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Il Foglio Rassegna Stampa
08.04.2004 Come agire contro la guerriglia
dove la moschea e il parlamento non sono ancora divisi

Testata: Il Foglio
Data: 08 aprile 2004
Pagina: 3
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Non è una rivolta sciita, ma un conflitto con milizie fuorilegge»
Ottima l'analisi di Carlo Panella sul Foglio di oggi.
Ecco l'articolo:

Il generale Mark Kimmitt, portavoce delle forze americane in Iraq, ha spiegato
ieri ragioni e obiettivi delle operazioni che da giorni impegnano le forze della
coalizione in Iraq: "Attaccheremo e distruggeremo la ‘milizia di al Mahdi’ di Moqtada Sadr. In Iraq le milizie sono state dichiarate fuori legge e quindi sono un obiettivo delle forze di sicurezza irachene e delle forze della coalizione. Se Moqtada Sadr vuole rinunciare alla violenza, può farlo, costituendosi alla polizia irachena. Le forze della coalizione saranno deliberate, precise e potenti nelle loro azioni contro gli insorti". Dunque, non una posizione difensivista a fronte di un’improvvisa rivolta degli sciiti (rivolta sciita inesistente, e smentita giorno dopo giorno dalle autorità religiose e politiche, che hanno seguito di massa sugli sciiti e che invitano alla calma), ma una predeterminata azione di forza, con l’obiettivo d’imporre il rispetto della Costituzione provvisoria irachena, approvata un mese fa. Uno dei dispositivi salienti della Carta costituzionale è appunto la messa fuori legge delle organizzazioni armate di partito e la loro confluenza in strutture di difesa territoriale affidate alle autorità irachene. Tutte le milizie sul campo (quelle dei curdi del Puk e del Pdk, le "Brigate al Badr" dello Sciri e altre) stanno rispettando il dettato costituzionale, a esclusione degli armati di Moqtada Sadr, unico leader che non partecipa al Consiglio nazionale iracheno
(in cui sono rappresentate tutte le forze democratiche e che è riconosciuto formalmente dall’Onu), che ancora ieri ha definito "illegittimo". Appare così sempre più chiara la volontà preordinata degli Stati Uniti e del governo provvisorio di chiudere al più presto la spirale di scorribande armate e di attentati che i seguaci di Moqtada portavano a segno da mesi,mietendo vittime soprattutto tra i leader democratici e religiosi sciiti. L’operazione è stata tentata dapprima per via legale, con la chiusura del quotidiano al Hawza e la decisione di eseguire gli ordini di arresto di Moqtada al Sadr e del suo vice,
Mustafa al Yakoubi, emessi da un magistrato iracheno ben 10 mesi fa, ma sinora
rimasti in un cassetto. Registrata la risposta insurrezionale e avventurista di Moqtada Sadr, le truppe della coalizione e le autorità legittime irachene hanno deciso di reagire col pugno di ferro. Agli scontri dei giorni scorsi di Sadr City a Baghdad, Kerbala, Najaf e Nassiriyah (tutti persi, sul campo, dagli uomini di Moqtada e in cui è morto anche Murtada al-Mussawi, responsabile di Kerbala delle "milizie del Mahdi", ucciso ieri dai soldati polacchi), si sono aggiunti gli scontri di ieri Kouth, in cui invece le milizie ribelli sono riuscite a ottenere il ritiro del contingente ucraino. Il quadro di combattimento dà la misura di quale pericolo per tutta la transizione irachena costituisca Moaqtada Sadr, un pericolo che però è stato contenuto nelle dimensioni di uno scontro che ha coinvolto unicamente le forze del mullah ribelle. Tutti i tentativi di Moqtada di allargare la ribellione sono falliti (come ha notato ieri alla Camera il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha negato che si possa parlare, anche in misura minima, di "rivolta sciita"). Tutti i leader sciiti, infatti, pur condannando la violenza della reazione americana, continuano a invitare la popolazione alla calma, a non intervenire, continuano a dichiarare "illegittima" una eventuale risposta armata irachena, come hanno fatto ancora ieri il portavoce a Kerbala del grande ayatollah al Sistani, Abdel Mahdi al Karbalai, e l’ayatollah Mohammad
Taqi al Modarresi, che hanno chiesto agli iracheni di esercitare autocontrollo
per fermare la spirale di violenza. Lo scollamento di Moqtada Sadr dalla popolazione sciita è confermato anche da un sondaggio commissionato dai network Abc, Ard e Bbc, da cui risulta che soltanto il 10 per cento degli sciiti giudica "accettabili" gli attacchi contro le truppe americane. Allo scontro contro Moqtada al Sadr, gli Stati Uniti hanno poi affiancato l’operazione "Fermezza vigile", sferrata a Fallujah, dopo che i "saddamiti", nei giorni scorsi, avevano dimostrato la loro ferocia con il linciaggio di quattro civili americani. E’ questa un’azione che vede impegnati da giorni più di 2.500 marine, in una città stretta d’assedio, e che ieri ha portato al bombardamento aereo di una moschea che era stata trasformata in un fortino da un commando di insorti che vi si era asserragliato, sparando per ore contro i marine. La moschea è stata distrutta tutti i miliziani insorti sono morti.
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