Siamo in guerra Quando comincerà l'Europa a capirlo?
Testata: Il Foglio Data: 19 marzo 2004 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Guerra mondiale»
Riportiamo l'intervista a Gal Luft, direttore dell'Onstitute for the analysis of global security di Washington, pubblicata sul Foglio di oggi, venerdì 19 marzo '04. Un'opinione americana da Israele. Da chi ha imparato ad affrontare il terrorismo. Gerusalemme. "Il punto di partenza del lavoro del nostro istituto è che noi ci troviamo già in una guerra mondiale", dice Gal Luft, direttore dell’Institute for the analysis of global security di Washington. Luft non è sorpreso dagli attentati a Madrid e a Baghdad: "L’Islam radicale non è riuscito a trasformare l’Iraq in un Vietnam per gli americani, così ha incominciato a colpire i cittadini iracheni. Però, visto che centinaia di morti iracheni non colpiscono più di tanto l’Occidente, ha scelto di attivare le sue cellule in Europa". "Una guerra mondiale non inizia all’improvviso, è un processo: noi viviamo in una fase di maturazione di una guerra mondiale. Sarà un conflitto lungo, molto lungo, perché è basato sull’ideologia. Durerà decine di anni". Luft, in una serie di colloqui con funzionari del governo israeliano, ha precisato che, quando si combatte una guerra ideologica così lunga, bisogna avere una strategia di lungo periodo che possa anche cambiare la situazione attuale. Servono eserciti, diplomazia e tecnologia. Molti in Europa ancora non capiscono, ma capiranno, sostiene Luft. Siamo solo al terzo anno di questa guerra (dall’11/9). Ci saranno tanti altri episodi che porteranno l’opinione pubblica a comprendere la vera entità e natura del pericolo, del nemico. "La Spagna dell’ultima settimana è un esempio di società che ancora non ha capito". In Occidente le persone hanno ancora "un pensiero determinista: se qualcosa è successo, probabilmente abbiamo fatto qualcosa di sbagliato. Tutte queste scuse non guardano la verità in faccia: è una guerra culturale. L’Islam fondamentalista parla chiaro, dice parole simili a sterminio, riferendole agli Stati Uniti e all’Occidente". "La guerra è fra essere umani educati e barbari. Nella storia le società civili sono sempre state sotto attacco da parte di vari tipi di barbari, in tutti i casi hanno vinto i più sviluppati. Non ho dubbi: la società civile vincerà questa battaglia, la domanda è: quanto tempo ci vorrà per capire la situazione in cui siamo". Cioè, quando l’Occidente dirà finalmente: "Non continueremo a giocare il vostro gioco con le nostre regole. Se un gigante dorme e si avvicina a lui qualcuno con un ago e lo stuzzica, alla fine il gigante si alza furioso. Tutto questo accadrà quando gli europei sentiranno di avere le spalle al muro. Quando capiranno che non è un nemico con cui si può dialogare".
Cambiare la politica energetica L’Europa ha paura di riconoscere il pericolo che ha di fronte. "Ci sono vari motivi per questo timore, il primo è l’immigrazione musulmana. Il secondo è la dipendenza dal petrolio arabo, che cresce in tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti". Ma quelli che hanno organizzato la strage di Madrid "se avessero potuto uccidere 5.000 persone invece di 200, lo avrebbero fatto senza remore. Prima o poi ci sarà un evento straordinario e sorprendente che farà capire definitivamente all’opinione pubblica europea che siamo dentro a una guerra mondiale". Per ora, ci sono gli Stati Uniti e Israele da una parte e l’Islam fondamentalista dall’altra, "l’Europa invece è ancora lontana dagli americani mentre il mondo arabo moderato è lontano dall’Islam radicale che cerca di colpirlo e spaccarlo". "Credo – dice Luft – che più gli europei subiranno attacchi, più si avvicineranno agli americani: ci sono infatti molte più cose in comune che differenze". Ma per affrontare le nuove minacce bisogna organizzarsi meglio. "La Nato oggi è un esercito senza nemico che costa tanto: dovrà essere trasformata. Gli europei sono in una situazione più difficile rispetto agli americani perché sono ‘scoperti’ di fronte ad alcuni tipi di attentati, mentre gli americani sono almeno un po’ più ‘isolati’". Gli europei inoltre "dovranno stabilire regole da far rispettare perché tutti siano leali verso i loro paesi e la loro cultura, anche gli immigrati. Se gli europei non capiranno questo messaggio allora sarà in pericolo la loro stessa esistenza e la loro civiltà si fermerà". E’ necessaria infine un’altra svolta: oggi il 75 per cento del petrolio mondiale si produce nel mondo arabo, Luft è certo che l’evento determinante del XXI secolo sarà la "rivoluzione energetica. Il mondo passerà dal greggio ad altre risorse". Il nuovo scenario sarà un’arma in più contro il terrorismo. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.