Il quoditiano della Confindustria in linea contro Sharon non è cronaca, è una presa di posizione pregiudiziale
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 30 marzo 2004 Pagina: 7 Autore: un giornalista Titolo: «I guai giudiziari non fermano Sharon: avanti a ogni costo sul ritiro di Gaza»
Dal Sole 24 Ore di oggi:
Gerusalemme.
Il premier israeliano Ariel Sharon ha annunciato alla Knesset che entro poche settimane sottoporrà alla valutazione del governo e dello stesso Parlamento il suo piano di disimpegno dai palestinesi, che prevede fra l'altro lo sgombro di 8000 coloni dalla striscia di Gaza. E pur di realizzarlo, ha chiarito, è disposto a sostituire l'attuale coalizione governativa con un nuovo gabinetto, probabilmente sostenuto dai laburisti di Shimon Peres. Ma sul premier israeliano incombe una tempesta legale che incide sulla sua popolarità e che potrebbe ostacolare i suoi programmi di ritiro da Gaza, dopo che la magistratura ha chiesto l'incriminazione del premier, per corruzione. La vicenda risale a cinque anni fa, quando Sharon, allora ministro degli esteri e delle infrastrutture nazionali, avrebbe aiutato progetti edilizi nell'isola di Patroclos, Grecia, e nell'interland di Tel Aviv, approntati dall'uomo d'affari David Appel, un finanziatore del Likud. Questi, a sua volta, avrebbe sostenuto la scalata di Sharon ai vertici del Likud ingaggiando, come consulente super-pagato, uno dei figli del premier, Ghilad.
L'incriminazione di Sharon sarà decisa nelle prossime settimane dal procuratore generale, Menachem Mazuz. Ma ieri intanto Sharon jr. ha intanto ricevuto dalla corte suprema l'ingiunzione di inoltrare al più presto tutti i documenti in suo possesso relative ai rapporti con Appel e con l'uomo d'affari sudafricano Cyril Keren, un altro finanziatore del premier. Se Mazuz accogliesse la richiesta di incriminazione, i laburisti non appoggerebbero il suo governo: malgrado l'incertezza, ieri Sharon ha affrontato i membri della commissione parlamentare per gli affari esteri della difesa, e ha detto loro di non essere minimamente turbato dagli ultimi sviluppi giudiziari assicurando di essere più determinato che mai a presentare il 14 aprile a Washington il suo progetto di disimpegno a Bush. Al suo ritorno in Israele, ha aggiunto, il piano sarà subito sottoposto all'approvazione del governo e, l'indomani, a quella della Knesset. E se i due partiti di estrema destra, il partito nazionale religioso e l'unione nazionale, dovessero allora abbandonare la coalizione, Sharon formerebbe il giorno stesso un altro governo. Probabilmente, con i centristi di Shinui e con i laburisti di Peres. Nella prima parte dell’articolo l’articolista scrive che la magistratura ha chiesto l'incriminazione di Sharon, poi nella seconda parte scrive che l'incriminazione di Sharon sarà decisa nelle prossime settimane dal procuratore generale. Chi legge potrebbe capire che Sharon è già stato incriminato e invece non corrisponde al vero. Errore già compiuto nella titolazione di domenica.
E il titolo? Guai giudiziari "de che", se non è stato incriminato nessuno? Il Sole ha già preparato la forca per Sharon?
Quindi tutte le ipotesi di manovre politiche sostenute dall'articolista non sono basate sulla realtà. Visto che è il secondo articolo di questo tenore, in due giorni, probabilmente nella redazione del Sole24ore circola una voglia morbosa di vedere Sharon in un aula di tribunale. Dott. Gentili, richiamare all’ordine la sua redazione? È chiedere troppo? Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Sole 24 Ore. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.