sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Messaggero Rassegna Stampa
18.03.2004 Pieno di rispetto verso i palestinesi
Ma chiuso alle ragioni di Israele. Chi ? Eric Salerno, come sempre

Testata: Il Messaggero
Data: 18 marzo 2004
Pagina: 9
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Nella Striscia si prepara l'evacuazione. La polizia palestinese si scontra con Hamas»
Sul Messaggero di oggi Eric Salerno dà una cronaca dei principali avvenimenti in Israele e nella striscia di Gaza. A prima vista la sua sembra una cronaca distaccata ma in realtà traspare la solita ostilità nei confronti di Sharon, come se lo volesse prendere in giro. La descrizione dell'attesa delle operazione israeliana a Gaza è farcita di termini scorretti del tipo " nei campi profughi la gente si prepara a resistere" (a chi, se Israele si ritira ?) che offrono al lettore una visione distorta: Israele va a colpire i terroristi, non colpisce i palestinesi a casaccio, se i palestinesi capissero che gli attentatori suicidi danneggiano la loro causa probabilmente correbbero meno rischi di quelli che corrono adesso nell'essere utilizzati ccome scudi umani dai terroristi stessi. In due parole Eric Salerno riesce a ribaltare il senso del proprio articolo in chiave antiisraeliana. Diamo al lettore la possibilità di accorgersene da sè pubblicando il testo integrale dell'articolo.
La sfida continua, si intensifica e prende l'odore di straordinaria follia. Quattro palestinesi armati sono stati uccisi dai soldati israeliani a Rafah nella striscia di Gaza, la polizia israeliana annuncia di aver sventato cinque attentati la scorsa settimana a Gerusalemme e scopre che probabilmente i due kamikaze del porto di Ashdod sono entrati in Israele da Gaza nel sottofondo di un container, il ministro della Difesa suggerisce a Sharon di lasciare la "striscia" ma di abbandonare, per ora, soltanto una parte minima della Cisgiordania, lo sceicco Yassin capo di Hamas parla di «israeliani in fuga», e a Ramallah, il braccio destro del presidente egiziano Mubarak si dice ottimista. La situazione sta per cambiare, per migliorare. Il futuro, fa capire, sarà tutt'altra cosa rispetto a oggi. E' vero, sono in corso consultazioni e contatti diretti e indiretti per cercare di frenare l'annunciata offensiva israeliana contro Gaza e contro i capi di Hamas e della Jihad ma, al momento, i blindati israeliani attestati lungo il confine della "striscia", sono pronti ad attaccare e nei campi profughi la gente si prepara a resistere.
Gli analisti dei quotidiani israeliani non hanno dubbi. L'esercito e i coloni lasceranno Gaza se così effettivamente vuole Sharon (e lo accettano governo e paese) ma non sarà una fuga come va dicendo lo sceicco Yassin. «Abbiamo vinto, vi abbiamo messo in ginocchio e ora andiamo via», sarà il messaggio trasmesso alla fine della "campagna" militare. Arafat da parte sua accusa Israele di voler distruggere Gaza prima di abbandonarla. I tempi del ritiro "unilaterale", come insiste per chiamarlo Sharon che continua a ripetere che non c'è un interlocutore con cui trattare anche se è stato lui ad annullare all'ultimo minuto il previsto incontro con il premier Ahmed Qurei, sono tutti ancora da definire. In parlamento, l'altro pomeriggio, non ha voluto fornire dettagli e i giornali scrivono che l'intera operazione richiederà almeno un anno o due.
Che qualcosa di potenzialmente positivo sta avvenendo lo si è visto da alcune cose che stanno succedendo a Gaza. La polizia palestinese si è scontrata con militanti di Hamas nel quadro della crescente tensione tra le varie forze in campo. Molti gruppi di militanti prima fedeli a Fatah, il movimento che fa capo ad Arafat, si sono spostati verso i fondamentalisti e la leadership dell'Autorità palestinese tenta di frenare questa tendenza. C'è stata anche un'intesa tra Londra e Arafat e saranno agenti britannici a riorganizzare e, in parte, guidare le forze di sicurezza palestinesi. Al Cairo, il coordinatore dell'Onu per il Medio Oriente, Terje Roed Larsen, ha dichiarato la disponibilità delle Nazioni Unite per una presenza internazionale nella Striscia di Gaza dopo il ritiro israeliano. «Penso che dobbiamo fare di tutto per impedire il caos», ha affermato. «Per adesso è importante arrivare a un ritiro israeliano da Gaza corretto e reale, sulla base della Road map e con un coordinamento con l'Autorità nazionale palestinese, tutte le altre parti interessate e la comunità internazionale».
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la loro opinione alla redazione de Il Messaggero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




prioritaria@ilmessaggero.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT