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Il Foglio Rassegna Stampa
17.03.2004 Una aggiunta di terrorismo che ha fatto traboccare il vaso
ecco perchè Israele dovrà reagire

Testata: Il Foglio
Data: 17 marzo 2004
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «I terroristi hanno valicato due linee rosse, Israele risponde»
Sul Foglio di oggi viene pubblicato un articolo che spiega perchè nei prossimi giorni Israele intensificherà le operazioni antiterrorismo nella striscia di Gaza. Per capire e non condannare per partito preso.
Ecco l'articolo:

Gerusalemme. Ieri il gabinetto della sicurezza del governo israeliano di Ariel Sharon si è riunito per decidere su come rispondere all’attacco terroristico, rivendicato da Hamas e Martiri di al Aqsa, di domenica ad Ashdod, in cui sono morte 12 persone. La strage del porto poteva però essere ancora più grave: l’obiettivo dell’attacco erano i depositi di sostanze chimiche contenute in una nave cisterna. L’intenzione dei mandanti era quella di creare un avvelenamento generale nella città di Ashdod. L’allerta è ora così grave che si valuta la possibilità di rafforzare le difese immunitarie dei cittadini contro la malattia della Bolla Nera (vaiolo nero). I servizi di sicurezza hanno proposto reazioni forti, dure, come non si vedevano da tempo nei territori palestinesi. I servizi sostengono infatti che più si parla dell’intenzione del premier Sharon di lasciare Gaza più crescono i tentativi dei terroristi palestinesi di colpire Israele. L’obiettivo è anche d’immagine: vogliono far sembrare che, più che una scelta d’Israele, il ritiro da Gaza sia una fuga. Una prima reazione dell’esercito di Gerusalemme – che dopo la riunione del gabinetto della sicurezza ha deciso di riprendere le operazioni tese a colpire i membri di Hamas – c’è già stata ieri, con i tre missili lanciati contro un’abitazione e due veicoli di Gaza, con tre morti e almeno otto feriti. Oltre al quasi mega attentato, come lo definiscono i servizi di sicurezza, di Ashdod, i terroristi palestinesi, lunedì scorso, hanno valicato un’altra linea rossa, inviando in missione assassina un inconsapevole bambino di 12 anni con un zainetto pieno di esplosivo. Gli attivisti del Tanzim hanno anche avuto l’intenzione di attivare il dispositivo, una volta che il ragazzo è stato scoperto dagli israeliani durante un controllo. Abdallah Kurian ha 12 anni e abita nel piccolo villaggio Hawara, non lontano da Nablus. Il bambino, negli ultimi mesi, ha lavorato al posto di blocco vicino al suo paese, aiutando gli anziani a caricare la merce. Lunedì mattina, militanti del Tanzim lo hanno convinto a trasportare una cintura di esplosivo da una parte all’altra del posto di blocco promettendogli una ricompensa. La cintura doveva servire per un attentato in Israele. I mandanti di Abdallah sapevano che c’era la possibilità che fosse scoperto, così per non perdere il prezioso esplosivo hanno fatto in modo di poterlo seguire e di poter attivare il suo zaino bomba col telefono cellulare. La loro missione è fallita grazie all’attenzione di un giovane soldatessa, Moran Buknet, e al fatto che, nonostante i tentativi, il cellulare non ha attivato l’ordigno. Come ogni giorno, nel pomeriggio di lunedì, centinaia di bambini si sono avvicinati al posto di blocco dove servono unità di paracadutisti dell’esercito a fianco delle soldatesse della polizia militare. Toccava a Moran controllare Abdallah. "Le due borse che aveva erano piene di vestiti, allora gli ho indicato di aprire lo zainetto e subito mi sono accorta che qualcosa non andava – ha raccontato Moran – ho notato una scatola con tre fili bianchi e un piatto dove erano attaccati proiettili di una pistola. Gli ho chiesto di fermarsi e di allontanarsi dallo zaino e ho avvertito il comandante del posto di blocco". Poi sono giunti militari che hanno allontanato dall’area i soldati e i palestinesi. Lo zainetto è stato fatto brillare con un esplosione che ha causato un buco enorme nel terreno. Secondo le stime si trattava di 10 chili di esplosivo. Abdallah è stato fermato per un breve interrogatorio in cui ha raccontato che mentre tornava da scuola ha ricevuto la borsa da uno sconosciuto che gli ha promesso soldi. "E’ un bambino simpatico e molto dolce", ha detto il comandante dell’unità militare che ha gestito l’operazione. "Il nostro problema non è il bambino ma chi lo ha mandato per ingannarci: potrebbe essere la stessa cellula che un mese e mezzo fa tentò di contrabbandare esplosivo nascosto tra gli abiti di una donna, madre di sette figli". La notizia ha ovviamente creato molto interesse e preoccupazione: ieri decine di giornalisti si sono recati a casa della famiglia di Abdallah. Sua madre Dalal ha espresso dubbi: non crede che i Tanzim abbiano tentato di attivare lo zainetto mentre Abdallah era ancora vicino; ha difficoltà a credere a questa storia.
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