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Il Manifesto Rassegna Stampa
29.03.2004 Per attaccare Israele
il film di Gibson è una manna

Testata: Il Manifesto
Data: 29 marzo 2004
Pagina: 14
Autore: Roberto Silvestri
Titolo: «Cristo, pioggia di sangue»
Dal Manifesto di sabato, 28 marzo '04:
La contorta prosa del critico cinematografico, celebre per aver scritto un elogio di film splatter che poi fu messo alla berlina da Nanni Moretti si snoda per un paio di cartelle (l’articolo è consultabile on-line e lo risparmiamo ai lettori); notiamo che non vi è nemmeno un cenno alle reazioni di ebrei che non gradiscono molto essere precipitati nel ruolo di assassini di Gesù. Però sta scritto che:

Si trema in realtà, più quando affonda Satana (è donna, è Rosalinda Celentano, quasi in prestito da un Bergman) o quando Giuda è perseguitato dai sensi di colpa e da «mostri alla Signore degli anelli» che quando, messo in moto il meccanismo della tortura cinese da Caifa l'invidioso sacerdote, il Salvatore comincia a zampillar sangue come in un Masolino da Panicale o in un poliziottesco di William Lustig (Maniac Cop). Ma resta, esplicito, soprattutto nei dialoghi, nei profili dei nasi adunchi (tipica icona, ma anche anti-araba) e nel ghigno da ultrà dei centurioni, l'omaggio ai tradizionalisti, ai nemici autocrati di Roncalli, il bergamasco che iniziò a sbriciolare il cattolicesimo romano (in Usa oggi semi-estinto, dopo lo scandalo dei vescovi pedofili, che, se continuavano a dir messa in latino, magari non li denunciavano...).
L’iconografia antisemita sarebbe anti-araba?
Infatti si cerca di azzerare tutto, di ricominciare daccapo e di trovare - troppo indietro, in una religiosità di tipo primaria e medievale - un comune terreno emozionale per metodisti, presbiteriani, battisti, pentecostali, cattolici generici di destra e sinistra (Woytila ha le ore contate), adepti delle chiese elettroniche e perfino ebrei che, da un secolo, i protestanti cercano di evangelizzare e convincere che furono male informati ma fanno parte di una casa comune...Film anti-semita o piuttosto sulla dolorosa«questione palestinese»?
Come dire che il problema non è l’antisemitismo, ma la "questione palestinese". E quali sono gli aguzzini dei palestinesi?
Infatti. Suggestione primaria prescelta, il linciaggio. L'estrema violenza. Il sadismo esercitato senza motivo contro un innocente, e davvero speciale. Quasi un tg di questi giorni. Trenta frustate semplici e trenta rafforzate. Una dopo l'altra. Di schiena e di petto. Corona di spine, tutto il Golgota sotto il peso della croce «minuto per minuto», i tre chiodi (da oggi in merchandising), pugni sempre, lancia nel costato, acqua e fiele, il Cristo sbattuto con la sua croce prima bocconi e poi supino, come fosse una trovata di wrestling, e Sergio Rubini, ladrone pentito, ammirato come un fan dalla capacità di incassatore di chi è inchiodato alla sua destra...Se non sembra la Palestina oggi...
Si è capito, chi sono gli aguzzini?


Una lunga estenuante tortura, cui non siamo abituati (a meno di non essere sequestrati da qualunque poliziotto al mondo che cerchi di farci spifferare tutto e che se esagera dirà che vi siete suicidato). Secondo alcuni critici (Newsweek) Gibson «va troppo in là», come se il regista volesse punire la platea di tutti i suoi peccati. Con tipica veemenza da «re-born», da rinato alla fede come G.W. Bush. Con la stesso fanatismo da contrapporre ai nemici di oggi della cristianità. Magari all'islam radicale che ci sfida sul terreno della sofferenza, dell'offerta del proprio corpo, della nobiltà kamikaze. Così autarchica e ombelicale, però. Non «aperta al diverso». La misericordia verso il peccatore e la peccatrice (rei di appropriazione indebita di petrolio, di mezzi di comunicazione, o dei corpi e dei volti delle donne) manca ai «signori della guerra» di oggi. Di qualunque fronte siano (Gibson fu portato via dal papà fanatico, da piccolo, dagli Usa in Australia, per non sparare ai vietcong. Questo è un fatto poco fanatico).
Così, tra parentesi, Silvestri riesce persino a elogiare il padre di Gibson, un fondamentalista cattolico che ha dichiarato ai quattro venti che la Shoah è una invenzione degli ebrei per lucrare sul senso di colpa dei cristiani. Suggeriamo al Manifesto di affidare una pagina settimanale a qualcuno dei cattolici tradizionalisti: a ben pensarci sono stati dei veri pionieri in temi che piacciono molto al mondo arabo di oggi: l’inganno di Auschwitz, l’omicidio rituale praticato dai perfidi giudei, il potere della lobby sionista….
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