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Internazionale Rassegna Stampa
10.03.2004 E la propaganda anti-israeliana continua...
ma possiamo ancora sperare in un possibile cambiamento?

Testata: Internazionale
Data: 10 marzo 2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Varie da Israele - 10/03/04»
A pag. 15 dalla cronaca da Gerusalemme:

Muro: costruzione sospesa per sette giorni

Il 29 febbraio la Corte suprema israeliana ha ordinato la sospensione per
una settimana dei lavori di costruzione del muro a nordovest di Gerusalemme.
In quella zona, il 26 febbraio, due palestinesi sono stati uccisi e altri 27
sono stati feriti dai soldati israeliani mentre manifestavano contro
l'edificazione di un nuovo troncone della barriera. Il pezzo di muro, lungo
42 chilometri, penetrerà a fondo in Cisgiordania con l'obiettivo di
inglobare le colonie ebraiche della regione e proteggerle dagli attacchi dei
kamikaze palestinesi. Il villaggio di Biddo e quello di Beit Surik, che si
trovano nella zona, verrebbero così circondati dal muro e tagliati fuori dal
territorio cisgiordano.
- La Corte internazionale di giustizia ha concluso i tre giorni di udienze
dedicate a esaminare la legalità del muro di sicurezza israeliano. I lavori
della corte proseguono all'Aja.
Il tracciato della barriera di sicurezza anti bombe-umane è stato modificato ed accorciato di 80 km., per venire incontro alle esigenze della popolazione palestinese.
Israele è una democrazia matura, un'isola di democrazia in un mare di dittature corrotte, che rispetta le sentenze della propria magistratura; in molti punti la costruzione della barriera (non muro), è stata sospesa in attesa dell'esito dei ricorsi presentati da alcuni palestinesi interessati dal tracciato.

Raid a Gaza

Tre attivisti palestinesi di Hamas sono stati uccisi in un raid mirato
dell'esercito mentre viaggiavano sulla loro auto vicino alla colonia ebraica
di Netzarim, nella Striscia di Gaza [3]. Il parlamento palestinese si è
riunito nella sua nuova sede di Ramallah, in Cisgiordania, in assenza del
presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Yasser Arafat e di
alcuni deputati prigionieri in Israele. Il leader palestinese da due anni è
bloccato dall'esercito israeliano nel suo quartier generale a Ramallah, a
meno di due chilometri dalla nuova assemblea. Le spese per la costruzione
dell'edificio (pari a un milione di dollari) sono state sostenute per il 40
per cento dal Giappone.
A proposito di donazioni, i lettori di Internazionale ancora non sanno delle indagini, in sede europea, per accertare eventuali ruberie di fondi all'interno dell'Anp.
Silenzio anche riguardo al monito della World Bank di interrompere i finanziamenti all'Autorità Palestinese, in mancanza di precise assicurazioni anti-corruzione.
Secondo la World Bank, i palestinesi fruiscono del livello di aiuti finanziari più alto della storia (300 dollari procapite), ma insufficiente a coprire i buchi del bilancio.
Intanto la Lega Araba ha iniziato a ridurre gli aiuti finanziari visto il porto delle nebbie rappresentato dall'Anp.
Dove siano finiti i soldi probabilmente lo sanno solo Arafat e alcune banche svizzere.

Attacco ai media - Ucciso un reporter di Gaza
Il giornalista palestinese Khalil al Ziban, 59 anni, consigliere di Arafat e
direttore di un bimestrale sui diritti umani, è stato ucciso a Gaza da
alcuni uomini mascherati. Si tratta dell'ennesimo attacco contro i media
palestinesi, attribuito dall'Anp a commando israeliani.
Tipico esempio di squallida propaganda pseudo-giornalistica.
E' noto a tutti come all'interno dell'Anp sia in atto una battaglia per il controllo del potere a Gaza; battaglia che influenza anche i giornalisti, sottoposti a ripetute minacce (riportate da tutti gli organi di stampa obiettivi, quindi non da Internazionale).
In queste poche righe si dà la parola all'Anp per accusare Israele, ma ci scusi Sig. De Mauro....è l'altra campana quando la pubblica?
Pubblicare il parere solo di una parte, per di più con una accusa, è pura propaganda, anche di basso livello.

Coloni - Undici arresti

Undici coloni israeliani sono stati arrestati nella zona degli insediamenti
illegali di Havat Maon, a sud di Hebron. Sono accusati dalla polizia
israeliana di aver minacciato con le armi alcuni palestinesi della zona.
Tremila coloni hanno manifestato a Gerusalemme chiedendo le dimissioni di
Sharon. I coloni protestano contro il suo progetto di smantellare 17
insediamenti della Striscia di Gaza ed evacuare i loro 7.500 abitanti.
Ma come, Internazionale non ha sempre sostenuto l'immobilismo di Sharon (anzi, del "falco" Sharon), nei confronti degli insediamenti?
Sharon non va bene quando non smantella le colonie, ma non va bene lo stesso quando lo fa.
Sharon non va bene quando non si vuole ritirare da Gaza, ma non va bene ugualmente quando vuole farlo.
Bisognerebbe che De Mauro (e come lui anche parecchi ex compagni "de sinistra" che vanno farneticando spesso e volentieri di Medio Oriente), si decidessero una buona volta.
Intanto noi continuiamo a sperare in un miglioramento di Internazionale all'insegna dell'obiettività e del pluralismo di tutte le voci in causa, dirette e indirette, attraverso articoli tratti da un panorama editoriale più ampio, che non si fermi al solo (e solo gli articoli che più gradisce la redazione filo-palestinese di De Mauro), Ha'aretz.

Invitiamo i nostri lettori di Informazione Corretta a scrivere il loro parere alla redazione di Internazionale. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




la.redazione@internazionale.it

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