Fin dove arriva l'ossessione anti-Sharon scompare l'oggettività, sostituita dalle opinioni personali. Tutte negative.
Testata: Europa Data: 31 marzo 2004 Pagina: 2 Autore: Dan Rabà Titolo: «Coprifuoco fai-da-te e vacanze pasquali al risparmio. La gente snobba il caso Sharon, teme la crisi e il dopo-Yassin»
Povero Dan Rabà, se vuole scrivere su EUROPA deve immedesimarsi nella politica del quotidiano di Rutelli e sostituire al nome di Berlusconi quelli di Sharon o Netanyahu. Si ammalerà di "ossessione anti premier", ma sarà in linea con il quotidiano ex-democristiano. Cosa non si fa per la pagnotta. Risultato: un po'di verità insieme a tanti giudizi negativi.Ossessivi, appunto. Israele si prepara alla Pasqua, la festa che rievoca l’uscita dall’Egitto e la liberazione dalla schiavitù del popolo ebraico. Più prosaicamente – sicuramente vale per i laici – sono giorni in cui le famiglie si devono attrezzare per tenere a casa i bambini e i ragazzi in vacanza da scuola per più di una settimana. I genitori, loro, vanno comunque al lavoro. D’altra parte, chi può permettersi grandi vacanze, in Israele, se non i privilegiati delle fasce di reddito più alte che hanno il loro paladino in Benjamin Netanyahu, il ministro del tesoro, che corre in aiuto dei ricchi con agevolazioni fiscali e quant’altro? Loro, sì, possono andarci, in vacanza, quando vogliono. Gli altri quelli che la vita è sempre più dura si organizzano come possono, si scambiano visite, chi vive in città va a godersi la calma della campagna, chi vive nei piccoli centri cerca di farsi invitare nelle grandi città: Tel Aviv o Haifa. Gerusalemme no, è il posto più pericoloso del Medio oriente e ci vanno solo i coraggiosi con grosse dosi di ideologia ancora in serbo. La gente comune è sempre più schifata dalla politica. Lo scandalo che tira in ballo il premier, certo non aiuta a ridarle credibilità. Sulla vicenda forse la gente non ha ancora un’opinione, anche se è uno scandalo per il quale Ariel Sharon rischia di perdere la poltrona di primo ministro. Che sia colpevole non sconvolge nessuno. Quello che tocca la vita privata dell’israeliano medio è piuttosto il dopo-Yassin. Il salto di qualità del terrorismo che rischia di portarci di nuovo a un periodo di attentati sanguinosi e frequenti. Molti ritengono che eliminare fisicamente i capi dell’organizzazione terroristica sia la risposta giusta. Ma poi sono preoccupati dalla reazione, dal prezzo di sangue che ne sarà conseguenza. Di fatto dopo "l’esecuzione preventiva" di Ahmed Yassin, il paese vive in uno stato di allarme permanente.Tutti aspettano da un momento all’altro la terribile punizione, il "mega-attentato", un 11 settembre anche in Israele. L’ "allarme rosso" si traduce in una specie di "coprifuoco" fai-da-te. Le misure? Non andare in autobus! Non frequentare i luoghi affollati! Tutti in contatto permamente col telefono cellulare. I bambini vengono portati a scuola o ai giardini a giocare dagli adulti. Oggi in ogni famiglia ci sono i "soggetti" che hanno bisogno di tutela e difesa, i bambini, gli anziani, a volte le donne, e gli altri, le guardie del corpo. Stai a casa, non uscire. Sempre vigile, guardati alle spalle. E se gli israeliani ebrei sono in difesa tutto campo, la popolazione araba gioco di rimessa, di contropiede, ogni occasione è buona per minacciare, provocare creare tensione. Ieri, 30 marzo, tra gli arabi cittadini di Israele si ricordava "la giornata della terra"(Land Day): nel 1976 sei arabi cittadini israeliani furono uccisi durante una protesta per le continue confische di terra, la manifestazione avvenne a Sakhnin, da quella data gli arabi-israeliani ricordano ogni l’evento. Nel 1947 viveva in Israele circa un milione di arabi, nel corso di circa un anno l’85% lasciò il paese e andò a vivere da profugo in uno dei paesi arabi confinanti. Oggi il numero degli abitanti arabi israeliani ammonta a circa un milione, pari al 18% della popolazione. Quando gli israeliani ebrei festeggiano l’indipendenza, gli israeliani arabi ricordano "la caduta" (la Nakbah, la distruzione della civiltà araba). Per molti anni questo giorno è stato segnato da tumulti e manifestazioni violente. Era il momento dell’esplosione della frustrazione e del lutto. Ieri la giornata è stata caratterizzata da proteste contro le autorità israeliane che abbattono case di palestinesi (secondo gli ebrei sono abusi edilizi, costruzioni senza permesso, secondo gli arabi a loro non vengono mai concessi i permessi e possono costruire solo abusivamente) quello che conta è che oggi la polizia ha accettato di non entrare nei villaggi e i notabili sono riusciti a mantenere l’ordine ed evitare lo scontro. La "giornata della terra" è sempre stato vissuta in modo minaccioso per gli ebrei specie per chi vive vicino a zone arabe. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Europa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.