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La Stampa Rassegna Stampa
03.04.2004 Titolo , fotografia e articolo scorretti
dov'è il direttore della Stampa ? perchè non verifica ?

Testata: La Stampa
Data: 03 aprile 2004
Pagina: 13
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Sharon minaccia Arafat, scontri sulla Spianata»
Sharon minaccia Arafat, Scontri sulla "Spianata" è il titolo della Stampa di oggi. Titolo oltre modo erroneo e disinformante in quanto la notizia vera è che sulla Spianata delle moschee si trovavano palestinesi che lanciavano pietroni sui fedeli che pregavano nell'area sottostante davanti al muro cisidetto del Pianto. La presenza dei soldati israeliani era quindi necessaria per difenndere l'incolumità di chi stava in basso contro l'aggressione di chi stava in alto.
Altra grave disinformazione è avere pubblicato una fotografia con la segue didascalia: " Gerusalemme, Spianata delle moschee: poliziotti israeliani lanciano granate assordanti contro i dimostranti palestinesi". Lo stile è quello del per nulla rimpianto Santoro: mettere al primo posto la conseguenza e non il fatto che l'ha provocata. Chi vede quella foto rimane ingannato dalla didascalia. Ci si chiede anche perchè la Stampa non abbia ritenuto utile pubblicare una immagine di palestinesi che rovesciano pietroni contro i fedeli israeliani. Già, come mai ?
Ci chiediamo fino a quando il capo servizi esteri della Stampa, Mario Varca, continuerà ad essere così sbilanciato contro Israele. E fino a quando il direttore Marcello Sorgi non interverrà - sempre che lo ritenga doveroso - per riequilibrare i toni varchiani che hanno decisamente varcato il confine tra informazione e propaganda.
Non è da meno il pezzo di Baquis, che riproduciamo di seguito.
Segnaliamo ai nostri lettori alcune frasi dal testo di Baquis particolarmente sbilanciate e scorrette:

1)....Fra questi le Brigate dei martiri di al-Aqsa: militanti oltranzisti che - Israele dice di esserne sicuro - «ricevono impulsi, finanziamenti e ordini dalla Muqata, il quartier generale di Arafat e dai guerriglieri libanesi Hebzollah».
Ma come, militanti o oltranzisti ? perchè non definirli come meritano e cioè terroristi ? Inoltre che appartengano all'ANP di Arafat è assolutamente certo perchè le brigate di Al Aqsa sono una diretta emanazione di Arafat e di Al Fatah.

2)... "In una giornata ricca di violenze - con morti nei territori e decine di musulmani feriti dalla polizia israeliana nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme - le parole di Sharon hanno destato indignazione nell'ufficio di Arafat".

Perchè non dire che i soldati sono intervenuti per impedire che i palestinesi continuassero a gettare pietre sui fedeli ebrei sottostanti ? Se si omette la spiegazione, come fa a capire il lettore ?

3)..."Ieri, alla uscita dalle moschee, una gragnuola di sassi si è abbattuta sugli agenti israeliani dislocati nella zona della Porta dei Mughrabi, uno degli ingressi nella Spianata, vicino al Muro del Pianto".

Perchè dirlo alla fine dell'articolo ? E perchè non far riferimento ai fedeli colpiti anche loro dal lancio delle pietre ? Tanto più che parlando della reazione israeliana Baquis scrive che i palestinesi si "sono rifugiati nella moschea di Al Aqsa": anche quelli che lanciavano le pietre e che Baquis definisce "fedeli" ?

4) Esemplare la chiusura:
" Nella striscia di Gaza ieri, in differenti episodi, sono stati uccisi cinque palestinesi, uno di 16 anni".

Ecco come si influenza il giudizio del lettore: gli si dà una notizia senza spiegarne le circostanze. Il lettore della Stampa ricorderà solo che gli israeliani hanno ucciso cinque palestinesi, tra i quali uno di 16 anni. Ma non sapranno come e perchè è avvenuto.
Ecco l'articolo di Baquis, uno dei peggiori che abbia mai scritto. Invitiamo i nostri lettori a scrivere alla Stampa, citando tutte le nostre osservazioni al testo del corrispondente. In più le critiche a titolo e fotografia.
TEL AVIV
Il premier israeliano Ariel Sharon ha ieri lanciato una nuova offensiva verbale nei confronti di Yasser Arafat avvertendo il presidente dei palestinesi che «egli non beneficia di una polizza di assicurazione» che lo metta al riparo da una eliminazione fisica, così come è avvenuto il 22 marzo a Gaza al leader di Hamas, sceicco Ahmed Yassin.
In interviste che saranno pubblicate per esteso lunedì (nei numeri speciali dedicati dai quotidiani israeliani alla Pasqua ebraica) Sharon ha ribadito che «finché Arafat esiste» non c'è alcuna speranza che il premier Abu Ala possa compiere una politica incisiva. «Oggi come oggi - ha ironizzato Sharon - egli non è nemmeno in grado di ordinare a un agente palestinese di attraversare la strada». Tantomeno, ha lasciato intendere, potrebbe ingaggiare uno scontro frontale con i gruppi armati dell’Intifada.
Fra questi le Brigate dei martiri di al-Aqsa: militanti oltranzisti che - Israele dice di esserne sicuro - «ricevono impulsi, finanziamenti e ordini dalla Muqata, il quartier generale di Arafat e dai guerriglieri libanesi Hebzollah». «Chi manda terroristi a colpire ebrei - ha avvertito ancora Sharon - ha il sangue sulla propria testa». Un linguaggio di sapore biblico, che significa che sia Arafat sia Hassan Nasrallah rischiano di imbattersi presto nell'Angelo della Morte.
In una giornata ricca di violenze - con morti nei territori e decine di musulmani feriti dalla polizia israeliana nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme - le parole di Sharon hanno destato indignazione nell'ufficio di Arafat. «Sharon - ha esclamato il Raiss - è determinato ad appiccare un incendio che non sarebbe possibile estinguere». Poi il presidente palestinese ha assicurato i collaboratori di essere «un osso duro» e sostenendo: «Già tredici volte Sharon ha tentato, invano, la mia eliminazione».
Ma la gravità delle minacce di Sharon, è stato replicato nel suo ufficio, non va minimizzata. Lo stesso Abu Ala ha affrontato l'argomento con una delegazione diplomatica giunta da Washington. «Senza Arafat, nei Territori resterebbero solo caos, estremismo, violenza», ha stimato il ministro Saeb Erekat.
Caos, estremismo e violenza sono già divampati ieri nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme al termine delle preghiere del venerdì in cui ventimila fedeli musulmani hanno ricordato la figura dello sceicco Yassin e il suo «martirio per l'Islam».
A esasperare ulteriormente gli animi erano giunte giovedì informazioni di fonte israeliana secondo cui il lato orientale del perimetro della Spianata è pericolante, per via di un recente terremoto. Archeologi israeliani, citati dalla stampa locale, hanno avvertito che la scelta è attendere passivamente lo smottamento, oppure chiudere al pubblico al moschea al-Marwani, allestita tre anni fa nelle cosidette Stalle di re Salomone, alla base della moschea al-Aqsa. Ieri i leader del Waqf, l'ente per la protezione dei beni islamici in Palestina, hanno detto che queste notizie sono false e sono state diffuse «ad arte nella speranza (di Israele) di riuscire a chiudere la sgradita moschea».
Ieri, alla uscita dalle moschee, una gragnuola di sassi si è abbattuta sugli agenti israeliani dislocati nella zona della Porta dei Mughrabi, uno degli ingressi nella Spianata, vicino al Muro del Pianto. La loro reazione è stata immediata: armati di manganelli, di candelotti di gas lacrimogeni e di proiettili rivestiti di gomma, hanno fatto subito irruzione nella Spianata delle Moschee, ingaggiando battaglia. Migliaia di fedeli, colti di sorpresa, si sono rifugiati nella Moschea al-Aqsa (terzo luogo santo per l'Islam) e nella Moschea al-Marwani. Per due ore gli scontri sono proseguiti e decine di persone sono rimaste ferite o contuse. Alla fine ha prevalso la moderazione: la polizia e il Waqf hanno concordato un «cessate il fuoco» che ha consentito ai fedeli di abbandonare la zona, senza ulteriori incidenti. Nella striscia di Gaza ieri, in differenti episodi, sono stati uccisi cinque palestinesi, uno di 16 anni.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@lastampa.it

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