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La Stampa Rassegna Stampa
01.04.2004 L'antisemitismo europeo in forte aumento
ecco perchè è ragionevole preoccuparsi

Testata: La Stampa
Data: 01 aprile 2004
Pagina: 10
Autore: Enrico Singer
Titolo: «L’Europa presenta le cifre dell’antisemitismo»
Viene presentato a Strasburgo il rapporto sulle manifestazioni di antisemitismo in Europa, il rapporto che Prodi aveva tenuto in un cassetto perchè non gli pareva attendibile. Tra l'altro, nella parte che riguarda l'Italia, ci fa piacere ricordare che il nostro sito viene così definito:
"Vi sono siti web creati allo scopo preciso di contrastare l'ondata di malintesi e di reazioni agli attacchi sui media contro Israele, talora con un certo spirito partigiano, ma nell'insieme imparziali nel giudizio. Un esempio è www.informazionecorretta.com"

Copertina gialla e blu, un volume di 344 pagine più un allegato di altre 44 pagine pieni di cifre, testimonianze, analisi Paese per Paese, sigle di organizzazioni razziste. Il rapporto sulle manifestazioni di antisemitismo in Europa approda finalmente all'Europarlamento e la sua conclusione è che, a più di sessant'anni dalla Shoa, «esiste un problema antisemitismo da risolvere», che «gli atteggiamenti e le azioni antisemite sono in aumento», che ci sono stati, nel 2002 e nel 2003, anche casi di violenze personali e di attentati. Ma che l'azione degli Stati dell'Unione europea è sulla strada giusta e «può garantire buoni risultati» per constrastare quello che il presidente del Congresso ebraico europeo, Cobi Benatoff, ha definito «il vecchio cancro dell'Europa» che non è ancora vinto: un «mostro che sta rialzando la testa».
Proprio su questo rapporto, sei mesi fa, era scoppiata una polemica che aveva avvelenato i rapporti tra le comunità ebraiche e le istituzioni europee perché il Centro di Vienna sul razzismo e la xenofobia - autore dello studio - aveva deciso di tenerlo nei cassetti giudicando «poco attendibili» i metodi d'indagine usati. Lo stesso Cobi Benatoff e il presidente del Congresso ebraico mondiale, Edgar Bronfman, protestarono allora per una decisione giudicata come un tentativo di coprire una verità scomoda. Da quell'«incidente» si è messo in moto tutto un processo di chiarimenti che si è concluso con il seminario sull'antisemitismo organizzato in febbraio dalla Commissione a Bruxelles. E ieri, parlando a Strasburgo, Benatoff ha detto che «è stato fatto un nuovo passo avanti», che adesso c'è «una chiara visione del pericolo che esiste in Europa».
Il quadro che esce dal rapporto, aggiornato e integrato con altre rilevazioni, non è confortante. L'Europa è divisa in tre «fasce» di Paesi in base alla gravità della situazione. La prima comprende Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio e Olanda dove si registrano «segni allarmanti» di aumento dei fenomeni di antisemitismo. Si tratta, soprattutto, di insulti, scritte, profanazioni di cimiteri, ma non mancano veri e propri attentati alle sinagoghe e le aggressioni personali, anche a bambini. La seconda fascia comprende Italia, Grecia, Austria e Spagna. In questi Paesi si registra «l'assenza o la relativa rarità di fatti violenti», ma sono «ben visibili» atteggiamenti di antisemitismo. La terza fascia, composta da Irlanda, Portogallo, Lussemburgo e Finlandia, è quella in cui l'antisemitismo non si registra né negli atti, né negli atteggiamenti.
All'Italia il rapporto dedica diciassette pagine. Il giudizio è positivo sul quadro giuridico - ultima legge adottata quella Mancino del 1993 contro le discriminazioni razziali e religiose - e la conclusione è che «non sembrano esserci seri problemi di violenze a sfondo antisemita». Ma se ci sono stati soltanto due casi di aggressioni nel 2003 (a Bergamo e a Padova) e nessuno nel 2002, il rapporto rileva che gli atteggiamenti antisemiti sono «ampiamente diffusi in tutte le parti politiche e in ampie fasce dell'opinione pubblica». I sondaggi di opinione, nota il documento, «mostrano che la maggioranza degli italiani crede che gli ebrei abbiano caratteristiche diverse dal resto della popolazione e che abbiano troppo potere nel mondo degli affari». C'è anche un riferimento specifico alla Lega Nord nel cui «sito web ufficiale esiste una lunga lista di libri consigliati che negano l'esistenza dell'Olocausto».
A livello europeo il rapporto identifica due gruppi tra i maggiori responsabili degli atti di antisemitismo: il primo, e più consistente, è composto da «giovani europei marginali» e il secondo è formato da «giovani musulmani immigrati». Era proprio la constatazione dell'esistenza di questo secondo gruppo che aveva provocato le polemiche nell'autunno scorso. I rappresentanti delle comunità ebraiche avevano accusato il Centro di Vienna - e la Commissione europea a cui è collegato - di voler sopprimere le parti del rapporto non «politicamente corrette» che attribuiscono atteggiamenti e azioni antisemite anche a elementi delle comunità islamiche immigrate. Ieri Benatoff ha detto che finora la gravità del fenomeno non era capita dai leader politici europei: «In Italia si dice "al lupo al lupo" quando si lancia un allarme in cui non si crede. Adesso c'è la consapevolezza che in Europa molti ebrei non possono vivere una vita normale, come qualsiasi cittadino».
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