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Europa Rassegna Stampa
25.03.2004 Zio Igorman sarà contento del nipotino Cicognani
difende l'ONU, usa molto le virgolette, condanna sempre Israele. E bravo il giornale di Rutelli

Testata: Europa
Data: 25 marzo 2004
Pagina: 3
Autore: Filippo Cicognani
Titolo: «All'Onu gli Usa "coprono" l'azione di Israele»
Che Filippo Cicognani fosse un giornalista miope su Israele questo lo si sapeva da un bel pezzo, con i suoi ultimi articoli sembra essere sempre più improntato a cogliere l'eredità di Igor Man. Su Europa di oggi, infatti Cicognani scrive a proposito della risoluzione di condanna verso Israele per l’uccisione di Yassin, risentendosi del fatto che ancora una volta gli Stati Uniti hanno coperto Israele. Ovviamente la risoluzione non faceva alcun accenno al terrorismo palestinese, cosa a cui l’Onu ci ha sempre abituati, ma su questo il giornalista di Europa soprassiede preferendo riportare le per lui gravi affermazioni del rappresentante israeliano Gillerman "furibondo" e dell’unilateralista rappresentante americano John Negroponte. Cicognani si erge a difensore dell’Onu, non solo non capendone i suoi limiti ma avallando anche le sue profonde iniquità che lo hanno portato nel corso dei suoi 50 anni di vita a condannare sempre e soltanto Israele.
Riportiamo il pezzo di Filippo (Igormanino) Cicognani:

«Considerare Yassin un leader spirituale equivale a dipingere bin Laden come madre Teresa di Calcutta». Così Dan Gillerman, ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, intervenendo nel dibattito al Consiglio di sicurezza convocato per discutere dell’uccisione del leader di Hamas. Furibondo, Gillerman ha definito lo sceicco fondamentalisti «il padrino del terrorismo» e ha accusato l’Onu di prendere di mira Israele, invece di condannare i 425 attentati firmati da Hamas e costati la vita a centinaia di israeliani.
Gli ha fatto eco John Negroponte, ambasciatore americano al Palazzo di vetro: «Yassin predicava l’odio e glorificava gli attentatori suicidi, si opponeva all’esistenza dello stato di Israele e ha cercato di impedire una soluzione a due stati, per questo il consiglio di sicurezza – e gli Stati Uniti faranno di tutto epr impedirlo – non può sostenere iniziative che ignorino questa realtà». La discussione si è conclusa ovviamente con un nulla di fatto; è ripresa ieri sera, ma è difficile che si arrivi ad una risoluzione di condanna, visto lo scontato veto americano. Se però il documento ottenesse almeno 9 voti su 15 necessari per la maggioranza, i paesi arabi avrebbero comunque la possibilità di portare la questione davanti all’Assemblea generale, dove le cose potrebbero andare diversamente. Intanto a Ginevra la Commissione dell’Onu per i diritti umani ha adottato a larga maggioranza una risoluzione di condanna per l’assassinio dello sceicco integralista.
Al di là del confronto verbale, ai livelli internazionali più alti, la cappa di paura avvolge genti e paesi da un capo all’altro del mondo: in Israele è come se un tragico conto alla rovescia scandisse il tempo della rappresaglia. Nel timore di un attacco a un aereo di linea, in atterraggio o in decollo dall’aeroporto Ben Gurion, è stato chiuso lo spazio aereo della Cisgiordania. Sono state chiuse anche le rappresentanze diplomatiche in Qatar e Mauritania, almeno fino a dopo le vacanze della Pesaci, la Pasqua ebraica. A Kan Yunis, nel centro della striscia di Gaza, nella notte tra martedì e mercoledì sono entrati 25 tra carri armati e bulldozer che hanno raso al suolo le case che si affacciano su un vicino insediamento ebraico: sessanta famiglie sono fuggite terrorizzate sotto il fuoco di copertura dei soldati e due palestinesi, che tentavano di infiltrarsi nell’insediamento di Merag, sono stati uccisi.

Un bimbo con cintura esplosiva
Intanto continua il rampallo di minacce e accuse tra esponenti del governo Sharon e la nuova leadership di Hamas, appena insediata. E si fa largo una notizia –brevissima nella sua drammaticità- diffusa da fonti militari israeliane: a un posto di blocco nei pressi di Hawara, vicino Nablus, un bambino palestinese di otto anni è stato fermato con indosso una cintura esplosiva. E non è la prima volta: la scorsa settimana allo stesso posto di blocco era stato fermato un altro ragazzino palestinese, dieci anni, che trasportava tranquillamente una borsa imbottita di tritolo. Israele ha sempre accusato Hamas di usare i bambini come pony-express di morte. E questa è un0’accusa terribile, che mette a nudo però il livello di rabbia e disperazione che anima questa rivolta, che ha come arma d’attacco e di difesa il sacrificio estremo in mezzo alla gente. Da una parte, quindi, uno degli eserciti migliori e tecnologicamente più avanzati; dall’altra parte la violenza di chi non ha più niente da perdere.
Abusato il paragone con i biblici David e Golia, certo, ma il bambino imbottito di esplosivo segna il livello più basso di una lotta antica e senza speranze: tra la road map a pezzi e la totale assenza di iniziative politiche, non resta che la cruda conta dei morti.
A completamento della notizia , riportiamo dal Corriere una breve sul voto della "Commissione dei diritti umani ONU".
Come si può vedere, Australia e USA hanno votato contro e l'Europa si è astenuta. Anche l'Italia.
Dal che se ne deve dedurre che uccidere Yassin provoca una condanna dell'ONU, fare strage di civili israeliani no. Zitti e mosca. Italia compresa.
Forse è il caso che il nostro ministro degli esteri Frattini si distingua un po'di più dai colleghi europei.


COMMISSIONE DIRITTI UMANI

La condanna Onu per lo sceicco ucciso

GINEVRA — La Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani con sede a Ginevra in Svizzera ha condannato ieri con una netta maggioranza l'uccisione dello sceicco Ahmed Yassin, fondatore nel 1987 e leader spirituale del movimento di Hamas. Israele, si legge nel testo della risoluzione, si è reso responsabile di gravi violazioni dei diritti umani, contravvenendo ai principi contenuti nella Quarta Convenzione di Ginevra delle Nazioni Unite, che tratta della protezione delle popolazioni civili durante le guerre. Una maggioranza di 34 Paesi su 53 ha votato a favore della risoluzione presentata ieri dal Pakistan a nome dei Paesi membri dell'Organizzazione della conferenza islamica ( Oci).
Australia e Stati Uniti hanno votato contro, mentre i Paesi europei si sono astenuti.
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