Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
100 fedeli in moschea inneggiano a Yassin c'è del marcio nelle moschee italiane. Lo racconta Magdi Allam
Testata: Corriere della Sera Data: 27 marzo 2004 Pagina: 1 Autore: Magdi Allam Titolo: «Roma, preghiera in moschea per lo sceicco del terrore»
Nella grande moschea di Roma l’imam si era rifiutato di commemorare lo sceicco Yassin, ma cento fedeli lo hanno fatto lo stesso. Il nordafricano che ha promosso la rivolta aveva provato a convincere il responsabile del luogo di culto a rendere omaggio al leader di Hamas. Ma lui aveva risposto risposto di no. La celebrazione è avvenuta lo stesso. Ecco il racconto di Magdi Allam, preziosa giuda attraverso l'islam italiano.
ROMA — « Allah Akhbar! » , « Allah Akhbar! » , « Allah Akhbar! » . Per tre volte l’invocazione « Dio è grande » ha squarciato ieri la quiete della Grande moschea di Roma. Un urlo ripetuto per lanciare un appello alla sedizione rivolto alla folla di fedeli che cominciava a defluire dalla sala delle preghiere: « Israele ha assassinato lo sceicco Ahmad Yassin. Onoriamo la sua memoria celebrando la preghiera dei morti » . Un centinaio, tra circa 400 fedeli, ha aderito alla richiesta. Nonostante il rifiuto dei responsabili della Grande moschea di commemorare il leader politico e religioso di Hamas. Che ora devono incassare un durissimo colpo. La loro autorità ne esce dimezzata. La loro credibilità risulta incrinata. Un vero e proprio colpo di mano all’interno della sede istituzionale dell’islam d’Italia. Per la prima volta il maggior luogo di culto dei musulmani è stato occupato, è finito alla mercé degli islamici integralisti. A promuovere la rivolta è un giovane algerino distintosi in passato per le sue posizioni oltranziste. Alla t e s t a d i un gruppetto di una ventina di islamici « duri e puri » ha imposto ai fedeli la « preghiera dei morti » in onore dello sceicco Yassin. Dal giorno del suo assassinio, il 22 marzo, hanno esercitato delle forti pressioni sull’imam della Grande moschea, l’egiz i a n o A b - dulwahab Hussein Gomaa, per convincerlo a celebrarla. Ma l’imam si era rifiutato. Addirittura si era ben guardato nel sermone dal fare il minimo accenno a Israele. L’ordine di Abdallah Redouane, segretario del Centro cultural e i s l a m i c o d’Italia che gestisce la Grande moschea, era tassativo: nella preghiera collettiva del venerdì nessun riferimento allo sceicco Yassin, guai a pronunciare frasi antisemite. Sapevano che l’attenzione delle autorità italiane sarebbe stata massima. E’ ancora vivo il ricordo dell’allontanamento del precedente imam, l’egiziano Abdel Samie Mahmoud Ibrahim Moussa. Lo scorso 6 giugno pronunciò un sermone di fuoco in cui esaltò la Guerra santa, inneggiò ai kamikaze e invocò l’aiuto di Allah per sterminare i nemici dell’islam. Da quel giorno fu chiaro che anche la Grande moschea di Roma era contagiata dall’ideologia estremista islamica. All’esterno ieri era presente un dispiegamento di polizia e agenti in borghese della Digos più massiccio del solito. Dopo la strage di Madrid il Viminale ha rafforzato il controllo delle moschee. L’occupazione della Grande moschea di Roma è durata pochi minuti. Il tempo per espletare la « preghiera dei morti » . Che si fa in piedi. Ma è la sostanza che conta. Una ventina di integralisti e estremisti hanno imposto alla comunità dei fedeli la loro autorità religiosa, la loro interpretazione dell’islam, la loro ideologia militante. L’imam Gomaa e il segretario Redouane hanno preferito allontanarsi, ritirarsi nei propri uffici. Incassando il colpo. Affidandosi all’intervento degli agenti della Digos che, fuori dalla moschea, hanno fermato e interrogato il giovane algerino e gli altri promotori del colpo di mano. I responsabili della Grande moschea hanno imparato la lezione dello scorso giugno, quando il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ottenne l’allontanamento dell’imam Moussa dopo aver minacciato di revocare lo status di « ente morale » accordato al luogo di culto islamico. La tensione era forte prima della preghiera collettiva del venerdì. Si temevano disordini per l’assassinio dello sceicco Yassin. Li lasciavano presagire i contenuti e i toni dei comunicati emessi da alcuni gruppi. A cominciare dall’Ucoii ( Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia), affiliata ai Fratelli Musulmani come Hamas, che controlla o influenza gran parte delle moschee nel nostro Paese. « La politica di Sharon » , afferma l’Ucoii, « disegna un progetto di soluzione finale che scatenerà una reazione a catena di dolori e lutti di cui non si riesce a ipotizzare l’esito ma che certamente renderà questo nostro mondo, e il Mediterraneo in particolare, teatro di uno scontro durissimo e sanguinoso » . Dello stesso tenore il comunicato dell’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, vicina all’Ucoii e ad Hamas: « Il premier ( Ariel Sharon, ndr), che non ha mai fatto segreto della sua natura di macellaio, costituisce una minaccia reale per tutta l’umanità in generale e per i popoli del Mediterraneo in particolare e deve essere politicamente messo in condizione di non nuocere, in primis al suo stesso popolo che ha pagato e pagherà certamente un prezzo molto alto per la sua cieca e folle politica » . Dal canto loro gli sciiti dell’Associazione islamica A h l - a l - B a i t non sono stati meno teneri: « Shaykh Yassin... è stato assassinato in maniera vile e codarda in un attentato ordito dall’organizzazione terroristica denominata Stato di Israele... Ora tutti possono vedere il vero volto di Israele, non quello di un popolo perennemente perseguitato ma quello di una bestia assetata di sangue che da c i n - q u a n t ’ a n n i massacra, deporta, tortura, umilia, un intero popolo, il popolo palestinese » . P a r o l e d i odio e animi colmi di violenza. Che hanno prodotto un evento altamente significativo. La pur momentanea occupazione della Grande moschea di Roma da parte di un pugno di fanatici rappresenta un fatto di enorme rilievo non soltanto per i musulmani ma per l’insieme della società italiana.
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