedale è stato in grado di riconoscere l’Rna del cancro alla prostata e di rilasciare Dna assassino. Anche una forma di cancro al polmone è stata individuata.

"Questo del gruppo di Shapiro è un lavoro molto elegante", commenta Roberto Cingolati, responsabile del laboratorio nazionale di nanotecnologie presso l'Università di Lecce, "che secondo me va oltre il computer molecolare e propone qualcosa di simile a un nano ospedale, capace di fare diagnosi e terapia specializzata in situ. Ovviamente, però, si tratta di un concept-study e come tale va apprezzato. Qualunque accenno ad applicazioni reali sarebbe oggi fuorviante."

È dello stesso parere anche Shapiro:" è chiaro che la strada ancora lunga. Potrebbero essere necessari decenni prima di avere un sistema di questo tipo realmente operante dentro il corpo umano. Nonostante ciò solo un paio di anni fa noi prevedevamo che vi sarebbero voluti 10 anni per arrivare al punto in cui siamo oggi."

La progressione del gruppo di Shapiro, non molto diversa dai progressi accelerati che sta facendo un po' tutto il nanotech negli ultimi anni, è eloquente: nel 2001 venne annunciato il primo computer biomolecolare, sempre in provetta, in grado di eseguire semplici calcoli matematici. Nel 2003 fu la volta di una versione in grado di utilizzare il Dna come fonte di input e di energia. Un anno dopo è la volta del primo sistema con capacità sensoriali e di produzione autonome. Passi avanti, come si vede, non da poco.
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