Uccidere ebrei è omicidio? allora perchè fa scandalo chi afferma che bisogna usare la prevenzione?
Testata: La Stampa Data: 06 aprile 2004 Pagina: 11 Autore: Aldo Baquis Titolo: «Sharon: chi fa uccidere ebrei, come Arafat è passibile di morte»
Riportiamo l'articolo di cronaca di Aldo Baquis pubblicato sulla Stampa di oggi, a pagina 11. Il ritiro unilaterale di Israele da Gaza rappresenta un «colpo mortale» alle aspirazioni nazionali dei palestinesi perché, una volta completata, la barriera di separazione in Cisgiordania impedirà «forse per molti anni» la costituzione di uno Stato palestinese indipendente. Lo ha affermato il premier Ariel Sharon in una serie di interviste rilasciate alla stampa israeliana in occasione della Pasqua ebraica. Proprio ieri il quotidiano Yediot Ahronot ha pubblicato un sondaggio secondo il quale il 66% dei palestinesi vedono in quel ritiro un successo dell’Intifada. Ma Sharon, che sta cercando di ottenere dai 230 mila membri del Likud sostegno alla sua politica di disimpegno unilaterale dai palestinesi, ha replicato che questi ultimi avrebbero potuto ottenere uno Stato indipendente solo percorrendo la Road Map. «Al tavolo dei negoziati avrebbero certo ottenuto molto di più», ha affermato. Invece, l’assenza di un partner palestinese credibile («il premier Abu Ala non ha nemmeno l’autorità di spostare i suoi agenti da un marciapiede all'altro», ha detto Sharon con sarcasmo) rende impraticabile la Road Map, che nell'ottica israeliana si fonda sullo smantellamento dei gruppi armati dell'Intifada. Scartate le «ingenue intese di Ginevra» (fra pacifisti israeliani e palestinesi) e scartata l’opzione di lasciare all'infinito le cose come stanno, Sharon ha deciso di puntare alla politica di disimpegno «anche per non doverci accollare l'onere di provvedere alle necessità di 3,5 milioni di palestinesi». A Gaza, Sharon vuole un ritiro totale di Israele. Saranno sgomberati tutti i coloni, fino all'ultimo. Le loro case, ha ipotizzato, potrebbero essere cedute a organizzazioni internazionali, oppure anche essere assegnate ad abitanti palestinesi di Rafah rimasti senza tetto in seguito alle operazioni israeliane lungo il confine con l'Egitto, nella zona in cui si svolge un attivo contrabbando di armi. Ignorando l'aperto malumore degli Stati Uniti, ieri il premier è tornato a minacciare il presidente Arafat. «Chiunque fomenta l’uccisione di ebrei in quanto tali - ha affermato - è Ben-Mavet», un termine ebraico che significa passibile di morte. Sharon ha sottolineato che anche gli Usa sono implacabili nei confronti dei loro nemici. E le obiezioni di Washington, gli è stato chiesto, sulle minacce ad Arafat? «In ultima analisi - ha risposto - non dimentichiamo che siamo uno Stato sovrano». Mentre da Ramallah giungono notizie di contatti ad alto livello per la costituzione di una leadership palestinese unificata cui aderiscano anche Hamas e la Jihad islamica, Sharon ha affermato che non è detto che a Gaza dopo il ritiro israeliano siano proprio gli islamici ad avere il sopravvento. A Gaza la tensione resta altissima. Nei terreni agricoli vicini al campo profughi di El Bureij sono stati trovati i cadaveri dilaniati di tre ragazzi, il maggiore dei quali aveva 18 anni. Erano stati centrati la notte precedente dal colpo di un carro armato israeliano dislocato a protezione della colonia ebraica di Netzarim. Un portavoce militare di Gerusalemme ha confermato l'episodio e ha spiegato che i soldati hanno aperto il fuoco contro «re figure sospette entrate in una zona vietata ai palestinesi». Forte tensione anche in Israele, dove la Pasqua ebraica è iniziata ieri in un clima di grande mobilitazione. «Hamas è determinato a insanguinare le nostre festività - ha avvertito il ministro della Difesa Shaul Mofaz - per vendicare l’uccisione dello sceicco Ahmed Yassin». Sessanta attentati sono in fase avanzata di progettazione, avvertono i servizi di sicurezza israeliani. Di conseguenza tutte le sinagoghe sono presidiate da agenti armati. E - cosa senza precedenti in Israele - il capo della polizia ha invitato tutti i cittadini che abbiano il porto d'armi a girare armati nei prossimi giorni. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.