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La Repubblica Rassegna Stampa
14.04.2004 I tifosi italiani boicottano il basket a Tel Aviv
e il quotidiano di Ezio Mauro è d'accordo

Testata: La Repubblica
Data: 14 aprile 2004
Pagina: 46
Autore: Walter Fuochi
Titolo: «A Tel Aviv non andiamo: finale senza tifosi italiani»
Su Repubblica di oggi viene riportata la notizia del rifiuto dei tifosi italiani di recarsi a Tel Aviv per seguire le Final Four dell'Eurolega di basket. Un articolo che non solo partecipa al rifiuto, ma che lo giustifica r lo approva. Persino negli argomenti sportivi il quotidiano di proprietà dell'ing.de Benedetti trova appigli per manifestare il suo pregiudizio contro Israele. Quest'anno alle Final Four parteciperanno ben 2 squadre italiane su quattro ma i loro tifosi hanno deciso di non seguire l'evento. Motivo? si sentirebbero poco liberi a causa delle misure di sicurezza adottate. Precedentemente si erano verificati episodi simili, quando la squadra di Valencia all'indomani dell'eliminazione di Yassin, si rifiutò di recarsi in Israele nonostante fosse stato garantito il più alto livello di sicurezza; in quel caso il motivo era possibilmente più giustificabile ed era la paura degli attentati. I tifosi di Bologna e Siena con il loro rifiuto dimostrano senza dubbio una scarsa sensibilità al problema del terrorismo. Da due punti di vista: innanzitutto non recandosi danno l'idea che i terroristi abbiano vinto poichè sono riusciti ad impedire il regolare svolgimento dell'evento: Secondariamente non aiutano gli israeliani che, in una situazione così difficile, cercano momenti di svago e di festa sportiva e si ritrovano isolati. I tifosi italiani dicono che non si può vivere una festa controllati, perquisiti, blindati e preoccupati. Così, oltre a dimostrarsi poco sensibili ad una situazione che gli israeliani vivono quotidianamente sulla propria pelle, offendono chi negli scorsi mesi si è preparato al massimo per affrontare questo evento lavorando per tutti, tifosi italiani inclusi.
Ma forse è meglio così, stiano pure i tifosi italiani a casa seduti sul divano a guardarsi le partite, se questo è il massimo della loro sportività, meglio a casa che a sfasciar vetrine o ad urlare slogan antisemiti al palazzetto, perchè se la finale fosse stata a Madrid il giorno dopo l'attentato chissà quanti tifosi itliani ci sarebbero andati ugualmente, nonostante i controlli e la paura.
Non ci resta che augurare ai tifosi di casa nostra, che nonostante tutto al palazzetto ci vanno, di veder trionfare la loro squadra del cuore. E se vincesse il Maccabi ?


IL MASSIMO e il minimo. L´Old Trafford pieno solo d´italiani, un anno fa a Manchester, per la finale Milan-Juventus: venticinque più venticinque uguale cinquantamila, e pochi altri di contorno. Lo Yad Eliahu quasi senza italiani, fra quindici giorni a Tel Aviv, per la Final Four dell´Eurolega di basket: due nostre squadre in campo, Montepaschi Siena e Skipper Bologna (più altre due, Maccabi Tel Aviv e Cska Mosca), nessuna bandiera in curva. Il basket non smuoverà mai le migrazioni del calcio, ma pure questo deserto assorda, come notizia. Il fatto è che i tifosi hanno deciso di starsene a casa, benchè le loro squadre stiano sfiorando il trofeo più importante, la Coppa dei Campioni. E´ un no a Israele, al suo essere una frontiera di conflitto quotidiano: e se una finale di sport dovrebbe ancora essere una festa, non si può vivere una festa controllati, perquisiti, blindati, preoccupati e pure spaventati. Meglio non andare. Poi, qualcuno lo farà. Pochi, probabilmente pochissimi.
La decisione non è di ieri. Da mesi, nei palasport italiani (e in molti europei), i gruppi del tifo organizzato appendevano puntualmente i loro striscioni contro la finale a Tel Aviv. Agli appelli per il boicottaggio si salderà ora l´ultimo gesto di coerenza. «No, non andremo - dicono a Bologna quelli della Fossa dei Leoni, dal 1970 ovunque, sulle tracce della loro Fortitudo -. Ci costa tantissimo, ma da novembre sosteniamo che là non si può giocare». Riempiranno l´arena i tifosi israeliani, contando di alzare la coppa insieme ai giocatori del Maccabi. Nel mare giallo, il colore della squadra di casa, la macchia più vivace sarà quella rossa del migliaio di tifosi moscoviti. Il pieno lo faranno l´anno prossimo: la finale 2005 è già stata assegnata al Cska.
Poche settimane fa, perfino gli organizzatori dell´Uleb s´erano chiesti se insistere sulla sede Tel Aviv. All´indomani della morte di Yassin, leader di Hamas, il Valencia non volò in Israele, prendendo partita persa. L´Uleb riunì il direttivo: le garanzie di ingenti misure di sicurezza fornite dal Maccabi indussero a ribadire la scelta. «Ma è proprio questo il nodo ? continuano i tifosi della Skipper -. Più aumenta la sicurezza e più diminuisce la libertà personale. Dobbiamo far 5 giorni di hotel-palasport e palasport-hotel?».
La seconda finale europea dell´Aquila verrà così ricordata come quella senza vessilli: ben altro fu Monaco ´99, con l´esodo di circa tremila tifosi che, sommati ai tremila virtussini, riprodussero in Baviera scorci bolognesi. Pure Siena è alla seconda finale: portò a Barcellona, l´anno scorso, alcune centinaia di contradaioli, in un Pala San Jordi colmo di tifosi catalani. Perché Tel Aviv è pericolosa, lontana e pure cara, ma oltre a questo c´è pure un problema di equità sportiva, almeno finchè l´Uleb assegnerà finali ad una delle squadre favorite, per ritorni puramente economici. Non resta, ai tifosi bolognesi e senesi, che far la fila per i maxischermi. Sono già stati richiesti, verranno allestiti nei palasport di casa, se si supereranno questioni di diritti tv. Non sarà come esser là, ma tifando insieme, in qualche migliaio, ci si sentirà meno soli.
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