Bravi israeliani, avanti così! una lettera in favore della schiettezza e contro le ipocrisie
Testata: La Stampa Data: 29 aprile 2004 Pagina: 28 Autore: un lettore Titolo: «Lettere al direttore»
Sulla Stampa di oggi, nello spazio dedicato alle lettere dei lettori, vengono pubblicate alcune considerazioni sull'intervista all'ambasciatore d'Israele in Italia, Ehud Gol (vedere commento su Informazione Corretta di martedì 27 aprile '04). Una bella risposta a chi critica, senza se e senza ma, l'operato di qualsiasi governo di Israele.
Nell'intervista all'ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol pubblicata sulla Stampa di martedì ho trovato alcuni spunti piuttosto interessanti. Innanzitutto uno stile decisamente poco diplomatico, almeno nel senso europeo del termine, in cui le cose vengono dette esattamente per quello che sono, senza giri di parole o ipocriti doppi sensi. In questo l'ambasciatore è un perfetto esponente del carattere israeliano, diretto, asciutto ai limiti della arroganza. Sarei curioso di vedere quali spettacolari giri di parole avrebbe usato il nostro Ministro degli Esteri per esprimere i concetti, piuttosto duri, espressi dall'ambasciatore Gol. Concetti che mi sento di condividere comunque, anche se il governo rappresentato dall'ambasciatore non è quello che vorrei vedere alla guida di uno stato di cui mi considero amico come Israele. Cosa avrebbe dovuto fare Israele nei confronti di Hamas se non colpirne i vertici? Avrebbe dovuto dar loro qualche chance di portare a termine la loro intenzione principale, cioè l'eliminazione dello stato di Israele oppure dovrebbe permettere a loro e agli altri gruppi terroristici di assassinare altri inermi civili israeliani oltre ai quasi mille già uccisi negli ultimi tre anni e mezzo? E cosa dovrebbe fare Israele se non procedere unilateralmente al ritiro da Gaza visto che dalla controparte palestinese da mesi non si capisce chi decide cosa e quali siano le intenzioni nei confronti di un processo di pace ormai agonizzante? Personalmente mi auguro di vedere presto una separazione netta dei due popoli, la creazione di uno stato palestinese con confini certi e quanto più vicini a quelli pre guerra dei sei giorni. Il ritiro da Gaza, non sarà sicuramente la soluzione del problema mediorientale, ma, per una volta, almeno una volta si alzi qualcuno, tra le belle anime della politica europea, magari qualcuno di sinistra, e dica: bravi israeliani, avanti così! Forse che potrebbe servire a farli sentire meno abbandonati al loro destino, quindi più disposti ad ascoltarci?
Roberto Tedeschi Invitiamo i lettori di Informazione Corretto a prendere questa lettera come modello e inviarla ai quotidiani di riferimento.