Tiro a segno sui bambini palestinesi così titola il settimanale del pettegolezzo d'alto bordo (sic!)
Testata: Vanity Fair Data: 08 aprile 2004 Pagina: 110 Autore: Manuela Dviri Titolo: «Voi israeliani siete tutti matti, prima al nemico gli sparate e poi lo andate a curare»
Su Vanity Fair N°16 di questa settimana viene pubblicato un articolo di Manuela Dviri dal titolo "Voi israeliani siete tutti matti: prima al nemico gli sparate e poi lo andate a curare". Nonostante il titolo ingannevole e tendenzioso che vuol far credere che gli israeliani giochino al cecchino coi palestinesi, il pezzo vuole essere il resoconto dell'attività dei "medici per i diritti umani", un gruppo di medici israeliani che ogni sabato si reca nei villaggi palestinesi per offrire assistenza medica là dove ce ne è bisogno. L'assistenza sanitaria palestinese, viene infatti spiegato nell'articolo, è quasi nulla e le condizioni di vita naturalmente ne risentono. Con il tono melodrammatico che la contraddistingue, la Dviri imputa questa grave situazione all'intifada e alle restrizioni che essa ha comportato per la vita dei palestinesi. I check point e l'assedio alle città palestinesi ne sono i principali responsabili, l'immagine del bambino palestinese sofferente a causa della brutalità dell'esercito trova qui la sua massima espressione. A nessuno viene però in mente di chiedersi dove siano finiti i soldi elargiti in gran parte dall'unione europea destinati alla sanità palestinese, tantomeno alla Dviri; così nell'articolo vengono sottaciute quelle informazioni che potrebbero rivelarsi scomode ai sostenitori, senza se e senza ma, di Arafat e la sua cricca. La conclusione dell'articolo riporta un dialogo avvenuto tra uno degli attivisti e un bimbo palestinese, alla domanda del medico che chiede "cosa vuoi fare da grande" la risposta suona strana a chi di Medio Oriente finge di sapere ed è " voglio fare lo shahid"; il medico obietta che così facendo ucciderà anche uno di loro la risposta del bimbo è allora: " no, voi vi conosciamo". Un dialogo che ha del surreale ma è purtroppo veritiero, stupisce che una cosa del genere venga proposta dalla Dviri come positiva. L'impegno che questa organizzazione si è presa, quella di curare i palestinesi è un'altra dimostrazione della forza della democrazia israeliana che permette a i suoi cittadini di andare ad aiutare chi di fatto si trova nella posizione di essere un nemico. Vanity Fair, come abbiamo già avuto modo di notare sin dai primi numeri, è in linea contro Israele, un paese, come ha titolato, che "spara ai bambini palestinesi e poi li cura". Non stuposce neppure che il pezzo l'abbia scritto Manuela Dviri, che ha capito quale Israele si vende bene nel nostro paese. A nostro conforto il fatto che la sua firma non si vede più sul Corriere della Sera.
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