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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.04.2004 Ti faccio vedere come muore un italiano
l'analisi di Magdi Allam e la memoria di Elie Wiesel

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 aprile 2004
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam-Elie Wiesel
Titolo: «Al Qaeda e Adolf Hitler»
Tutti i terrorismi hanno un filo comune che li lega. Da Al Quaeda ai nazisti, le democrazie hanno il dovere di difendersi. E se le vie della diplomazia e della politica non sono sufficienti, con la guerra. Per vincerla, non per perderla. Ben vengano dunque gli attacchi preventivi e la mano forte.
Sul Corriere di oggi due articoli illuminanti. Quello di Magdi Allam sul pericolo islamista e l'intervista di Alessandra Farkas a Elie Wiesel. Con il presente davanti agli occhi, e uno sguardo al passato. Per capire. Per agire.

Ecco l'articolo di Magdi Allam:

C’è il duplice marchio di Al Qaeda e della sedicente Resistenza irachena dietro al sequestro dei nostri connazionali e al barbaro assassinio di Fabrizio Quattrocchi. Un sodalizio del terrore all’insegna del fanatismo sunnita wahhabita dei discepoli di Osama Bin Laden e dell’estremismo laico- nazionalista dei superstiti del passato regime baathista di Saddam Hussein. Uniti da due obiettivi strategici: costringere gli italiani a sganciarsi dagli americani in vista del ritiro di tutte le forze occidentali dall’Iraq; contrastare il piano degli iracheni sciiti di egemonizzare il potere dopo l’evacuazione degli eserciti stranieri. Una doppia firma che ha individuato nell’Italia un comune nemico. Sia per la solida alleanza con gli Stati Uniti e la diretta partecipazione con proprie forze in Iraq, sia per la ferma politica di prevenzione e di repressione del terrorismo islamico nel nostro Paese che vede coinvolti principalmente dei cittadini maghrebini.
« Al Katiba al Khadra » , la Brigata Verde, la sigla che ha rivendicato l’assassinio di Quattrocchi e il sequestro di altri tre connazionali, è anche il nome della forza d’élite del Gia, il Gruppo islamico armato in Algeria.
I militanti del Gia sono stati processati e condannati in Italia, mentre a decine si sono trasferiti in Iraq per compiere la loro Jihad,
Guerra santa. L’impronta di Al Qaeda è inoltre presente nell’accurata mediatizzazione del sequestro e dell’assassinio, nonché nell’esibizione del mitra tedesco HKG3 prediletto dagli uomini di Bin Laden addestrati in Pachistan o in Arabia Saudita.
Viceversa l’esecuzione tramite un colpo di proiettile alla nuca rivela l’identità laica e la tradizione baathista degli assassini. Non si trattava certamente di una esecuzione conforme all’interpretazione fondamentalista della legge islamica. Il giornalista americano ebreo Daniel Pearl fu sgozzato dai terroristi di Al Qaeda dopo il suo rapimento in Pakistan nel febbraio 2002. Così come i terroristi del Gia hanno sgozzato migliaia di musulmani moderati in Algeria.
Sorprende inoltre il fatto che, proprio nel giorno dell’annuncio del sequestro dei nostri connazionali, Jabbar al Kubaysi, leader della sedicente Resistenza irachena, si sia materializzato a Bagdad in mezzo ai giornalisti italiani per denunciare che « i catturati fanno parte dei servizi segreti italiani e hanno preso parte all’assedio contro la popolazione di Falluja » . Di fatto decretando la loro condanna a morte.
E’ da rilevare infine la raffinata politicizzazione dei due documenti emessi a nome della Brigata Verde. In particolare l’aver anteposto la richiesta delle scuse pubbliche di Berlusconi per le « offese all’Islam » , e l’aver individuato nel popolo italiano l’interlocutore su cui far leva per rovesciare il governo. Una logica reiterata dallo stesso Bin Laden nel suo discorso di ieri.
Che di fatto completa la sua metamorfosi di leader politico. Proponendosi come unico interlocutore della miriade di sigle che a lui fanno riferimento. Offrendo una tregua all’Europa per dividerla dall’America. Tendendo la mano alla galassia dei pacifisti che condividono l’antiamericanismo.
Attenuando i riferimenti all’ideologia islamica radicale. Esibendo per la prima volta una logica del compromesso per porre fine alle stragi e al terrorismo. Il Bin Laden politico fa ancora più paura. Ogni cedimento da parte dell’Occidente servirà ad accreditarlo nel suo molteplice ruolo di burattinaio del terrore, imbonitore delle masse antiamericane, profeta della riesumazione della mitica e mitizzata Umma, la Nazione dell’Islam.
Apparentemente in Iraq tutti si mostrano sorpresi. Il sequestro degli italiani e l’assassinio di Quattrocchi vengono c o n s i d e r a t i un’anomalia. Rispondendo al conduttore del tg di Al Jazira che gli chiedeva come mai non si fosse ancora riusciti a contattare i rapitori dei nostri connazionali, lo sheikh Mohammad Bashar al Faydi, portavoce dell’Associazione degli ulema ( giureconsulti) musulmani ( sunniti), ha affermato: « Non siamo riusciti a individuare la loro identità. Potrebbero essere di un’altra fazione ( sottintendendo gli sciiti,
ndr), oppure degli stranieri » . E’ da escludere che i sequestratori siano sciiti. Con cui l’Italia intrattiene buoni rapporti tant’è che avrebbero consentito sabato scorso di liberare due nostri 007 catturati.
Resta la pista degli stranieri. Ovvero di Al Qaeda. In Iraq tutti lo sanno. Molti lo denunciano. Pochi sono in grado di contrastarli. Al contrario di ciò che avviene in Occidente. Dove tutti sarebbero in grado di contrastare Al Qaeda, molti lo sanno ma solo in pochi fanno qualcosa di concreto.
E l'intervista a Elie Wiesel:
Wiesel: i nazisti si vedevano, questi sono codardi incappucciati

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK — « Ciò che colpisce di più nella vile esecuzione di Fabrizio Quattrocchi è l'escalation quasi inverosimile di crudeltà esibita dai suoi giustizieri. Che adesso se la prendono con dei civili italiani, rei solo di essere andati in Iraq per aiutare la gente povera e traumatizzata di un Paese martoriato » .
Parla lo scrittore Elie Wiesel, il Premio Nobel per la Pace sopravvissuto ad Auschwitz e massimo portavoce degli ebrei della diaspora.
« Prima sono venuti gli attacchi kamikaze e la cattura di ostaggi, adesso assistiamo al massacro di civili innocenti — spiega al Corriere Wiesel — ogni volta commettiamo lo stesso errore di pensare che i terroristi abbiano raggiunto il fondo, che più giù di così non si può cadere. E puntualmente dobbiamo fare i conti con la loro perversa immaginazione e col fatto che il limite estremo questi killer non l'hanno ancora oltrepassato e sono determinati a dimostrarci quanto in basso l'essere umano è capace di sprofondare » .

Dove può portare questa
escalation?
« D a almeno 15 anni ho lanciato l'Sos sulla minaccia d'attacchi chimici e biologici, ormai dietro l'angolo. Il pericolo nucleare è individuabile mentre le armi chimiche sono facili da ottenere e nascondere. In ballo oggi è la sopravvivenza stessa della civiltà umana così come la conosciamo » .

Chi sono gli aguzzini di Quattrocchi?
« Abbi amo a che fare con un nemico che è contrario per principio a tutto ciò che è decente, nobile, elevato nella natura e nella condizione umana. Assassini lunatici, il cui scopo è provare d'essere così forti da imporre la loro folle volontà alla Nazione più potente della Terra » .

Prima di essere giustiziato, il giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl fu costretto a dire d'essere ebreo, un po' come ha fatto Quattrocchi quando ha dichiarato la propria italianità. Un parallelo?
« Nessuno. Tranne la brutalità dei due omicidi, commessi da gente che ha adottato il culto della brutalità e della morte e ha perso ogni fiducia nel linguaggio. I killer di Pearl, come quelli di Quattrocchi, hanno adottato la violenza come loro unico idioma di comunicazione » .

Come deve rispondere l'Italia?
« Non può accettare il ricatto perché, così facendo, i terroristi vincerebbero, sentendosi legittimati a catturare e uccidere altri ostaggi. Questo è il momento per riunire tutta la forza umana, individuale e collettiva, stringendosi attorno ai parenti delle vittime. Con umiltà, tristezza ma risoluzione: perché l'attacco è contro tutti noi » .

Esiste un parallelo tra la crudeltà di questi terroristi e quella dei nazisti?
« Ho sempre odiato le analogie perché ogni volta che proviamo a usarle sbagliamo. I nazisti avevano un governo e un esercito che implementava politiche malvagie, ma allora sapevamo con chi avevamo a che fare. I terroristi di oggi al contrario sono killer anonimi, codardi che si vergognano di mostrare il volto e girano incappucciati, credendo così di restare impuniti » .

Come si fa a uscire dal pantano Iraq?
« I servizi segreti di tutto il mondo civilizzato dovrebbero organizzare subito un summit internazionale per dichiarare collettivamente guerra al terrorismo. Solo l'unità di intenti e strategia dei James Bond del Pianeta può fermare la piaga dei kamikaze suicidi da una parte e degli ostaggi civili dall'altra » .

Cosa pensa del nuovo nastro audio dove Osama Bin Laden offre una tregua agli europei e promette vendetta contro Israele?
« Bin Laden non si è mai preoccupato di Israele e ha iniziato a farlo solo dopo le proteste nel mondo arabo perché nel suo primo discorso non aveva mai menzionato il problema palestinese. I veri nemici di Bin Laden restano l'Arabia Saudita e l'America. Quello di ieri è solo propaganda dell'ultima ora » .
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