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La Stampa Rassegna Stampa
19.04.2004 Igor Man(zella) bacchetta Bush e Sharon
per lui il sangue che macchia è solo quello palestinese

Testata: La Stampa
Data: 19 aprile 2004
Pagina: 1
Autore: Igor Man
Titolo: «LA CAMBIALE SPORCA DI SANGUE»
Puntuale (e inevitabile) come la morte, Igorman(zella) in prima pagina sulla Stampa bacchetta Bush e Sharon. I due birichini non si comportano come lui vorrebbe. Forse sbagliamo noi a prenderlo ancora sul serio. Se scrivesse solo più su famiglia Cristiana forse l'avremmo già lasciato perdere. Ma, perdindirindina, un editoriale in prima è sempre un editoriale in prima. Quindi facciamoci forza e deglutiamo con sopportazione.
La cambiale in bianco rilasciata da Bush a Sharon s’è subito sporcata. Di sangue.
Per Igorman (zella) si sa, il sangue israeliano non sporca, lui si accorge solo della macchie lasciate da quello palestinese.
L’eliminazione di Abdel Aziz Rantisi, il successore alla guida di Hamas dello sceicco Yassin, stravolge la «svolta epocale» di Bush. Il Presidente sa che Sharon si considera in guerra con il nemico più pericoloso, Hamas. Il più pericoloso perché la sua arma non è tanto quella, atroce, episodicamente impiegata, del terrorismo suicida quanto tutto ciò che sta alle spalle di Hamas. E cioè il disegno di una guerriglia prolungata di schietta impronta religiosa volta, nel tempo, a saldarsi con la imprevedibile piovra di Al Qaeda. Osama, lo Sceicco della Morte ha compiuto il cosiddetto «salto di qualità», l’ultimo suo video è una virata culturale. Attacca l’Europa, in particolare paesi come l’Italia e la Spagna, ma il linguaggio non è più rozzamente apocalittico; la parafrasi della retorica maoista ha ceduto il passo a un discorso piu raffinato: ideologico, insomma; lo spontaneismo crudele sta cedendo il passo alla controcrociata pianificata con gli strumenti confiscati proprio al nemico: l’Occidente. Il discorso ideologico di Al Qaeda s’allarga, adesso, fino a comprendere la Palestina, finora trattata di sguincio. Da cosmetico-grimaldello, la Palestina, diventa, oggi, «una meta e un bersaglio».
Ammazzando in rapida sequenza Yassin e Rantisi, il generale Sharon
perchè il generale Sharon ? Perchè Igorman(zella) usa quella qualifica che non applica invece ai suoi predecessori Barak e Rabin ? E' così disdicevole che un premier possa essere stato un generale ? perchè quella accezione negativa ? Sono domande retoriche, le risposte le sappiamo, ma le buttiamo lì ugualmente.
si conferma un premier che misura situazioni e accadimenti con un metro essenzialmente militare.
Ma non lo diceva in nostro Man(zella) in un precedente articolo che siamo in guerra ? E in guerra non è normale ( e inevitabile) il ragionare militare ?
E’ l’azione che indica la rotta politica, per Sharon, e non viceversa. L’eliminazione di Rantisi, un atto di guerra ricalcato su quella di Yassin, può avere un fall out politico, può spianare la strada d’un possibile «ragionamento bilaterale»? L’eliminazione di Rantisi serve a Sharon per rintuzzare le critiche che gli vengono dall’interno del Likud, il suo partito;
Man(zella) finge di non ricordare che così funzionano le democrazie. Certo, nei paesi arabi i dittatori non si preoccupano delle elezioni (che vincono con il 99% dei voti) nè dei partiti, tenuti tutti sotto stretto controllo, sempre che non ve ne sia uno solo. Ma lui si stupisce che Sharon si preoccupi del suo partito, il Likud.
è mirata soprattutto a esorcizzare la «disfatta» di Gaza.
Ma come, "disfatta", Sharon sta per andarsene definitivamente e lasciarla al completo controllo dell'ANP, cioè SE NE VA, come chiedeva a gran voce Man(zella) ma neppure questo va bene, se ne deve andare con ignominia, in modo che sembri una fuga, così Man(zella) e Arafat-Hamas sono contenti.
Non potendo far tabula rasa di quell’infernale «slum» dove sono confinati i palestinesi più disperati e, quindi, più violenti,
Mai stato Man(zella) a Gaza ? Farebbe bene a farci un giro, visto che ci scrive sopra. Si accorgerà che gli slums non sono altro che villaggi mantenuti in quello stato vergognoso dalla leadership palestinese (con l'avvallo dell'ONU) per usarli come arma mediatica contro Israele, per farne ricadere la colpa sullo stato ebraico. Man(zella) lo sa benissimo ma la sua abitità sta nel ciurlare nel manico, attività nella quale eccelle.
Sharon se ne va vendendo a Bush la ritirata come un bel gesto dettato dalla volontà di riesumare la Road Map. In verità non potendo per un minimo di decenza radere al suolo Gaza, poiché questo comporterebbe ammazzare un milione e mezzo di palestinesi, Sharon sgombera il campo.
Lo vediamo bene Man(zella) nelle vesti della fattucchiera. Con quel suo sguardo da pesce lesso e la striscia (che sia quella di Gaza?) bianca fra i capelli che legge nel pensiero di Sharon e ne vede la volontà distruttrice. Si vergogni di attribuire ad altri intenzioni che sono vere solo se applicate ai terroristi palestinesi. Loro sì che vorrebbero eliminare TUTTI gli ebrei,non solo israeliani ma in tutto il mondo. Mai letto i proclami dei due defunti Yassin e Rantisi ?
Per salvare la faccia consolida ufficialmente il vecchio piano di annessione di territorio giordano mantenendo gli insediamenti dei coloni. Sia chiaro: a sconcertare non è il comportamento di Sharon che è di ferma coerenza.
A lasciare perplessi è il comportamento del Presidente dell’unica superpotenza mondiale. Bush ha riconosciuto in fatto il diritto di Israele ad annettersi una buona fetta dei Territori palestinesi
Bush ha riconosciuto a Israele il diritto a difendersi dal terrorismo, diritto che hanno d'altra parte tutti gli stati democratici, a meno che non dichiarino forfait come ha fatto Zapatero in Spagna. Decisione che piacerà molto a tutto il terrorismo internazionale.
e questo per proteggere i sei più grossi insediamenti in Cisgiordania dove i coloni sono in numero di 230 mila. Crolla ufficialmente il «dogma della linea verde» ma il punto non è questo. Appoggiando, elogiandolo, il passo di Sharon, gli Stati Uniti hanno gettato nella pattumiera ogni scrupolo morale. I palestinesi non sono più, per loro, una controparte bensì figli di nessuno. E’ storicamente sbagliato pretendere che sia Israele, con gli Usa, a decidere il destino dei palestinesi. «Il sostegno di Bush al piano unilaterale di Sharon è un duro colpo alla credibilità internazionale degli Stati Uniti e rischia di aggravare la situazione in tutta l’area mediorientale, a cominciare dall’Iraq», ha scritto il «New York Times».
Quando conviene, Man(zella) fa ampio uso del NY Times, ma i lettori sanno che il NY Times è schierato contro Bush in campagna elettorale.Perchè non cita Kerry che su Israele la pensa in modo uguale a Bush ?
La «svolta epocale» rischia, dunque, di aggravare quel crespo disastro che affligge il Medio Oriente. Solo un soprassalto logico della vecchia Europa, la sua esperienza antica, potrebbero scongiurare un più vasto disastro. Ma l’Europa sembra assistere in silenzio a fatti (e misfatti) più grandi di lei.



"Esperienza antica " ? Certo, di esperienza l'Europa ne ha tantissima. Soprattutto in fatto di ebrei. Ha assistito al loro sterminio senza alzare un dito. Sarà per questo che Israele fa esattamente tutto l'opposto di quello che Igorman(zella) vorrebbe.
Ciò che continua a stupire è che la Stampa pubblichi senza sobbalzare gli sproloqui del Man(zella). Per fortuna che poi giriamo pagina e troviamo di nuovo il giornalismo equilibrato e accurato di altri collaboratori.

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